Capitolo 30 - Fuga

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Hannele Laine era ferma di fronte a loro e li fissava contrariata. I capelli biondi erano impeccabili, stretti in una treccia ordinata che spariva dietro la schiena. Il tailleur grigio non aveva una piega, né una macchia, e fasciava il fisico snello della donna come una seconda pelle.

Shin deglutì. La Vice Governatrice era sola, perciò avevano una possibilità di riuscire a sfuggirle prima che chiamasse i rinforzi. Quello che non capiva, era come avesse fatto a intercettarli lì sotto. A meno che...

«Sei in ritardo» affermò scontenta, guardando Clay. Si avvicinò e i tacchi bassi riecheggiarono nel tunnel. Quando fu accanto a loro, poggiò una mano sul fianco e sospirò. «Sei riuscito a fare tutto?»

Clay annuì. Lei posò lo sguardo su Shin, aggrappato alla spalla del biondo. «Che cosa vi è successo? Perché siete così in ritardo?»

«Shin è stato pugnalato da uno dei soldati e ha rischiato un'alterazione del fulcrum.» Senza contare quello che era successo a Satria e agli altri.

«Mi dispiace.» Mostrò un'espressione contrita, per poi aggiungere in tono più dolce: «il tuo Clan ti sta aspettando, Shin.»

Quelle parole gli fecero sollevare il viso, gli occhi sgranati. «Come sai di loro?»

«I miei uomini sono in contatto con l'Informatore e lui vi aiuterà a uscire una volta che avrete raggiunto il Confine a sud.»

«L'Informatore?» ripeté Shin, confuso, «ma lavora solo dietro compenso, il mio Clan non può permettersi di ingaggiarlo.»

«No, infatti. Chi sta sfruttando soldi e conoscenze per riportarti a casa è Asher.»

Shin fremette e percepì Clay fare altrettanto.

Hannele allungò una mano. «Per prima cosa vi toglierò i trasmettitori, in modo che nessuno possa rintracciare la vostra posizione.»

I due ragazzi le porsero a turno il polso. La donna usò una piccola chiavetta per slacciare i cinturini e liberarli. Con quello stesso dispositivo resettò i trasmettitori e poi li infilò nella borsetta che portava sulla spalla. Terminata l'operazione, Hannele si rivolse a Clay. «Non c'è molto tempo, perciò ascoltami bene. Alla fine del tunnel troverete un cancello protetto da una password. Inserisci questa» e gli passò un foglietto con numeri e lettere scritti alla veloce, «è una chiave speciale per entrare e superare il Confine senza che il sistema di sicurezza lo rilevi. Avrete solo questa occasione. Non sbagliare. Lasciate qui tutte le armi che avete, altrimenti gli scanner potrebbero rilevare il kadmios e bloccarvi l'accesso.»

«Va bene» dichiarò il biondo, infilando il biglietto in tasca, «e dopo?»

«Attraverserete tutta Kraz restando sottoterra. C'è un'intera città sotterranea che potete sfruttare per restare nascosti e dirigervi verso sud. Vi ho preparato degli abiti e alcune scorte di cibo» si tolse lo zainetto che portava sulla schiena e glielo porse. «Troverai una carta prepagata. Ci sono circa 2.000 erdyl dentro e si annullerà automaticamente tra tre giorni. Nello zaino troverai anche una mappa con l'itinerario da seguire per arrivare nel luogo pattuito. Tra tre giorni, alle 17:00, se tutto va per il verso giusto, qualcuno verrà a prelevarvi. Non so se sarà l'Informatore, Asher o quelli del Clan dei Lupi, ma chiunque sarà vi darà un secondo codice per oltrepassare il Confine e raggiungere così la zona dei Clan.»

La donna allungò la mano e Clay fece lo stesso. Se la strinsero, restando in quella posizione per alcuni secondi.

«Ti ringrazio, Hannele, hai fatto tanto per noi. Ti sono debitore.»

Lei sorrise per la prima volta. Si lasciarono, ma la donna alzò il braccio e accarezzò la guancia di Clay con le dita.

«Non dire sciocchezze. Pensate solo a scappare e a sopravvivere.»

Si spostò, fece un cenno a Shin con la testa e avanzò, sorpassandoli e dirigendosi verso la botola. «Buona fortuna.» Disse loro, poi poggiò le mani sulla lastra di ferro e tirò su, attenta a scrutare fuori che non vi fosse nessuno. Il giovane avrebbe voluto sapere di più sul legame tra Clay e Hannele. Di lei aveva appreso solo che era un'amica di sua madre e che aveva continuato ad aiutare Clay anche dopo l'espulsione da Kraz. Si ripromise di farsi raccontare la loro storia, non appena avessero raggiunto un luogo sicuro.

Una volta che se ne fu andata, Clay si mise lo zaino in spalla e rinsaldò la presa su Shin. Per un po' restarono in silenzio, con il ronzio dei neon come unico sottofondo alla loro fuga.

«Penso che qualcuno stia cercando di riconquistarti» mormorò Clay a un certo punto.

«Mi stavo giusto chiedendo quando avresti tirato fuori la questione» replicò Shin, digrignando i denti per il male.

«Non dirmi che non ci hai pensato anche tu.»

«Non mi interessa chi paga, mi importa che ne usciamo vivi tutti e due.»

Clay gli lanciò un'occhiata veloce, per poi riportare l'attenzione sul tunnel. «Dici che si sente in debito? Che sta cercando di rimediare?»

Shin fece spallucce. «Forse. O forse, chissà, vuole che sia io in debito con lui, perché mi conosce e sa che non potrei ignorare una cosa del genere.»

«È stata una sua scelta, perché dovresti essere in debito?» sbottò il biondo, infastidito anche al solo pensiero.

«Perché sta aiutando il mio Clan, pagando l'Informatore e ci permetterà di fuggire. Come Capo non posso ignorare un aiuto del genere da un altro Clan. Dovrei ripagarlo.»

Clay sbuffò. «E perché ho l'impressione che lui non sia interessato ai soldi?»

«Non mi importa cosa vuole. L'unico modo in cui posso ripagarlo è in soldi o fulcrum, il resto è fuori discussione.»

«Parlando di cose che non mi facciano venire un violento istinto omicida» disse Clay con un sospiro, «una volta che avremo raggiunto il cancello e superato il Confine, per prima cosa cercheremo un posto dove riposare. Così avrò modo di controllare la ferita e farti una fasciatura decente.»

«Va bene.» Ormai quasi tutto il peso di Shin gravava sulle spalle dell'altro. Faceva fatica a camminare, si sentiva stanco sia per la ferita sia per la massiccia dose di fulcalm assunta. Puntò lo stivale e rischiò di cadere in avanti, ma Clay lo intercettò, stringendolo tra le braccia.

«Ti porto in spalla» dichiarò, spostando lo zaino e infilandoselo davanti perché gli ricadesse sull'addome.

Shin scosse la testa. «Devi già portare lo zaino, lascia perdere. Ce la faccio.»

Clay non lo ascoltò. Alla fine si sistemò Shin sulla schiena, mise le braccia sotto le sue cosce e intrecciò le mani per sostenerlo. Ricominciarono ad avanzare e Shin poggiò il viso sulla sua spalla. Restarono in silenzio fino a quando non raggiunsero il cancello di cui aveva parlato Hannele. Era una spessa lastra di kadmios rinforzato alta un paio di metri, dalla forma rettangolare e affiancata da un pannello.

Clay afferrò il foglietto con la password dalla tasca e si avvicinò alla consolle. Prima di digitare il codice, respirò profondamente, quasi temesse che l'agitazione potesse fargli premere il numero sbagliato.

Una volta raccolta la sua determinazione, il biondo iniziò a pigiare i tasti. Shin osservava ogni passaggio senza emettere un fiato, pure lui spaventato che qualcosa potesse andare storto.

Terminato il procedimento, una lucina verde si accese sopra la porta, che sparì con uno scatto verso l'alto. Clay non perse tempo. Rinsaldò la presa sotto le gambe di Shin e avanzò, superando il Confine e rientrando dentro Kraz.

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