quella volta...

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Il vento soffiava sul collo , quella sensazione  di una delicata carezza sulla pelle la potevo comparare ai suoi baci caldi pieni di passione.
Era una splendida mattinata , il paesaggio sembrava esser uscito da un libro talmente che risultava straordinario.
-che ci fai li ?
- sto guardando le montagne. Sono stupende.
- perché allora non mi hai svegliato, potevamo guardarle insieme .
- si si certo ...haha

Anche non vedendolo sentì che si alzò dal letto , mi venne vicino e mi cinse i fianchi, avvicinò il suo viso al mio orecchio e mi sussurò - Ti amo - in un modo che lui solo sapeva render unico .

- anche io ti amo ,forse anche di più sai .
Lui sorrise e continuò a darmi piccoli baci ... Leggere carezze percorrevano le mie braccia arrivando alle spalle e scendendo ancora formando una specie di ciclo continuo.

_______

In salotto ;
Lui leggeva un libro sulla poltrona e io lho guardavo mentre con la mano giocherellavo con la collana che mi aveva regalato per il fidanzamento; un semplice punto luce , un diamantino che mi ha fatto luccicare gli occhi appena ha toccato le mie mani , nella scatolina rossa di velluto c'era un bigliettino con le mie e le sue iniziali
A+ F

Bastò una risata appena percettibile a fargli alzare gli occhi .
- Perché ridi ?
- Stavo pensando alla proposta di matrimonio...come facevi a sapere che le rose rosse e le lavande sono i miei fiori preferiti
- perché lo domandi a un mese che siamo sposati e non l'hai fatto prima ?
Ormai aveva posato il libro sul tavolino quindi dovevamo continuare la discussione.
- Sai ieri notte ho fatto un sogno , che in realtà era un ricordo di quand'ero piccola. Ero con la famiglia di mio padre e c'era questo particolare che avevo dimenticato.
Avevo in mano gli stessi fiori con cui mi hai fatto la proposta di matrimonio.
Come facevi a sapere che adoravo quell' abbinamento di fiori?
- quando mi portasti a conoscere la tua famiglia, la sera tuo fratello mi disse che li adoravi come fiori però io volevo fare le cose in grande quindi li ho riservati per l'ultimo.
- ho sposato un genio .
- bhe d'altronde hai sposato Francesco Gagliani , no?
- scemo .
Andai vicino a lui per baciarci e mentre stavamo per farlo la porta bussò , lasciammo perdere e continuammo la danza con le nostre labbra ma la porta continuava a disturbare quindi io sbuffando andai verso il portone di legno  e lo aprii .

Silenzio.
Solo silenzio e tante domande .

- Matteo ... Che ci fai qui.
- Ale , ascoltami ti prego . Ti chiedo solo questo .
- Devi andartene, ora .
– Amore che succede?.
Mio marito, Francesco era venuto a controllare il motivo di quelle voci alte che si spargevano per il piano terra.
- Nulla , se ne stava giusto andando.
-Chi è lui ?
-Mio marito.
-Francesco piacere .

Francesco tese la mano a Matteo con cordialità mentre io mi sentivo morire dentro ;

Matteo strinse quella mano tanto per educazione, vedevo il suo sguardo inorridito dalle parole che avevo pronunciato " mio marito" .
Sembravano dargli ribrezzo.

- Che ci fai qui , cosa vuoi.
- Non sapevo ti fossi sposata .
- Sono passati 5 anni da quando mi hai lasciata .
Guardai Francesco, lui iniziava a capire la situazione ma mi fece gesto di farlo entrare.
- Volevo solo parlarti...
- Va Bene entra - dissi io sbuffando.
_______

Andammo in salotto , e lo feci accomodare porgendogli una tazza di caffè, dopotutto eravamo amici un tempo...
Francesco stava per andarsene ma gli afferrai il braccio e gli sussurrai di restare , ma come giusto che sia restò in disparte appoggiandosi a il muro che avevo dietro .

- Allora?
- Volevo scusarmi .
-Tutto qui? Bene ora puoi andare .
- Io.. volevo sapere se ...
-Cosa - disse Francesco.
- Ho sbagliato è vero , ho avuto tanti sensi di colpa per questo , però sono venuto per sapere se era vero.
-Si è vero da come ho detto prima ci siamo sposati, grazie per gli auguri ma non dovevi scomodarti cosi tanto - lo dissi in modo sarcastico tantoché vedevo come gli arrivavano le mie parole .
- No aspetta , io volevo sapere se aspettavi un bambino...

Restai senza fiato .
Cercai di nom darlo a vedere o almeno ci provai . Un respiro mi gelò il sangue per un instante.
-Si ... ero ...aspettavo tuo figlio, l'ho scoperto due mesi dopo che  eri andato via , ma alla fine ...

La cosa non era stata facile e parlarne non migliorava la situazione.
Francesco poggiò una mano sulla spalla e mi abbracciò.
Matteo era sconvolto, aveva la mano che gli copriva la bocca e gli occhi erano vuoti.
-Mi dispiace ....io, io non sarei dovuto venire mi dispiace.
- Anche a me dispiace. Lo guardai con forza , e poi mi alzai .
Francesco lo accompagnò alla porta , io ero sul divano.
Navigavo nel vuoto.
In cerca di qualcosa a cui aggrapparmi , ma finivo con lo sprofondare sempre di più.

L'ULTIMO RESPIRO TRA LE ONDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora