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Siamo solo da 10 minuti in Abruzzo e Ercole ha già portato tutta la mia roba nella camera degli ospiti con una certa velocità poiché deve ancora andare a prendere il figlio in aeroporto.
Quanti sforzi stanno facendo oggi, tutto questo per avere qui la mia bambina che finalmente può ricevere quotidianamente, precisamente per 7 giorni, l'affetto del padre che sicuramente le manca..
<<Amore di nonna, vieni qua!>> dice Eleonora rubandola dalle mie braccia e iniziando a riempirla di baci, una sorta di promessa che le aveva fatto a Ginevra in una delle loro videochiamate.
Dinanzi a quell'infinita dolcezza mi ritrovo a sorridere, si vede proprio che entrambe sentivano la mancanza dell'altra ed istintivamente il pensiero va a mia madre che sembra avermi cancellato dalla faccia della terra, un sospiro.
Se fosse così dolce nei confronti di mia figlia come lo è la mia ex suocera, sarei la ragazza più felice del pianeta e invece no, il destino vuole travagliare il mio presente e prendersi gioco di me, da una ragazza madre indifesa alle disgrazie che la vita le ha dato.
Una mano sulla spalla mi fa leggermente sobbalzare ed è proprio quel gesto inaspettato che mi riporta ad una realtà di cui per la prima volta posso dire di trovarmi bene.
<<Annalisa, se vuoi sistemare la tua camera, fallo..mi prendo cura io di Ginevra, tanto resterai qui per due settimane all'incirca..>> mi sorride con fare materno.
Cosa ha appena detto!? Ho sentito bene o è solo una mia impressione? Due settimane? Pensavo solo una o almeno, lei mi aveva annunciato così, perché questo cambio di programma?
Sono una ragazza abituata a stare sempre a casa perché mi so muovere solo nei miei spazi ristretti che ormai conosco alla perfezione, come faccio ad attuare qui la stessa cosa in una casa che per me non è la qualunque?
Qui ho condiviso tanto, troppi ricordi che hanno iniziato ad invadermi, flashback dopo flashback hanno avuto la meglio su di me ogni qualvolta che il mio sguardo dopo molto tempo, si posava su qualcosa, qualsiasi, anche la più banale.
Hanno incominciato a presentarsi precisamente già da quando ho attraversato il corridoio per giungere qui in cucina ad abbracciare Eleonora.
Non posso, non devo, già le ho fatto il favore di venire..direi che basta, no?
E poi non potrei sopportare di vedere giorno dopo giorno il sorriso della mia ex amica che gironzola a casa come l'attuale fidanzata di Gianluca Ginoble dalle mille libertà e sfaccettature.
È vero, sono stata "obbligata" a venire ma pensavo che la visione di quella sgradevole persona sarebbe durata per poco e io avrei dovuto essere forte nel fare finta di niente e mantenere la calma per il bene di mia figlia.
Ma adesso, pensandoci con più calma, mi rendo conto che forse Eleonora, per quel poco che la conosco, ha preferito dirmi una bugia riguardo alla permanenza di una sola settimana perché forse se mi avesse detto la verità al telefono, sapeva già che avrei rifiutato senza darle modo di permettermi di cambiare idea.
Sto per controbattere, provare a dire la mia con educazione e rispetto ma vengo interrotta bruscamente da mia figlia.
<<SIIIIIIIIIIIII!!!>> dice felice saltellando nonostante sia ancora tra le braccia della nonna che la tiene stretta a sè.
Entrambe ridiamo all'espressione buffa di Ginevra che assume sul suo volto, un momento di svago che spinge un pò più lontano i tormenti che mi invadono ma non del tutto! Porto lo sguardo alla mamma del mio ex quando accarezza con la mano libera il mio volto, un gesto materno che tanto mi manca ma non posso darlo a vedere anche se forse l'ha già capito..
<<So che mi vorresti dire no per determinate situazioni ma fallo per tua figlia, guardala quant'è felice! State sempre da sole, senza famiglia e oggi che hai l'opportunità di farlo per 2 immense settimane, vuoi rubare questi attimi alla tua bambolina?>> mi chiede squadrandomi con apprensione.
Mi mordo le labbra guardando mia figlia, lei, poi alterno gli sguardi, indubbiamente le sue parole sono veritiere perché è vero che senza la loro presenza, noi saremmo completamente da sole e non so dove avremmo vissuto senza la bontà di Gianluca, forse sotto un ponte.
<<Va bene, tanto ormai so bene che è impossibile dirti no, però come mi hai suggerito prima, vado in camera a sistemare le cose..>> specifico rassegnata alla crudele realtà e dopo aver lasciato un bacio sulla testolina di Ginevra, vado nella stanza degli ospiti.
Ne approfitto per aprire le finestre e permettere che l'aria nuova possa circolare all'interno dello spazio ristretto, nel frattempo, apro la mia valigia e approfittando di un armadio libero che sicuramente mi ha lasciato apposta Eleonora, inizio a riempirlo dei miei outfit e solo quando finisco, infilo la valigia ormai vuota all'interno, passo poi al comodino dove metto tutto l'occorrente della mia bimba e in base al numero dei cassetti, decido di organizzarli per ordine di importanza/ frequenza.
Solo quando finisco e non so più cosa fare, rivolgo un fugace sguardo allo specchio, mi perdo a notare il mio viso stanco e rassegnato nell'accettare un qualcosa che a me faccia male ma che dall'altro lato, può rendere spensierata la mia bambina.
Sbuffo buttandomi a peso morto sul letto, devo dire che è abbastanza comodo, quasi ridacchio da sola nel ricordare una frase di Charles Bukowski che diceva così: "Credo che il letto sia l'invenzione più grande dell'uomo. Quasi tutti siamo nati lì, si muore lì, si scopa lì, ci si abbraccia lì e si sogna lì"
Già...però è anche vero che quasi tutti piangono nel letto, o almeno, se non sono l'unica ad essere anormale, dovrebbe essere così, ogni volta rimango  stretta sotto le coperte come se fosse l'unica cosa che riesce a darmi il giusto riparo mentre dal mio volto scorrono lacrime amare che vengono a volte illuminate dai temporali fuori.
La verità è che la mia è tutta una messa in scena, una stupida maschera.
Io non sono la ragazza forte che tutti vedono.
non sono quella che non piange mai e che rimane impassibile di fronte a ogni delusione.
non sono la persona felice e sorridente che vedono tutti.
la verità è che sono un'ottima attrice.
ho imparato a memoria la parte, per non sentire domande, per non dover dare spiegazioni.
l'ho imparata per proteggermi....perché se ti mostri debole il mondo ti divora, la gente ti fa a pezzi.
quante volte mentre mi facevano il cuore a pezzi avrei voluto urlare, piangere e spaccare il mondo....quante volte sono rimasta invece ferma, ad ascoltare i pezzi cadermi dal petto, col sorriso stampato in volto di chi sta morendo, ma continua sempre a dirti che va tutto bene.
quante volte avrei voluto parlare con qualcuno, sfogami per tutta la merda che ho dentro, ma sono sempre rimasta muta, tenendo tutto per me, facendo attenzione a non mostrare le crepe di chi sta per scoppiare.
non sono la ragazza che tutti credono....sono fragile, perennemente triste, incazzata con me stessa e il mondo intero.
sono quella che " non sa stare da sola"...cosi mi hanno sempre detto.
sono un'ottima attrice...lo riconosco.
ho imparato a portare questa pesante maschera di finzione alla perfezione.
e non si sa quante volte avrei voluto mandare tutto all'aria, gettare via la maschera e farmi vedere cosi...piccola e fragile, con tutte le mie mille paure e paranoie.
e invece sono rimasta li...con la maschera sul volto, e nel cuore la speranza che qualcuno mi dica: "toglietela, a me non interessa!"
<<Hai già fatto amicizia con il mio letto?>> mi riporta alla realtà una voce, quella bellissima e dolcissima voce...

Spazio autrice:
Ehilà, eccomi qui con un nuovo capitolo scritto di fretta ma spero possa piacervi!
Che ne pensate? Se volete, fatemi sapere qui sotto, come ho sempre detto, ci tengo a saperlo perché per me la vostra opinione è molto importante.
Chi sarà quella voce? E secondo voi, cosa succederà nel prossimo capitolo?
Spero di pubblicare presto e chiedo scusa per il ritardo.
Un bacio, a presto.

~Annalisa🦋

𝙄𝙡 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙞𝙖 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖//𝙂𝙞𝙖𝙣𝙡𝙪𝙘𝙖 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙡𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora