Arriviamo in un posto gigante. Era pieno di guardie a palme dappertutto.
Arriviamo in una casa gigante tutta bianca e mi prendono per il braccio per farmi scendere.Mi fanno entrare nella casa. Era fatta il legno ed era tutto di lusso, c'erano delle scale che portavano al piano di sopra e davanti c'era un uomo di carnagione scura che mi guardava male.
X: Portala di sopra. Stanza orinoco.
Dice una donna dietro di me.L'uomo mi prende dal braccio e mi fa salire le scale per entrare in una stanza.
IO: Perché sono qui? Per chi lavori?
Dico ormai entrata nella stanza.X: La cena è alle 20. Io mi darei una ripulita.
Dice guardandomi dall'alto verso il basso.IO: Dimmi solo cosa vogliono!
Urlo ma ormai lui era già uscito.Provo ad aprire la porta ma era chiusa a chiave, iniziai a cercare qualcosa per la stanza ma trovai solo dei vestiti rossi nell'armadio che si trovava accanto alla finestra.
Sopra c'era un cartellino con scritto "scegli la tua taglia".
Avevo bisogno di ripulirmi.
Andai nel bagno e mi feci una bella doccia, non era il momento ma ne avevo davvero bisogno.
Uscii dalla doccia e mi asciugai poi presi l'intimo e il vestito e lo indossai. Era bellissimo.
C'erano dei trucchi sul lavandino perciò li presi e mi truccai leggermente e infine mi asciugai i capelli.
———
Alle otto una donna venne ad aprire la porta della mia stanza e mi portò al piano di sotto.
Entrai in una stanza e vidi un uomo girato di spalle.IO: Ehm, mi scusi?
Si girò e scoprii che era Rafe. Fin dall'inizio lui e suo padre stavano lavorando ad un piano per catturarci.
IO: Sapevo che c'eravate tu e Ward dietro tutto questo.
RA: Ma di cosa stai parlando? Vuoi immischiarti nel mio accordo?
Chiede arrabbiato avvicinandosi pericolosamente a me ma una voce ci ferma.X: Mi chiedevo se rivedendovi avreste fatto scintille.
Era un uomo con la barba nera e aveva i capelli tirati indietro, portava un rolex al polso e aveva vestiti tutti firmati.RA: E tu chi sei?
X: Io? Mi chiamo Carlos Singh. È un piacere conoscerla Sig. Cameron. E sig.na Johnson, mi scuso per i modi bruschi con cui è stata portata qui. Ma vi prego, venite qui. Sedetevi, non mordo.Rafe mi guarda e m'incammino verso una sedia.
RA: Modi bruschi. E io, allora?
SI: Lei, sig. Cameron, con un falso pretesto. Ma il fine giustifica i mezzi, temo. Si sieda. Abbiamo molto di cui parlare.
IO: Perché siamo qui?
SI: Sig.na Johnson, sig. Cameron, abbiamo degli interessi in comune. O meglio obiettivi.
RA: Non siamo qui per la croce?
SI: Esatto. Si tratta della croce, ma anche di qualcosa di molto, molto più grande della croce.
Dice guardando un quadro dove c'era ritratto un uomo girato di spalle che aveva difronte a lui una città piena di oro.
SI: Per ordine di grandezza, il completamento di una grande missione. Vedete, si dice che, 450 anni fa, un soldato spagnolo uscì dal bacino dell'Orinoco con delle pepite d'oro. E quando gli chiesero da dove venissero le pepite, il soldato spagnolo disse di averle avute da una pacifica tribù indigena che viveva in una città d'oro. El Dorado. E, per i successivi 450 anni la gente ha cercato quell'oro. Ci hanno provato. Conquistatori, cavalieri, capitàni di navi, tribù, intere nazioni. Tutti in lotta per la fine dell'arcobaleno. Migliaia di vite accostate sulla pura delle Febbre dell'Oro. E ora tocca a me. Tocca a me portare al termine la missione. Chiudere il cerchio di una ricerca che va avanti da quasi 500 anni. Forse la più grande ricerca nella storia dell'emisfero occidentale. E voi due...avete un ruolo in tutto ciò. Che mi dice Sig.na Johnson? Le interessa il passato?
IO: Penso di più al futuro.
RA: Non ho ascoltato una parola. Per quanto continuerà a filosofare?
SI: Lei è diretto, vero, sig. Cameron?
IO: Che cosa vuole da me?
SI: Credo che lei è i suoi amici abbiate qualcosa che può aiutarmi a ottenere ciò che voglio.
IO: Ovvero?
SI: Un antico manoscritto. Un diario, in realtà.Il diario di Denmark Tanny.
RA: Non so di cosa stia parlando.
IO: È ridicolo. Non ne so niente al riguardo.
SI: E come facevate a sapere che la croce era sulla Royal Merchant?
IO:...Senta, io vorrei aiutarla, ma non posso.
SI: Speravo che non lo dicessi. Perché, purtroppo, non ti credo. Senza il diario, tu e il tuo amico non avreste trovato la croce.
IO: Lui non è mio amico.
SI: Non possiamo essere tutti amici.
RA: Sentite, è ridicolo. Ok? Io mi tiro fuori.Rafe si alza con le mani alzate ma una guardia lo ferma.
SI: Le sembro un idiota, sig. Cameron? Lei ha la croce. La ragazza e i suoi amici avevano la croce. Perciò uno di voi ha il diario. E se davvero lei non ne sa niente, convinca la sua amica a parlare. Quando avrò il diario...potrete andarvene.
SI: Godetevi la vostra permanenza. Però vi avverto. La mia pazienza ha un limite. Avete un giorno. Andate alla finestra per una dimostrazione.
Ci portano nella stanza e ci chiudono di nuovo a chiave.
RA: Ehi! Hai già finito di parlare? EHI!
IO: È chiusa a chiave.Vado verso la finestra e vedo degli uomini che temevano Portis.
RA: Chi diavolo è quello?
IO: Lo conosco. È Jimmy Portis. Stava cercando di aiutarmi.Sal Singh prende una pistola e va verso Portis.
RA: Oh, no.
Si sente il colpo e mi giro immediatamente.
RA: Questo diario. Ehi, niente stronzate.
Dice girandosi verso di me.
RA: Non prendermi in giro, ok? C'è l'hai o no? Val?
IO: No.
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P4L || JJ Maybank 3
FanfictionDopo un mese passato in un'isola deserta con i suoi amici, Valery torna a Kildare, ma sarà tutto come prima? La relazione con JJ dopo litigate e litigate andrà a buon fine?