cap.6

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maria's pov
sento la sveglia suonare e afferro il telefono per spegnerla e mi soffermo a guardare il mio sfondo: uno scatto rubato di mohamed, era pensieroso ma estremamente bello.
rimango per diversi minuti a fissarlo, non riesco ancora a capire che cosa provo per lui, di sicuro è qualcosa di più di una semplice amicizia.
non so se questo sia influenzato dal fatto che lui è il padre dei miei figli o che sia stato la prima persona che ho visto non appena ho aperto gli occhi dicendo frasi che mi rimbombano nella mia testa che mi fanno riflettere.
è molto premuroso nei miei confronti, si preoccupa sempre di me, ieri mi ha portato una giacca perché aveva paura che prendessi freddo, mi ha pagato questa suite, che a mio parere è un po' eccessiva, ma lo apprezzo perché è come se lui volesse darmi tutto quello che può, ho l'impressione che lui è innamorato di me ma ha paura che io non ricambi e che questa cosa lo stia logorando.

mi alzo dal letto e li faccio una doccia e dopo essermi preparata vestendomi con un semplice paio di leggings, una felpa che mi sta un po' grande e delle jordan 4 nere.
mi trucco leggermente con del mascara e un filo di eye-liner e lego i capelli in una coda bassa indossando alle orecchie degli orecchini a cerchio oro.
cerco tra le valigie una borsetta e finalmente la trovo, contiene il mio portafoglio ed un pacchetto di sigarette.

aspettate un attimo, io fumavo?

rimango un po' sorpresa e porgo la mia attenzione sul portafoglio, lo apro e trovo una foto di un bambino, non capisco chi sia.
trovo anche una polaroid che ritrae me e lui, sorridenti, innamorati, felici.
la infilo dentro alla cover del telefono e continuo a frugare nelle tasche del mio portafoglio, trovando la mia carta d'identità.
<<maria rinaldi nata a Iași in romania>> sussurro leggendo il documento.
<<rumena, io sono rumena?>> corrugo la fronte e rimango a pensare qualche istante quando il mio cellulare squilla riportandomi con i piedi in terra, era mohamed, mi avvisa che è sotto l'hotel che mi sta aspettando.
raccolgo tutti i miei effetti personali e mi precipito fuori, impaziente di vederlo.

<<dormito bene?>> getta la sigaretta fumata a metà dentro ad un tombino.
<<si, era comodissimo il letto, tu?>> mi avvicino a lui, il quale mi lancia una delle sue occhiate maliziose.
<< ora che so che stai bene, dormo sonni un po' più tranquilli>> mi sorride per poi aprirmi la porta.
<<ho tante cose da chiderti>> mi allaccio la cintura <<ed io da raccontarti>> lui se la allaccia dietro la schiena << la tua vita è alquanto incasinata>> fa partire la macchina.
<<queste?>> gli mostro le sigarette <<sono tue, anche io adesso fumo le malboro rosse per colpa tua>> ridacchia <<mie?>> sgrano gli occhi <<eh si piccola>> continua alla stessa maniera.
<<beh se vuoi te le puoi tenere>> gliele passo appoggiando il telefono a schermo all'in giù.
grazie alla cover trasparente intravede la nostra foto <<quella è la nostra foto preferita>> commenta immediatamente <<è stata la serata più bella della mia vita>> si passa una mano sulla barba <<mi hai detto che eri incinta e poi ti avevo riportata al sicuro>> sorride come un bimbo.
parcheggia davanti ad un bar e mi guarda <<te lo ricordi questo?>> lo indica, scuoto la testa << beh qui ci siamo visti per la prima volta, tu eri appena tornata da una gara di danza ed io ero qui con i miei come sempre>> sospira <<avevi i capelli bagnati, raffreddata e non appena dicesti a tuo zio che avevi vinto lui volle brindare così ti porse una bottiglia di champagne ma tu eri impedita quindi ti ho aiutata>> ridacchia e io vorrei sotterrarmi.
<<e poi?>> lo sollecito a continuare <<tu stavi andando a casa del tuo migliore amico andrea>> dice infastidito <<sei uscita fumando una sigaretta ed io colsi l'occasione per parlati e poi abbiamo camminato fino a casa mia>> mi guarda e sorride.
<<facevo danza?>> domando incredula <<si ed eri bravissima>> annuisce <<ma non ho mai avuto la fortuna di vederti ballare>>abbassa lo sguardo diventando triste.
<<da quel giorno ho iniziato a frequentare il bar più di quanto lo facessi prima con la speranza di vederti>> mi guarda con le pupille dilatate <<ti ho difeso da un figlio di puttana fino a quando un giorno tornasti da un allenamento con una caviglia rotta, ti ho accompagnata in ospedale e poi quella sera finimmo per litigare pesantemente e tu hai avuto un attacco di asma e non avevi l'inalatore così per placcarlo ti baciai>> si volta verso di me << e tu ti eri incazzata a morte e non capisco ancora il motivo e per alcuni giorni non mi parlasti ed una sera stavi andando da tuo zio al bar e io ti stavo aspettando>> stringe il volante << ti lamentavi perché avevi male e ci mettemmo a parlare ma alla fine ci baciammo diverse volte>> continua alla stessa maniera ed io lo lascio parlare.
<<tutto andava bene, hai conosciuto i miei amici, ti ho portato ad una live, hai avuto la tua prima volta con me fino a quando hai scoperto che la nostra relazione era nata da una scommessa, li ci lasciammo per alcune settimane ma poi ti ho ripresa ed ho scoperto che eri incinta, abbiamo comprato casa e poi è successo questo casino>> pronuncia le ultime parole con la voce tremante.
<<wow>> ridacchio <<che casino>> scuoto la testa.
<<ho una domanda, anzi due>> mi sistemo sul sedile, fa cenno con la testa di argomentare ed io proseguo <<io sono nata in romania? dove sono i miei genitori?>> chiedo ingenuamente e sul suo volto leggo rabbia, tanta rabbia.
<<beh, hai vissuto per 6 anni li, i tuoi erano dei tossici e tu sei cresciuta prima del dovuto, ti sei traferiva in italia perché necessitavano soldi per la roba ma alla fine tu sei stata messa dentro una casa-famiglia e i tuoi in centro, ma scapparono>> deglutisce rumorosamente << poi è arrivato claudio, il don ti ha ridato una vita, però nel periodo che ci lasciammo loro si rifecero vivi e ti proposero di sposarti con uno sconosciuto per guadagnare soldi solo che tu rifiutasti e picchiarono tuo zio>> si gratta la nuca <<così tu accettasti solo che io capii cosa stavi combinando così ti venni a prendere, indossavi già il vestito da sposa>> sospira e poggia la schiena al sedile <<e adesso dove sono?>> incrocia le braccia imitando le manette.
<<che schifo, sembra un film>> sdrammatizzo e lui sorride lievemente.
rimaniamo in silenzio fino a quando io estraggo dal mio portafoglio la foto tessera del bambino <<sono io!>> sorride come un bimbo <<non la trovavo più, ecco dov'era>> si agita continuando a sorridere.
<<rimane mia>> la infilo dentro al portafoglio, sento il suo sguardo su di me, lo guardo <<sei bellissima>>si lecca le labbra.

vorrei baciarlo? assolutamente si.

<<andiamo a mangiare qualcosa dai>> rompe l'atmosfera, annuisco e fa partire la macchina, intreccio la mano che teneva sulla marcia cogliendolo di sorpresa, me la bacia ed accelera.

che casino

dopo di noi che succede?// simba la rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora