<<Mamma, mamma..>>
È la piccola vocina di mia figlia a svegliarmi dal mondo dei sogni, lì dove tutti i problemi non esistono e si lascia spazio solo all'immaginazione o a quello che vorremmo fosse reale.
Mi stiracchio leggermente prima di aprire gli occhi e notare che i raggi del sole filtrano all'interno della stanza con molta insistenza, uno sguardo all'orologio posto in alto nella stanza poi uno sbuffo.
Sono solo le 8 di mattina, ormai è sempre questa l'ora in cui mi sveglia perché vuole il latte, con ancora molta voglia di dormire, mi giro dal suo lato ed è proprio lì che i miei occhi si riempiono d'amore.
<<Amore, buongiorno..>> le dico mentre le faccio una pernacchia sul suo piccolo nasino che riesce a farla ridere.
La sua risata è come una droga per me, non so come farne a meno, sorrido mentre continuo ad ammirarla, è così bella la mia bambina..
Fa senso pensare che questa piccola peste sia uscita fuori dalla mia pancia, il frutto dell'amore di me e il mio ex fidanzato con cui ho ancora rapporti per lei.
Ne approfitto per accarezzare i suoi lunghi capelli biondi come i miei e quando i suoi muscoli si rilassano, le lascio qualche bacio sparso di qua e di là, amo viziarla come meglio riesco ma forse non dovrei ma a me non importa, è l'unico affetto sincero che mi appartiene e posso avere quando voglio.
<<Latte, latte... >> continua a ripetermi senza sosta.
<<Va bene amore, te lo preparo subito..>> ribatto mentre tolgo le lenzuola dal mio corpo e poggio i miei piedi a terra che diventano freddi al contatto con il pavimento, un brivido mi attraversa e per questo indosso immediatamente le ciabatte.
Scendo di sotto non prima di averle rivolto un ultimo sguardo, come di consuetudine ormai, mi lascio andare a un lungo sbadiglio mentre recupero il biberon che in un momento viene riempito di latte e subito dopo inserito in un pentolino pieno d'acqua, lo metto sul fornello che velocemente accendo, non sia mai devo svegliare l'intero vicinato con il suo pianto come già è successo in passato.
Mentre che aspetto sia pronto, mi avvicino alle tende che sposto in un lato per permettere che, dinanzi all'apertura delle finestre, nuova aria possa entrare mandando fuori quella intrappolata all'interno.
Ho ancora tanto sonno ma ormai mi devo rassegnare che solo stasera potrò ritornare a riposare sul mio comodo e caldo letto.
Picchietto le mie unghie sulla mensola con una mano, con l'altra invece, recupero il mio cellulare per controllare l'arrivo di nuove notifiche.
"Annalì, oggi posso venirti a trovare? Non dirmi no, voglio spupazzare quella bambina che tanto amo."
Sorrido nel leggere il messaggio di Sofia e mi affretto a risponderle con un: "si, passa quando vuoi".
Sono obbligata a posare il dispositivo e non fare caso agli altri messaggi perché vengo distratta dal rumore del fuoco che diventa sempre più forte, verifico la temperatura e solo quando mi assicuro che sia caldo ma non al punto di scottarmi il braccio che ogni volta sembra oggetto di queste verifiche, lo spengo.
Percorro nuovamente le scale, Dio solo sa quante volte le faccio al giorno e poi magari chi mi conosce, rimane basito di come riesco a rimanere in forma senza rispettare una vera e propria alimentazione..
Ridacchio notando Ginevra tentare di mangiare il lenzuolo, capisco realmente quanto lei abbia fame e prima che la biancheria diventi fradicia, gliela tolgo dalla bocca sostituendolo con il biberon che sembra apprezzare molto di più.
La guardo sorridendo mentre le sposto i capelli indietro, ha solo 2 anni ma riesce e vuole a tutti i costi bere da sola, "ome bibe ianti" (come le bimbe grandi) mi dice lei.
Gli lascio un bacio sulla guancia prima di accenderle la TV e mettere il suo solito cartone preferito: "Cenerentola" nonostante lo veda quasi ogni giorno, non smette mai di volerlo ammirare ancora e ancora una volta.
Magari si vede simile a lei, dopotutto hanno gli stessi capelli e occhi azzurri come i suoi e i miei..
Dopotutto, se vogliamo restare in tema, posso dire che mi somiglia solo in questo, poi per il resto è tutta suo padre.
Un sospiro, intanto però recupero i miei vestiti e mi reco in bagno lasciando la porta aperta nel caso Ginevra avesse bisogno di qualsiasi cosa.
Lascio gli abiti scivolare a terra e entro in doccia permettendo all'acqua di circondare il mio corpo freddo, 10 minuti ed minuti sotto l'acqua per lavar via anche i pensieri. La mia fronte appoggiata sulle mattonelle, palmi al muro, e riecheggiano le impronte delle sue mani che continuo a sentire ancora sulla pelle.
Mi prometto sempre di smetterla, di evitare che il mio cuore continui a pronunciare il suo nome ma non riesco mai a zittirla!
Un respiro profondo mentre mi risciacquo, mi basta solo mettere l'accappatoio che mia figlia fa irruenza nella stanza sgambettando, con un'espressione fiera mi mostra di aver bevuto tutto, recupero il biberon posandolo momentaneamente sul lavandino e prendo lei in braccio facendola sedere sul water non prima però di averle lasciato un altro bacio.
<<Brava amore, ora la mamma si veste e si asciuga i capelli e poi vediamo cosa indossare di bello per te, va bene?>> le sorrido e faccio proprio come le ho comunicato.
L'unica cosa da fare adesso è pettinare i miei capelli arruffati velocemente visto che Ginevra inizia ad annoiarsi.
Ridacchio rivedendo in lei suo padre, solo che a differenza sua, ogni volta che si scocciava, mi stringeva forte tra le sue braccia e ne approfittava per baciarmi, solo così toccavo il cielo con un dito.
È passata mezza giornata ed è già ora di pranzo, oggi per lei ho cucinato pasta al sugo, fettina di vitello e contorno di zucchine così come riporta il suo menù settimanale prescritto dal pediatra.
Fortunatamente lo tengo appeso al frigorifero per evitare di confondere qualche pasto o addirittura invertire le giornate.
Io invece mangerò pasta in bianco e un po' di parmigiano sparso sopra.
<<Mamma..>> mi chiama svegliandomi dai miei pensieri.
<<Si?>> chiedo sedendomi accanto a lei pronta per gustare il mio piatto.
<<Pappa buona>> dice non perdendo tempo a imboccare la sua pietanza.
Sghignazzo e dopo aver portato alla bocca una prima cucchiaiata, afferro il suo bavaglino per pulire le sue piccole labbra fin troppe rosse a causa della salsa, le permetto di bere un sorso d'acqua prima di lasciarla sgambettare a terra verso la poltrona dopo che ha recuperato uno dei suoi giochi preferiti regalati dagli zii acquisiti.
Nel frattempo finisco di mangiare e ne approfitto per lavare adesso i piatti, vorrei evitare di perdere tempo e poi togliere il casino la sera quando vorrei solo dormire.
Improvvisamente si lascia spazio a un silenzio strano che però non mi dispiace, dopotutto ci sono silenzi che cullano e silenzi che urlano.
Silenzi che raccontano e silenzi che omettono.
Silenzi che ti riportano alla realtà e silenzi che ti fanno sognare che solo chi sa ascoltare può capirli.Spazio autrice:
Ehilà!
Eccomi qui con questa mia nuova storia.
Spero davvero che possa piacervi!
Se volete supportarmi, potete farlo con un bel voto e un commento, mi piacerebbe tantissimo sapere cosa ne pensate!
Un bacio.~Annalisa🦋
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𝙄𝙡 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙞𝙖 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖//𝙂𝙞𝙖𝙣𝙡𝙪𝙘𝙖 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙡𝙚
Fanfiction"Non preoccuparti, andrà tutto bene!" "Adesso riposati, ci pensiamo domani". "Non sarai un po' leggera vestita così?" "La prossima volta andrà meglio, vedrai." "Sei bella quando sorridi." "Questi occhi mi fanno battere il cuore forte ogni volta". "S...