<<Salve.>>
<<Cazzo, ma qualcosa nella vita oltre a rompermi i coglioni non ce l'hai? Mi hai già detto che devo fare strage, ora basta! Smettila!>>
<<Ahia, lo sai che le bugie non si dicono.>>Bugie? Mi sembra Mitsuya se parla così. Un momento, come fa a sapere che non avrei ucciso i miei bersagli?
<<Che vuoi?>>
<<Voglio solo assicurarmi che il compito venga svolto veramente.>>
<<Non ti fidi?>>
<<Fammici pensare...no.>>Il mio "clone" mi tira un pugno, prendendomi alla sprovvista. Mi prende in pieno, ma prima che possa contrattaccare mi blocca al pavimento.
<<Sei un rammollito.>>
Da sotto di me spuntano delle catene che mi legano i polsi e le caviglie a terra.<<Lasciami andare.>> Ringhio fra i denti. Mi sforzo di lasciargli almeno il segno delle nocche sul viso, ma lui mi prende per il collo e lo stringe con forza, bloccandomi il respiro.
*Evil Kisaki's POV*
Il cretino patentato tenta di fermarmi, ma perde i sensi prima di riuscirci.
Almeno ora ho via libera. Posso fare tutto ciò che mi è possibile fare, ora.Esco dalla trappola che ho creato io stesso e mi ritrovo di nuovo, con quell'odore nauseabondo di medicine, in ospedale.
<<Quanto tempo manca al momento in cui verrò dimesso?>> Chiedo a una ragazza arrivata lì da poco. Lei però non mi risponde.
<<Ehi, dico a te, ci senti?>> Stacco la flebo dal braccio con forza e mi dirigo a grandi passi verso di lei. A metà strada tra me e lei, il mio corpo perde di colpo la forza di muoversi e cado di faccia. Che. Sfiga. Assurda.
La ragazza continua a non girarsi. Mi trascino con le poche forze che mi rimangono e le prendo la caviglia. Si gira di scatto, guardando in basso. La ragazza si china su di me, fissandomi a lungo.
<<Posso essere dimesso ora?>>
Tocca le orecchie di entrambi e poi, con gli indici, crea una croce. Quindi è sorda...<<Voi due, che fate a terra?>> Mi volto verso colei che ha parlato e lo stesso fa la ragazza sorda. È la stessa infermiera che ha cacciato i miei amici e che si stava per prendere una testata da (T/n) da un momento all'altro. Fantastico.
<<Sei ancora troppo debole per staccarti la flebo e alzarti di tua iniziativa. Fallo un'altra volta e sarò costretta a sedarti.>>
Mi rialza di peso e mi rimette sopra il letto. Sbuffo senza farmi sentire: possibile che SOLO ORA la mia salute valga così tanto?La ragazza sorda esce silenziosa, lasciando me e la signora da soli. Lei mi osserva da cima a fondo con i suoi profondi occhi blu. Per un momento, mi è parso che volesse vedere per intero la mia anima.
<<So che è difficile rimanere fermo per un ragazzino della tua età ma, cerca di capire, lo stiamo facendo per il tuo bene. Dobbiamo assicurarci che tu mangi anche fuori di qui. Ne hai bisogno.>>
<<Nessuno ha mai badato a me, perché dovrebbero farlo proprio ora?>>
<<Chibi-chan. È così che ti chiamava tua madre, no?>> Quel nomignolo odioso, eh? Lo usava per distrarmi, mentre mi usava per "tenersi in allenamento" per il suo lavoro.<<E tu come fai a conoscerla?!>>
<<Io e tua madre eravamo amiche d'infanzia. Stavamo sempre insieme e non ci staccavamo mai l'una dall'altra. Poi però ha deciso di diventare una prostituta e ci siamo allontanate. Sei nato tu dopo aver svolto il suo lavoro senza le precauzioni necessarie. Mi raccontava a lungo di te, di quanto fossi un bravo ragazzo, dolce, premuroso e attento.>>Mi scappa una risata, mentre i miei occhi cominciano a diventare lucidi.
<<Però non ti raccontava di quello che mi faceva, vero? Mi usava, ecco cosa. Quella donna è un mostro. Pur di farlo ha usato persino un bambino di 3 anni, ancora del tutto inesperto del mondo. E come se non bastasse quel bambino ero io, suo figlio. Mi ha... Ha usato questo corpo nel peggiore dei modi. Ho sempre avuto paura. Mi trascinava in camera sua e mi costringeva a togliermi i vestiti... Se disobbedivo mi pestava, fino a rendermi inerme, mentre lei faceva il suo compito del tutto indisturbata. Sono scappato di casa una sera, mentre lei era uscita, e mi sono rifugiato a scuola. Non l'ho più vista da allora.>>Mi chiudo in un silenzio interrotto solo dai miei singhiozzi, mentre ripercorro i miei incubi peggiori. La signora mi fissa, ancora sotto shock dopo aver sentito le mie parole.
<<Oh cielo, Kisaki. Non lo sapevo. Perdonami.>> Lei mi stringe a sé, mentre vedo ancora tutto sfocato a causa delle lacrime.
Si alza, mentre io rimango voltato dall'altra parte.
<<Vieni, ti faccio uscire.>>
<<Ma ha detto che non posso muovermi.>>
<<Non importa. Se mi prometti che inizierai a mangiare, allora ti faccio uscire anche ora.>>
Mi alzo, anche se con un po' di aiuto, e usciamo dall'ospedale.L'aria di questa sera è frizzante e in strada non c'è nessuno.
<<Ti riaccompagno a casa oppure ce la fai?>>
<<Non si preoccupi per me. Riesco benissimo ad arrivarci. La ringrazio per avermi aiutato.>>
<<Di nulla. È il mio lavoro e mia soddisfazione rendere felice i miei pazienti.>>Mi incammino verso il centro, ma una mano mi prende il braccio.
<<Non uccidere nessuno, ti rovinerebbe soltanto.>>
<<DOVREI? ASSOLUTAMENTE N-ok.>>
<<Sei un ragazzino strano, Chibi-chan.>>Mi volto e inizio a correre verso casa, senza girarmi di nuovo verso l'ex amica di mia madre.
*Good Kisaki's POV*
Mi risveglio in quel luogo buio dentro il nostro subconscio. Mio e di quel bastardo della mia copia. Le catene si sono allargate e i polsi si liberano facilmente.
Com'è che aveva fatto a portarmi qui? Lo ha desiderato o cosa? Ah, sì: prima mi ha parlato.
Ehi, mi senti?
Che vuoi ora?
Potresti venire qui, per favore?
Arrivo.
Immediatamente si materializza davanti a me, con uno sguardo agghiacciante.
<<Dimmi.>>
<<Avvicinati. Tanto non posso muovermi, no?>>La mia copia si avvicina lentamente e a piccoli passi. Proprio quello che mi serviva.
Appena si trova ai miei piedi, mi scruta attentamente, mentre cerco di togliermi le catene allargate senza che se ne accorga.
Appena mi libero, mi avvinghio su di lui, facendo cadere all'indietro entrambi.
Combatto e schivo, schivo e combatto fino allo sfinimento. Quando sembra che io abbia la meglio, quel coglione di un clone inverte di colpo le posizioni, mettendomi con la schiena a terra.<<Lasciami andare!>> Ringhio fra i denti.
<<No.>> Mentre continua a bloccarmi con un braccio, con l'altra mano prende una cosa strana dalla tasca. Ha una forma arrotondata ed è molto piccolo.<<Ti stai chiedendo cosa sia questo aggeggio?>>
<<A essere sincero no.>> Mi lancia una smorfia prima di continuare.
<<Questa è una siringa contenente una droga ancora in via sperimentale: essa, appena verrà rilasciata dentro di te, rilasserà immediatamente tutte le cellule del tuo corpo, comprese quelle del tuo cuore e dei tuoi polmoni.>>Prima che io potessi reagire in qualunque modo, mi tappa la bocca con la mano, mentre il torso rimane libero. La mia copia è seduta sulle mie gambe e i piedi tengono ferme le mie braccia: non posso muovermi.
<<Sayonara.>> Poi alza la siringa e la scaglia con poca forza sopra la camicia, colpendomi il cuore. Mentre mi divincolo con tutte le mie forze, preme un bottone nascosto e il fluido scorre velocemente dentro di me. Lo sento.Gli arti si informicolano fino a perdere la sensibilità, mentre sento i battiti aumentare di secondo in secondo.
Morirò? Qui, in questo punto lontano da tutti? No, io devo avvisare prima Mikey, oppure verrà ucciso anche lui! Pensa. Pensa. Pensa. PENSA.
Ormai sono morto, non posso più fare nulla.
Qualche istante prima di morire definitivamente, il mio clone mi sorride. Fa paura.
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Io, Te E Il Terzo Incomodo [Mikeyxreader]
Fanfiction(T/n) è una ragazza italiana di una scuola media e con i suoi amici si diverte sempre. Escono sempre insieme, ha un fidanzato, prende bei voti a scuola e tutto sembra andare per il meglio. Poi, però, legge una x reader con uno dei suoi husbandi, Mik...