diciassette

1.5K 28 7
                                    

in questi giorni il mio telefono a stenti va, è intasato di chiamate e messaggi di mohamed, ma al momento non me la sento né a vederlo né a sentirlo e tantomeno a parlarci.
<<maria finalmente senza le stampelle!>> esclama sara.
<<già>> le sorrido.
<<hai studiato per l'interrogazione di francese vero?>> alza il soppracciglio destro.

che interrogazione?

ho passato tutte i miei pomeriggi distesa nel letto a piangere a dirotto, mangiando vaschette intere di gelato, dimenticandomi di qualsiasi cosa.

<<emh, no>> faccio un respiro con l'inalatore.
<<tocca a me vero?>> alzo gli occhi al cielo.
<<si, te e la pettegola di lucrezia>> si siede affianco a me.
<<eh vabbè, anche se prendo insufficiente avrò il debito, studierò quest'estate>> faccio le spallucce.
<<che ti prende? insomma non è da te dire queste cose>> mi accarezza l'avambraccio.
<<nulla, è solo che io->> veniamo interrotti dall'ingresso della professoressa di francese.
<<ti dirò tutto dopo>> le sorrido senza mostrare i denti.
<<vitali vedo che sei entrata adesso, hai studiato bene per l'interrogazione quindi >> distoglie lo sguardo dal computer fissandomi.
<<contaci>> sussurro causando una risata da parte della mia amica.
<<io volevo dirle che in realtà>> il bussare alla porta cattura l'attenzione di tutta la classe.
<<vitali, sei attesa alla segreteria>> parla lorenzo il bidello della scuola, il mio preferito.
<<la ragazza deve sostenere un'interrogazione, non può venire>> si intromette la professoressa.
<<è un'emergenza>> si impone l'uomo.
<<ti sei salvata, la prossima lezione ti risento>> mi fulmina con lo sguardo.
<<ci si vede>> mi alzo e le faccio il saluto del soldato.
<<lorenzo mi hai salvato il culo lo sai?>> cingo il suo collo con il mio braccio ed iniziamo a scendere le scale.
<<maria devi studiare siamo agli sgoccioli, adesso devi dare il massimo>> mi guarda diventando serio.
<<lo so ma mi ero completamente dimenticata, poi non era una mia priorità>> faccio le spallucce tenendo la testa bassa, senza accorgermene arriviamo in portineria che dava sul cortile della scuola.
<<comunque non devi ringraziare me ma lui>> si ferma e indica una panchina del chiostro della scuola.
era mohamed, non appena mi vide scattò in piedi raggiungendomi.
<<maria>>accenna un sorriso, i suoi occhi erano spenti, vuoti, rossi e contornati da occhiaie ben marcate.
<<sapevo che avevi interrogazione quindi ho deciso di venire>> mi avvicino a lui.
<<non fraintendere, sarei venuto lo stesso, anche se fossi sulla luna>> lo interrompo.
<<taglia corto mohamed, che hai da dirmi?>> incrocio le braccia sotto al seno.
<<maria io volevo chiederti scusa>> abbassa il capo.
<<mi odio con tutto me stesso, odio sapere che tu stai male a causa mia, odio non poterti avere mia, odio svegliarmi e sentire il letto vuoto, odio tornare a casa e non trovarti lì che mi aspetti, odio vederti che per colpa mia non sei più la stessa>> parla a raffica.
<<io ti rivoglio con me>> sussurra talmente piano che fatico a sentire le sue parole.
<<ti prego perdonami>> unisce le mani a mo di preghiera.
<<hai ragione mohamed, anche io ti odio, vederti così disperato non mi fa bene, ma sei stato tu a volere tutto questo>> allargo le braccia.
<<è tutta colpa tua mohamed, se veramente provavi dei sentimenti per me non avresti nemmeno pensato di scommettere su di me>> dico il verbo con espressione schifata.
<<sono stata stupida a potermi fidare di te, sei uno delle poche persone che conoscono veramente la mia storia, sei stato importante per me, ma ho capito solamente ora che vali come tutti gli altri, niente>> scandisco bene il pronome.
<<non è vero maria non può essere così>> scuote la testa piangendo silenziosamente.
<<e invece si mohamed, tu sei stato la prima volta in tutto, ti ho dato il mio corpo e tu ci hai scommesso soldi, non ti vergogni? a 23 anni ancora con queste bambinate, veramente?>> domando retoricamente.
mi giro e faccio per ritornare in classe.
a grandi falcate mi raggiunge e mi prende il braccio e mi fa piroettare su me stessa facendo combaciare i nostri petti <<adesso guardami fisso dentro agli occhi e dimmi se vuoi ancora amarmi o no>> mi parla sulle labbra.
scuoto la testa<<mi dispiace,le nostre strade si son separate>> faccio un tiro con l'inalatore <<ho bisogno di un uomo, ho bisogno di una sicurezza>>lo guardo per l'ultima volta e ritorno da lorenzo.
ho bisogno di vedere andrea, devo parlargli.

ad andrea🦸🏽
bagno del secondo piano, porta un accendino

da andrea🦸🏽
dammi 2 minuti

<<lorenzo io devo andare al bagno, poi ritorno da sola in classe, ci becchiamo>> lo abbraccio ed un po' titubante mi saluta.

<<credo di non essere mai stata così sincera e forse anche un po' cattiva con una persona in tutta la mia vita>> fisso un punto vuoto del bagno.
<<ma ora che gli hai detto tutte queste cose, come ti senti?>> domanda passandomi la canna.
<<mi sento più leggera, ma io lo amo ancora e non è vero che per me non vale nulla>> faccio un tiro <<appena l'ho visto in quelle condizioni mi si è spezzato il cuore>> sbuffo tutto il fumo.
<<nonostante tutto tu lo ami ancora>> parla un po' sconsolato.
<<nonostante tutto si andrea>> do un pugno al muro sentendo le mie nocche pulsare.
<<ma perché devono capitare tutte a me?>> sussurro lasciando scivolare una lacrima.
<<l'amore fa male maria, ma fidati che avvolte serve anche questo per crescere e conoscere la persona che hai accanto>> cerca di consolarmi.
<<vorrei solo sparire per un paio di settimane,andare via di qui>> guardo fuori dalla finestra.
<<tutto passa maria>> mi bacia il capo e mi stringe se.

🎨ciaoo, come state?
vi sta piacendo la storia?
ammetto che per spigare bene cosa provassero i protagonisti ho usato delle frasi di sue canzoni.
a presto!❤️

dopo di noi che succede?// simba la rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora