5_In prima pagina

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-Allora?!?- urlò nuovamente Arthur all'auto oscurata -Coniglio! Esci!-.
Pur carico di furia e coraggio, Arthur tremava, poteva succedere qualsiasi cosa. Era appena iniziata la resa dei conti -Vuoi uscire o no?!?!- ripetè.
A sto punto, dopo un'altra non risposta, andò a bussare alla portiera.
Nulla.
Bussò più forte.
Nulla.
Bussò più volte.
Nulla ancora.
Così, prese coraggio e tirò la maniglia spalancando la portiera, ma con suo stupore l'interno dell'auto era completamente vuoto.
Arthur confuso si girò dalla direzione opposta e notò un'auto uguale che si era appena fermata.
Corse verso di essa, ma dovette fermarsi alla sinistra di una via, il quale fondo era occupato da un'altra auto dello stesso tipo. Girandosi sulla destra notò che anche tutte le macchine parcheggiate erano uguali. Così anche ognuna di quelle che passava per quelle strade, tutte erano dello stesso modello e avevano lo stesso identico colore.
La cosa più strana è che quelle auto erano diverse alcuni minuti prima.
-Ma cosa diavolo sta succedendo?!?-.
Corse nella direzione nella quale era scappata Romilda, perché sapeva che potesse essere in pericolo.
Stava succedendo "qualcosa".
"Cosa" non si riusciva a capire.
Ma era "qualcosa".
Già. Stava accadendo "qualcosa".
Arthur era preoccupato e correva rapidamente guardando in ogni direzione cercando Romilda ovunque, finché non la vide in lontananza.
-Romilda!!!!- urlò, ma lei si voltò e continuò a correre, così Arthur si girò anch'esso e notò che quell'auto era dietro di lui. Così corse cercando di recuperare Romilda -Scappa!!!!- urlò lui, mentre lei si sentiva piangere dalla disperazione anche da lontano.
Mentre correva, tentando sia di stare a distanza dall'auto che raggiungere Romilda, il cielo si scurì improvvisamente e inziò a diluviare.
-Che?!?- affermò confuso Arthur, trovandosi poi ad alcuni metri di distanza da Romilda.
-Aspetta! Romilda! Svolta a destra, andiamo a casa mia!!!!- urlò lui, ma Romilda probabilmente non aveva sentito e svoltò a sinistra.
Arthur raggiunse il viale dove aveva svoltato e si ritrovò Romilda che stava camminando veloce verso di lui, ma che si bloccò pietrificata urlando -Vattene!- e Arthur girandosi di spalle vide l'auto che aveva imboccato il viale.
Romilda proseguì lungo esso ma dovete fermarsi in fondo, poiché era un vicolo cieco. Arthur la raggiunse e guardò in alto invano, alla ricerca di una scala o qualsiasi altra cosa che li potesse aiutare ad uscirne da quella situazione.
Non c'era niente.
La pioggia era sempre più violenta e batteva sul terreno come i proiettili di 100 mitragliatrici. Il buio stava inghiottendo Romilda, Arthur, l'auto scura e l'intero vicolo.
La macchina dai vetri oscurati ormai era a pochi metri da loro e riusciva a passare per pochi centimetri fra le pareti spesse.
-Basta!!! Stai esagerando!!!! Questo è troppo!!! Io non ho fatto nulla di male, non mi merito questo!!!!- urlò impanicata e disperata Romilda
-Stai tranquilla, andrà tutto bene. Ci sono qui io con te, stai tranquilla- tentò Arthur di calmarla, anche se era tremante e preso dal panico anch'esso.
L'auto si fermò, lasciando che i fanali accesi e accecanti illuminassero Arthur e Romilda, che si erano accucciati, quasi seduti in terra, sapevano che molto probabilmente erano ad un passo dalla morte. Ma perché tutto ciò?!
-Basta!!!! Basta!!!! Fermati sei ancora in tempo! Non fare niente!!!!! Basta!!!!- urlò lei, ma la figura scese dall'auto, oscurata dall'ambiente circostante, ma si poteva notare la sua presenza.
-Ti prego....fermati! Perché tutto ciò? Perché? A quale scopo? A quale scopo? Non ce n'è alcun bisogno!!!- affermò implorante Arthur. La figura restò nell'ombra, ma i fanali riuscirono ad illuminare una pistola tenuta in mano da esso. A quel punto Romilda aveva perso del tutto le speranze, ma comunque pregò nuovamente la figura -Non devi farlo...non sei costretto a farlo. Io non ti ho fatto niente. Ti prego. Perché ciò? Per favore pensaci...-
-Davvero, non farlo...- lo pregò anche Arthur  -...ti prego...-
-Non posso...non farlo- ammise la voce distorta della figura e da quella pistola ferma e decida, partirono 7 rimbombanti colpi che colpirono Romilda mortalmente trafiggendo: intestino, bacino, rene,  polmone, spalla, occhio sinistro e cranio.
Arthur cadde disperato fra le braccia del corpo esamine della sua migliore amica, scoppiando in un pianto disperato -Perché?!?!- urlò lui
-Sai perché...- affermò la figura -...non potevo fare altro-
-Sì che potevi fare altro...non eri costretto. La tua mente ti ha fatto fare ciò, ma non dovevi!!!-
-Non ho potuto fare altro... Mi dispiace- affermò la figura oscurata, ma che puntava ancora la pistola
-Io non volevo accadesse ciò...non volevo....io volevo proteggerti! Dovevo proteggerti e non me lo lasciavi fare! Io ci ho provato!!!- urlò lui al corpo di Romilda
-Non hai provato a combattere, non hai fatto nulla. Nulla! È tutta colpa tua...- affermò la figura -E ora devi pagare...-
Arthur posò il corpo e, inginocchiato, si girò verso la figura -Va bene! Fallo!-
La figura si mosse lentamente verso la luce dei fanali, mostrandosi poco per volta, finché Arthur non risucì a vedere il suo viso di fronte a sé.
Quell'uomo, che impugnava la pistola era uguale identico ad Arthur
-Ma...- affermò Arthur in ginocchio
-Lo meriti. Io lo so....- disse l'altro, facendo scendere delle lacrime -...lo so!- e detto questo si sparò i testa.
Arthur aveva appena visto se stesso morire di fronte a sé e ciò lo aveva scioccato.
-Che...- affermò inizialmente confuso Arthur, ma poi si accorse che aveva smesso di piovere, in compenso tirava un forte vento. Esso portò sotto il naso di Arthur un giornale.
-No....io non volevo...- affermò lui leggendo la prima pagina che dava la notizia "8 febbraio 2024: Il caso di omicidio-suicidio. Trovati in uno stretto vicolo, i corpi di due giovani ragazzi, morti uccisi dal ragazzo di 24 anni Arthur Pattinson. La ragazza era la studentessa 21enne Romilda Butter. Ancora non si sanno i motivi di tale gesto, ma la polizia sta indagando per trovare un senso a questo caso".

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