Capitolo 9

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*Evil Kisaki's POV*

Dove sono? Cos'è questo posto?
Ho un mal di testa da paura e non ricordo praticamente nulla riguardo ieri sera.

Ricordo che c'era Hanma, con delle pastiglie e una catena tra le mani.
Cos'erano quelle cose verdi? Medicine? No...era droga. Come si chiamava? Reflon? Dorol? Hoffly? No...Rohypnol. Era della Rohypnol. Droga dello stupro. Dov'è che ha trovato una cosa tanto potente?

Mi metto a sedere, notando di avere i vestiti al contrario. Ah...ho capito. Quindi mi ha usato. Come tutti gli altri che mi hanno incontrato, per l'appunto.

Mi metto in piedi a stento, guardandomi attorno. La catena è ancora lì, il letto disfatto, una bottiglietta(?) vuota e la porta spalancata.

Mi incammino verso un punto imprecisato della casa, evitando in tutti i modi di cadere di faccia.

<<Buongiorno. Dormito bene?>>
Hanma è in cucina, intento a preparare da mangiare.
Metto in scena un finto sorriso, forse fin troppo mieloso.

<<Sì. Che cosa fai? Non torni a casa?>>
<<E lasciarti qui tutto solo? Nah, non mi va. Non è un problema se rimango qui con te, vero?>>
<<N-no, assolutamente no. Rimani qui finché vorrai.>>
<<Magnifico! E la vuoi sapere una buona notizia?>>
<<Sarebbe?>>
<<La tua scuola ha deciso di chiudere per dei lavori nel giardino che circonda la scuola e non si potrà entrare. Dicono che non si sa ancora quando si ritornerà.>>

Bugia. La nostra scuola non ha nessun giardino e, anche se ci fosse, troverebbero un modo per farci entrare lo stesso per fare lezione. In più, non credo che l'avrebbero detto proprio a noi la storia dei "lavori". E poi, cosa dovrebbero fare in un giardino? Mettere delle giostrine? In una scuola per adolescenti? È solo una scusa per stuprarmi ancora e ancora, fino a uccidermi.

Durante questi miei ragionamenti piuttosto sensati per essere stati formulati appena sveglio, dalle mie viscere si fa spazio un conato di vomito.
Preso dalla foga, giro su me stesso e scappo in bagno, dove butto fuori un bel po' di succhi gastrici.

<<Oi oi oi, Kisaki! Non sforzarti! Vieni e mangia qualcosa, altrimenti starai ancora più male dopo.>>
Tra un colpo di tosse e l'altro, lo rassicuro come meglio potevo e lo intimo a lasciarmi solo.

Per una volta nella vita mi ascolta e chiude la porta del bagno, lasciandomi da solo. È il momento giusto.

Facendo un silenzio immane, esco dal bagno e corro in camera. Prendo i miei occhiali rimasti in un angolino e li indosso: così va molto meglio.
Dopodiché prendo la catena abbandonata anch'essa sul pavimento.

Cercando di far tintinnare il meno possibile gli anelli dello strumento, vado verso la cucina.
Hanma è girato di spalle, mentre canticchia tra sé e sé.

Sgattaiolo il più velocemente e silenziosamente possibile alle sue spalle e, quando sono totalmente sicuro che abbia abbassato la guardia, passo in avanti il pezzo di ferro, tenendolo per la gola.

<<Ma che diamine?>>
Come meglio potevo inverto la presa alle estremità, scambiando la parte destra con la mano sinistra e viceversa, e tiro con tutta la forza che mi è rimasta.

<<Ma...che fai...? Tenti... di... uccidermi?... N-non ci... riuscirai... c-così... facilmente...>>
<<Ah no? E allora perché fatichi a respirare?>>
<<...I-idiota... I-io ti...amavo... Eri tutto...per me...>>

Hanma esala l'ultimo respiro, crollando sulle sue stesse gambe, cadendo sopra di me.
Sposto il corpo del mio assalitore di lato, ancora incredulo e spossato.

<<Ehi, Hanma? Come ci si sente a morire? Come ci si sente a essere traditi? Ecco come mi sento io. Usato da te. Dovevo pur riscattarmi in qualche modo, no? Fa male, vero?>>
Mi sono messo a parlare con un cadavere ora? Sto impazzendo.

L'ho ucciso. E ora? Che dovrei fare? Perché l'ho fatto? Voglio veramente riscattarmi? No, io volevo ucciderlo seriamente. E ora toccherà a Mikey.

*Mikey's POV*

È domenica e (T/n) sta studiando per il giorno seguente, come una brava studentessa. Va tutto bene...no, non è vero, è arrivata la matematica (oppure una materia in cui fate schifo://).

E tra imprecazioni in...greco(?), urla da pazzi sgravati e lanci di sedie e libri volanti, ecco che qualcuno mi chiama. La voce di Kisaki!

Ehi, Mikey! Ti dispiacerebbe venire un secondo? Ho bisogno di te.

Certo. Arrivo subito.

Senza che potessi dire qualsiasi altra cosa, mi ritrovo in un posto abbastanza illuminato, con al centro Kisaki. È strano, sembra cambiato dall'ultima volta che l'ho visto. È quasi...malvagio? Non saprei.

<<Ehi, che succede? Come mai non ti sei fatto più sentire da ieri? (T/n) e Giada ti hanno cercato per ore per la città. Dov'eri finito?>>
<<Questo non è importante. Io ho ucciso Hanma poco fa.>> Non ci posso credere.
<<Cosa, perché?! Che problemi hai? Perché avresti dovuto farlo? Eravate così uniti!>>
<<PERCHÉ MI HA USATO. MI HA SEMPRE USATO, OK?!? COME SE NON FOSSE BASTATO, DOPO MIA MADRE È SUBENTRATO LUI, CHE FACEVA LE STESSE IDENTICHE COSE! MI HA PERFINO DROGATO PERCHÉ ERO CONTRARIO! NE AVEVO BISOGNO. Lo capisci, vero?>> Esplode, riversando fuori tutto il suo odio e tutta la sua frustrazione.

Mi fermo, distrutto dalle sue parole.
<<Non capisco... Perché non ne hai mai parlato con qualcuno?>>
<<Sicuramente in un modo o nell'altro sarebbe arrivato a saperlo e avrebbe deciso di uccidermi. L'ho solo superato sul tempo.>>

No, ditemi che non è vero. Avevo reclutato un mostro simile nella Toman? Sono imperdonabile. È davvero inammissibile che non l'avessi capito subito. Mi dispiace...
<<E comunque, non posso più tornare indietro. Ora devo uccidere tutti, così potrò essere finalmente fuori da questa storia.>>

Che intende dire?
<<Fuori da questa storia? Che cosa significa?>>
<<Significa che ora morirai. E la colpa è anche tua, perché la Toman stava diventando anche casa mia, e tu mi hai cacciato. E ora, ne accetterai le conseguenze.>>

Con uno sguardo di ghiaccio mi trapassa da parte a parte, togliendomi il fiato. Quando? Perché è così rancoroso?

Da una tasca nascosta della giacca al rovescio, estrae uno strano macchinario rotondo. Non promette nulla di buono.

<<Preparati a morire, bastardo!>>
Lo vedo, lo sento. È terrorizzato pure lui. Non vorrebbe farlo, ma ormai ha perso la ragione. Purtroppo, non c'è più nulla da fare per lui.

Prima che io potessi reagire, si lancia sopra di me con un balzo, facendo cadere entrambi a terra.

Io, Te E Il Terzo Incomodo [Mikeyxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora