Capitolo 1

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*Mikey's POV*

Buio, è tutto buio. Non vedo nemmeno uno spiraglio di luce. Forse non ho nemmeno gli occhi aperti. Eppure non ci riesco, le palpebre non si schiudono. Sembrano quasi incollate.

<<Ciao, Givanni!>> Questa voce. Io l'ho già sentita. Ma dove? Perché mi è così familiare?

<<Ciao, piccola (T/n).>> Lei, (T/n). Allora è ancora viva! Come ha fatto?
Non è possibile, deve essere un sogno. Lei mi ha protetto ed è morta. Non è lei. Oppure sì?

<<Anche tu sei stato portato qui dal nulla, vero?>> Un uomo alto un po' più di me si avvicina. Porta degli occhiali spessi e una capigliatura bionda raccolta in un grande ciuffo. Dove ho già sentito la sua voce?
<<Sì. Qual è il tuo nome?>>
<<Io sono Kisaki Tetta, ma puoi chiamarmi solamente con il mio nome. È un piacere.>>
<<Io sono Manjiro Sano, ma chiamami Mikey.>>

Dal buio riesco a vedere la sua faccia: sembra che anche lui mi abbia già visto da qualche parte...

<<Tu sai perché siamo in questo posto? Cos'è questo luogo così buio?>> Mi fissa un po' prima di rispondere. Forse lo sa, ma non vuole dirmelo. O forse sta riflettendo anche lui prima di sparare una stronzata? Non saprei dirlo con certezza.

<<Ad essere sincero, non ne ho idea. So solo che mi sono svegliato qui. A dire il vero, non ricordo nemmeno cosa stavo facendo prima. Tu invece ricordi qualcosa?>>
<<Sì. A differenza tua, io me lo ricordo perfettamente.>>
<<Davvero? Cosa stavi facendo?>>
<<Io... ecco... Stavo tentando... il suicidio...>> Rivolgo lo sguardo verso il basso, mentre con la mano creo la forma di una pistola e la appoggio alla tempia.

Sono più che certo di aver premuto il grilletto, ma allora perché non c'è il buco del proiettile?
<<Perché avresti dovuto fare una cosa simile, Mikey?>>
<<(T/n) è morta per salvarmi e allora mi sono sentito inutile. Non avevo più un motivo per vivere.>>
<<La ragazza deve essere colei che ha parlato prima, no? E allora perché? Ora hai scoperto che è viva, non hai più motivi per morire.>>
<<Hai ragione. Grazie.>>
<<Di nulla.>> Gli sorrido e lui ricambia. Apro leggermente gli occhi, in tempo per vedere una massa informe dietro Kisaki.

<<Ehi, attento!>> Lo sposto di lato e lo proteggo, tirando uno dei miei calci micidiali alla "persona" dietro di lui.
Lo prendo in pieno, ma si rialza subito e ci parla con una voce robotica.

<<Voi siete Kisaki e Mikey, vero?>> Ha una voce femminile. Solo (T/n) sapeva resistere così tenacemente ai miei colpi. Che sia una sua brutta copia?
<<Dovete sapere che lui è vivo, e lui è morto.>> Dice, indicando prima lui e poi me.

<<Kisaki, tu sei una minaccia e devi morire. Hai cercato di ucciderci e hai innescato tu lo scontro con la Valhalla. Il luogo in cui sono morta. Tu, Mikey, sei morto e ormai non posso farci nulla. Ora siamo dentro la mia mente, ma allo stesso tempo ne sono ignara. In realtà io sono la sua coscienza e sono sempre io che vi ho portato qui. Non ricorderete nulla di tutto questo, perché non è mai successo nulla, intesi?>> Come no... Come pensa di fare?

Rimaniamo a fissarla, senza biascicare parola. Perché Kisaki avrebbe dovuto ucciderci? Se così fosse... No, non credo. Non è QUEL Kisaki Tetta giusto? È solo un omonimo, vero? Eppure è così...vero, originale...

La ragazza si avvicina a passi piccoli e regolari, fino ad arrivarci davanti. Nel frattempo Kisaki si era rialzato dal mio spintone e, con me, ci tenevamo a debita distanza dalla coscienza di (T/n). Lei però continua a camminare indisturbata.

La coscienza stende lentamente la mano, distendendo le dita. Kisaki comincia improvvisamente a essere trascinato a forza verso di lei. Il ragazzo cerca di tentare la resistenza, anche se invano. La mano si appoggia al petto di Kisaki. Rimangono immobili per qualche istante, fino a quando Kisaki si trasforma in pallini luminosi e scompare.

Cerco di correre, ma le gambe sono incollate al terreno. Sono bloccato. A malapena sono riuscito a girarmi con non pochi sforzi. Provo a muovermi ancora, provando a fare qualche passo.

Una mano aderisce completamente alla mia schiena, paralizzandomi. Il mio corpo... non reagisce. Anche le braccia si abbandonano lungo i fianchi.
Sto diventando anche io un ammasso di sbrilluccichii.

<<Goditi le conseguenze delle tue azioni, Manjiro Sano.>> Mi dice con la sua odiosissima voce metallica.

Miriadi di immagini, sensazioni, dolori e tanto altro mi passano per la testa. Sono tutte azioni compiute da (T/n).

Una classe. Ma non è vuota, anzi: è piena di ragazzi più piccoli di me. Saranno almeno una ventina.

<<Hai visto? È stata una buona idea attaccare i banchi. Almeno tutta la classe è venuta, per una volta.>>
<<Si, Veronica, sei stata molto brava.>> Due ragazze stavano parlando tra loro animatamente.

Alcuni di loro parlavano con i vicini, altri con compagni dall'altra parte della stanza. Una gran confusione alberga tra loro, ma sono anche molto uniti.

E poi c'è lei: (T/n). Sta parlando con una ragazzo. Dalla voce sembra il ragazzo di prima. Come si chiamava... GIVANNI. Lui, insomma. Sembrano divertirsi come matti.

L'insegnante entra in classe, accompagnata da un altro ragazzo. In effetti, c'è un banco vuoto vicino a (T/n).

Ritornano tutti ai propri posti, mentre i due alla porta si addentrano un altro po' nella stanza.

<<Ragazzi, da oggi lui farà parte della vostra classe. Si chiama Kisaki Tetta. Non prendetelo in giro per il suo nome, mi raccomando. Kisaki, hai altro da aggiungere?>>
<<No, nulla.>>
<<Allora siediti lì, vicino a (T/n).>>
<<Sì, la ringrazio.>>

Kisaki si avvicina sempre di più alla mia ragazza, mentre sorride. Lei ricambia e gli batte il cinque.

<<Ehi, da dove vieni?>>
<<Non lo so, sono stato adottato e nessuno hai mai avuto il coraggio di dirmelo.>>
<<Ah, scusa allora.>>
<<Mh, poco importa. Nessuno è mai stato mio amico. Ormai è un abitudine restarmene da solo.>>
<<Allora io sarò la tua prima amica! Ciao Kisaki, io sono (T/n)!>>

I due ridono e scherzano per tutta l'ora, finché la campana suona e la professoressa esce dall'aula.

<<Mi fai conoscere gli altri?>>
<<Non aspettavo altro!>>

Io, Te E Il Terzo Incomodo [Mikeyxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora