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Ginevra sta insistendo tanto affinché andiamo al parco, continua a dirmi: "tivolo, altalena" così ne approfitto per preparare il borsone con l'occorrente: il ciuccio, la merenda, salviette umidificanti, pannolini e un cambio nel caso si sporcasse.
Prima di uscire però, mando un messaggio alla "ia Sofi" avvisandola che a casa non ci troverà così se vuole raggiungerci, sa dove venire.
Afferro la mia giacca che appoggio nel manico della carrozzina ma Ginevra impaziente come non mai, continua a muovere di qua e di là i miei pantaloni con la speranza che i miei occhi si incontrano con i suoi, sa bene che dinanzi al suo bel faccino riesco a intenerirmi, che birbantella eh e ha solo due anni!
La prendo adagiando il suo corpo delicatamente sul passeggino, subito dopo la rimbocco, non vorrei prendesse freddo, anche perché un'influenza da sconfiggere non la vogliamo.
Finalmente cominciamo il nostro cammino verso il parco, è una bellissima giornata di primavera, il sole è caldo ma non troppo e le poche nuvole bianche sembrano danzare un po' veloce a causa del vento che scompiglia anche i nostri capelli.
La meta non è troppo lontana dalla nostra casa, bastano solo 5 minuti e saremo a destinazione, osservo la mia piccina guardare con curiosità tutto ciò che la circonda e questo mi fa sorridere come una scema.
Alcune persone ci salutano con la mano in lontananza, mi lascio andare a un leggero sospiro, dopotutto con il lavoro che fa il padre di Ginevra, è impossibile non essere riconosciuti, tutti sanno la mia vita, morte e miracoli.. è brutto da dire ma purtroppo è così, anche se non riesco a digerire ciò, non posso fare niente per cambiarlo.
Quante persone mi hanno usata solo perché ero la fidanzata di un uomo famoso e ogni volta che mi ripeto che è l’ultima volta che mi faccio trattare così, ci ricasco, perché il mio cuore sembra di vedere solo la bontà negli occhi della gente quando purtroppo invece non è così.
Scaccio via questi pensieri perché siamo arrivati al parco, la bambina sembra accorgersene ed inizia ad esultare senza sosta, sghignazzo perché anche se non riesce a dire ancora con la sua bocca di prenderla tra le braccia e farla scendere giù, riesce a farsi capire.
E così faccio non prima di averle sistemato il giubbotto, basta solo appoggiare i suoi minuscoli piedi a terra che corre subito verso l'altalena e si lancia sull'oscillante sedile ridendo felice.
Io mi siedo su una panchina vicina e la guardo sorridendo, dopotutto la sua felicità è la mia e vederla così serena non fa altro che riempire il mio cuore di gioia.
<<Amore stai attenta!>> dico in modo autoritario, ho paura che tutta questa allegria da parte sua possa rovinarsi in una pericolosa caduta in cui si sbuccia le ginocchia.
In cambio, mi alza un pollice in sù come a dirmi: "ehy mamma, smettila di essere così pesantona, sono responsabile" ridacchio al mio pensiero mentre le mando un bacio volante.
Ma si sa, la maggior parte dei bambini sono vivaci proprio come lei, infatti si stanca presto dell'altalena e lo capisco quando si mette a piangere per cercare di attirare la mia attenzione, chissà in quale altra giostra vuole salire..
La raggiungo e la prendo tra le mie braccia lasciando che l'odore della sua pelle si faccia spazio tra le mie narici.
<<ti va la merendina?>> le chiedo sistemandole i pantaloni.
Mi fa segno di no con la testa e con le sue piccole dita mi indica lo scivolo a pochi passi da noi, annuisco e con molta attenzione salgo sullo scivolo tenendola stretta a me, solo quando mi siedo e tengo lei tra le mie gambe, mi spingo giù fino alla fine facendola ridere.
Inutile dire che anche la me che tanto si ostina a mantenere il suo ruolo da madre, ritorna bambina riuscendo a divertirsi proprio come Ginevra.
Ah com'è bello vivere nel mondo dei bambini!
0 problemi, pochi pensieri, il male che non è ancora conosciuto e di conseguenza sembra non esistere permettendo alla fine che l'unica cosa che riesce a regnare è la serenità.
Passiamo un'ora divertendoci insieme, poi noto Sofia arrivare avvolta in un maglioncino primaverile che le arriva fin sopra le gambe, e quando si rende conto di essere già stata vista, inizia a salutarci da lontano con un cenno di mano. Si avvicina a noi e non perde tempo nel sbaciucchiare la mia bambina.
<<IA SOFI !>> la chiama Ginevra contenta intascando tutte le coccole.
<<Amore mio, che bella che sei..>>  dice Sofia sciogliendosi subito in un sorriso.
Ama tanto i bambini ma soprattutto va pazza per la mia perché per Ginevra, lei è la zia del cuore e questa scoperta che è avvenuta da poco, non ha fatto altro che far affezionare entrambe ancora di più.
<<Che brava..>> ribatte ancora una volta la mia amica mentre si perde nell'ammirare la mia bambina seduta accanto a me mentre gusta senza l'aiuto di nessuno la sua merenda.
<<Com'è la mela grattugiata amore?>> chiedo accarezzandola ancora una volta.
In risposta, con una mano tiene il piatto, con l'altra invece, porta un dito sulla sua guancia muovendolo velocemente, ridacchio mentre per sicurezza le tengo la pietanza, non vorrei che le cascasse a terra.
<<Oh che dolce..>> afferma Sofia con sguardo innamorato.
<<Tu, come stai?>> mi chiede portando finalmente l'attenzione su di me..
<<Bene, grazie! E tu?>>le rispondo guardandola negli occhi.
<<Sì, tutto bene! Che dici? Andiamo a casa e ti aiuto un po' con le faccende?> mi propone con gentilezza.
Le sorrido, sa bene quando mi serve una mano d'aiuto ma solo perché alle volte sono obbligata a lasciare a metà i lavori domestici per Ginevra che vuole a tutti i costi la sua mamma.
E così facciamo, ci rechiamo a casa e mentre ne approfitto per pulire ogni angolo della mia abitazione, Sofia decide di fare il lavoro più pesante, ovvero quello di fare un bel bagnetto a mia figlia che non è semplice perché inizia a schizzare e a giocare con i giocattoli presenti in acqua.
È davvero così, senza di lei, in determinate circostanze, mi sarei sentita smarrita o forse è meglio dire nella confusione più totale?
L'unica cosa che so è che nessuno al posto suo l'avrebbe fatto se non una migliore amica vera e sincera come lei, una costante nella mia vita di variabili, di casi e problemi.
Da quando è fidanzata, ha una luce diversa, si percepisce a pelle quanto sia grande la sua felicità ed io non posso fare altro che essere contenta per lei.
Dopotutto ha sofferto così tanto in passato per degli amori che l'hanno solo illusa e credo che sia giusto vederla dopo tantissimo tempo, così spensierata tra le braccia di un uomo che a differenza degli altri, la rispetta e non si permetterebbe mai e poi mai di alzarle le mani.
Penso che stiano all'incirca da un anno insieme, e la cosa più imbarazzante è che lo conosco fin troppo bene, per questo prima mi sono permessa di dire qualcosa in più sul suo conto, semplicemente è il collega di lavoro del mio ex.
Ed ancora una volta, tutto sembra collegarsi a lui.

Spazio autrice:
Ehilà, come va?
Tutto bene?
Che ne pensate di questo secondo capitolo? Se volete, fatemi sapere con un voto e anche un commento, mi piacerebbe tanto vedere quello che pensate.
Per adesso sto postando spesso perché sono piuttosto ispirata (cosa che non è da me ahah)
Un bacio, alla prossima!

~Annalisa🦋

𝙄𝙡 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙞𝙖 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖//𝙂𝙞𝙖𝙣𝙡𝙪𝙘𝙖 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙡𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora