Quel mercoledi.

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Tutto, ma proprio in tutto.
Mi faceva tante sorprese a distanza, fogli, lettere, audio,canzoni. Mi stavo affezionando troppo e speravo che almeno lei non se ne andasse. Lei che stava diventando tanto importante per me. Troppo.
Un giorno mi disse che doveva venire nel paese della mia scuola a fare ginnastica artistica e proprio a quell'ora uscivo io da scuola. Non esitò a dirmi che sarebbe venuta da me a ricevere il primo fottuto abbraccio. Ci mancavamo così tanto anche se non ci eravamo mai viste. Si, fa strano, ma io e lei eravamo troppo importanti l'una per l'altra.
Era il 13 maggio. Il giorno dopo eravamo migliori amiche, anzi sorelle da un mese.
Ansia. Solo ansia e felicità.
L'avrei vista. Le avrei dato quel abbraccio che volevamo da un mese.
Suonò la campanella. Uscii dalla porta e la vidi. Non ci potevo credere, era lei. Li, davanti a me. Le corsi in contro senza vedere che una macchina stava per investirmi. Ma infondo, era per lei. Ero tra le sue braccia finalmente e le lacrime mi caddero senza controllo. Nessuno ci avrebbe divise. Tranne che per un piccolo inconveniente: il mio migliore amico era lì. Non ci feci molto caso ma avevo una strana sensazione come se qualcuno li mi completasse. Con capendo bene chi fosse lasciai perdere quella domanda e me ne fregai. Finalmente l'avevo abbracciata, e avevamo sconfitto la distanza. Mi accompagnò al pullman e ci abbracciammo di nuovo, adoravo stare tra le sue braccia. Alzai lo sguardo e lo vidi. Lui, era lì. Il mio migliore amico era lì. E intanto mi guardava. Mi mancava ma non sarebbe tornato, per cui girai lo sguardo. Salii sul pullman e desiderai che venisse anche lei con me ma non poteva. La salutai dal finestrino e per tutto il tragitto dalla mia scuola a casa mia pensai a tutte le emozioni di quella fottuta giornata, troppe. Ero in tachicardia e respiravo male, ma non importava. Tornai a casa e raccontai tutto a mia madre che stupita mi disse che avevo un amica stupenda. Le dissi che non era mia amica, era mia sorella per scelta. Le scrissi, pur sapendo che era a ginnastica artistica, un messaggio kilometrico che ricambiò facendomi scendere le lacrime di gioia. Lei era la mia gioia, il mio sorriso, il mio stare bene. Mi mandò il video in cui ci abbracciavamo, e cazzo, era stupendo. Mi addormentai col sorriso grazie a lei.

Storia di un'amicizia fuori dal normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora