Capitolo 13 - L'Unità di Sterminio

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Shin seguì Satria nella parte di edificio destinata ai chanjer. Era una caserma dai soffitti alti e sulle pareti bianche, circa ogni due metri, era stato affisso un quadretto contenente un articolo del Codice di Nova Corvus. Neon dalla luce biancastra illuminavano i locali, rendendo quei luoghi ancora più freddi e asettici. Salirono le scale e percorsero un dedalo di corridoi tutti uguali e spogli. In quella zona si trovavano le camere da letto. Le porte erano in metallo e le finestre, lunghe e rettangolari, erano prive di inferriate. Allarmi e telecamere ronzavano sui soffitti e l'intero ambiente era avvolto da un cupo silenzio.

«Molte squadre sono ancora in missione, altre sono giù alla mensa» lo informò la ragazza, «è quasi ora di cena. Dobbiamo muoverci.»

«Tu hai...» disse Shin, esitando, «hai gli occhi rossi.»

Satria fischiò. «Cazzo! Che attento osservatore. Non lo sapevo.»

«E ti permettono di stare qui?» continuò, troppo confuso per notare il sarcasmo.

«Certo. So combattere, so gestire una squadra e faccio rispettare le regole. Quando mi trasformerò, allora mi uccideranno. Tutto qui.»

Aveva detto "quando", non "se", perciò era consapevole che, presto o tardi, sarebbe giunto quel momento. Gli occhi rossi indicavano che il Livello Uno era prossimo a oltrepassare il punto di non ritorno.

Arrivarono davanti a una porta. Satria digitò alcuni numeri e lettere sul tastierino a fianco e questa si aprì di scatto.

«Allora, cominciamo le spiegazioni così poi andiamo a mangiare» annunciò, entrando nella stanza, «ci avevano informato per tempo del tuo arrivo e un inserviente ha già preparato la camera.»

Shin era troppo stupito per parlare. Si era aspettato un'altra cella stretta e spoglia come quella della prigione, invece si trovò davanti una stanza con un paio di letti, due comodini, un armadio e una finestra.

Satria indicò una porta. «Qui c'è il bagno. La doccia si può fare solo una volta al giorno per tre minuti a persona. Dentro troverai l'occorrente per aggiustarti i capelli e per farti la barba... quando ti crescerà» aggiunse, notando il volto liscio del ragazzo. Shin le tirò un'occhiataccia.

Satria lo ignorò e proseguì. «Purtroppo chi occupava questa stanza è morto un paio di giorni fa, perciò dovrai aspettare che muoia qualcun altro o che arrivi un nuovo soldato per avere un compagno di stanza.»

Shin deglutì. Aveva usato un tono così indifferente e impassibile, mentre pronunciava quelle parole, che gli vennero i brividi.

La giovane si avvicinò al comodino e prese un grosso tomo. Era blu scuro e un corvo argentato circondato da cinque stelle spiccava sulla copertina. «Questo è il Codice. Contiene le regole del Sistema Nova Corvus e la sua storia. Sono riportate tutte le normative vigenti ed è aggiornato. È obbligatorio conoscerne alcune parti a memoria, in caso di interrogazioni e ispezioni, più avanti ti dirò quali.»

Shin lo afferrò. Era incredibilmente pesante. Si chiese che senso avesse fornirgli tante informazioni. Se volevano usarlo come esca, perché dargli camera, cibo e roba da studiare?

«Satria» la chiamò, volendo porre a lei quella domanda.

«Non interrompermi» lo bloccò, «mi farai le domande dopo. Oggi dovrebbe esserci lo sformato di zucchine e non voglio fare tardi.»

Shin tacque, lei proseguì e spalancò l'armadio. «Qui hai qualche divisa di ricambio e gli stivali. Quando sono sporche di sangue, le metti nel cesto e le lasci qui dalla porta, idem per la biancheria. Passeranno gli inservienti e laveranno tutto. Per evitare sprechi e rimproveri, mettila a lavare solo quando è sporca fuori. Se è sudaticcia resisti. Ricorda che è l'apparenza la cosa più importante. La divisa è composta da giacca con cappuccio, pantaloni, guanti, cintura e stivali. Sono nere, così si nota meno il sangue. Sono fatte di un materiale molto resistente ed elasticizzato. Sia giacca che pantaloni sono abbastanza aderenti per non impacciare i movimenti durante i combattimenti.»

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