Primavera 1993
Un giorno, quando ero piccolo e facevo la terza elementare, mi toccò uccidere un serpente.
Una volta la maestra disse, finendo la lezione:
-Tra due giorni andremo alla riserva di Nazzano. Guardate che bella primavera! Passeggeremo per i boschi, vedremo l'erba alta e ci scalderemo al sole. Allora? Chi è a favore?
E tutti alzammo la mano.
Fu un vero plebiscito.
-Bene.- fece la maestra. -Chi è contro?
E tutti alzammo nuovamente la mano.
-Non riesco a capire.- chiese la maestra. -Volete andare nel bosco o no?
-Certo!- gridammo tutti.
-È allora perché votate contro?
Nessuno riuscì a spiegarlo. Solo una bambina disse, a voce bassa:
-Ci piace tanto votare!
Tutti scoppiammo a ridere, anche la maestra.
-Va bene, sciocchini, va bene!- disse l’insegnante. -Ricordate di portarvi il pranzo al sacco!
Ad un certo punto alzai la mano.
-Un altro a cui piace votare?- domandò la maestra.
-No, volevo chiedere se potevo portare una pala.
-Dato che vi piace tanto votare, la mettiamo ai voti: chi è a favore della pala?
E tutti alzammo la mano.
-Approvato all’unanimità!- esclamò la maestra.
E così arrivò il giorno in cui andammo tutti alla riserva di Nazzano. Io avevo la mia paletta, ero ancora piccolo e ci ero molto affezionato. Mi fece molto piacere che tutti votassero a favore.
Nel bosco si stava molto bene: gli alberi verdeggiavano e l'erba era così tenera e bella che mi causò un grande stupore.
-Allora, ragazzi? Come si chiama quest’albero?- domandò la maestra.
-È una quercia!- dissero tutti.
E la bambina alla quale piaceva votare, che si chiamava Elena, aggiunse:
-Una quercia grande e vecchia!
Nessuno capì che cosa volesse dire. Persino la stessa maestra la guardò stupita, e poi domandò:
-E questo che albero è?
E tutti dissero:
-Una betulla!
E prima che Elena potesse dire qualcosa, io dissi:
-Una betulla grande e giovane!
La bimba si arrabbiò molto e mi fece la linguaccia. E allora io aggiunsi:
-Una lingua grande e giovane!
Tutti scoppiarono a ridere, ma la maestra disse:
-Il prossimo che parla durante la lezione lo faccio uscire dal bosco!
E lo disse con un tono così severo che tutti ammutolirono. Ma lei stessa scoppiò a ridere, poi ci raccontò quali alberi crescono in zone settentrionali e quali invece nelle zone del Sud. Ben presto venne l'ora di pranzo. Era molto divertente pranzare in una radura del bosco. Un vecchio tronco caduto fece da grande tavolo. Tutti volevano assaggiare chi il panino, chi la pizza, altri ancora si erano portati un pacchetto di patatine.
L'entusiasmo salì alle stelle quando, dalla borsetta, la maestra tirò fuori una scatola di cioccolatini e ne diede uno ciascuno. Ma quell’entusiasmo venne interrotto quando un'altra bambina, Alessia, gridò:
-Aiuto! Un serpente!
Anch’io scattai in piedi. Vicino alla bambina, effettivamente, c'era un serpente. Era la prima volta che ne vedevo uno e mi spaventai al punto che, con tutte le mie forze, presi la mia pala e menai un fendente. La pala era molto affilata e tagliò il rettile in due metà che seguirono camminando per conto loro. Alessia continuò ad urlare e così anche le altre bambine. L'unica che non gridava era la maestra, che guardava con interesse come tagliavo il serpente.
-Va bene, adesso basta!- disse. -È una biscia, non è velenosa.
E mi fermai. Anche le bambine smisero di frignare. Solo Alessia continuava a gridare “Aiuto, una biscia, una biscia” e tutti cominciarono a prenderla in giro
-Silenzio!- esclamò la maestra. E quando tutti rimasero zitti disse:
-Le bisce non sono velenose, sono utili. Non si devono uccidere. Bisogna saperle distinguere dalle vipere o dalle aspidi. E ricordate anche che non si deve urlare in modo sciocco senza sapere se c'è un motivo; se uno crede di avere davanti a sé un serpente velenoso e non si mette a correre, ma difende il proprio compagno, non c'è da ridere…anche se non è nemmeno obbligatorio tagliare un serpente in mille pezzi!
A queste parole, tutti scoppiamo a ridere.
Alla fine del viaggio gettai la mia vecchia pala tra gli arbusti.
Per molto tempo mi dissero “aiuto una biscia una biscia” anche se credo che fosse per prendere in giro Alessia.
Ma la cosa sicura è che da quel giorno non ho più ucciso un animale.
Tranne le zanzare.
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Un papà in miniatura
General FictionUn padre racconta un aneddoto della sua vita da piccolo per la figlia malata di covid. Dopo che la narrazione ha avuto un effetto quasi analgesico su di lei, il padre decide di raccontarle altri aneddoti su come è stato lui da piccolo in un periodo...