odiavo andare alla feste di lavoro di papà.
che poi non erano proprio di lavoro, erano più discoteche affittate per far sballare gli interi team di formula 1, dai meccanici ai piloti e, per mia sfortuna, anche i TeamPrincipal.
e di solito i figli o le figlie dei TP non erano mai a queste feste, anche perché al massimo avevano 8 anni.ma quando hai 21 anni e sei la figlia di Toto Wolff, ti lasciano andare da qualunque parte, perfino qui, dove mi trovo ora.
sto bevendo il mio drink, nella speranza che mio padre mi chiami per dirmi che andiamo a casa, ma invece è sui divanetti con mia madre avvinghiata sopra di lui che raccontano la storia di come si sono conosciuti e mi hanno avuta accidentalmente.
si esatto, perché non sono nata da un matrimonio felice, no, sono nata da un accidentale notte di sesso che si è poi trasformata in un matrimonio felice, da dove poi sono usciti altri due figli, i miei fratelli, due mostri che amo.
mi guardo intorno, sperando di trovare una buona anima che mi riaccompagni gentilmente a casa, ma non la trovo e sfortunatamente mi si avvicina il più stronzo degli stronzi, nonché il mio migliore amico, Sir Lewis Hamilton.
«Alice, ragazza, sappi che Leclerc ti sta fissando da circa, vediamo, tutta la sera si» mi prende il drink dalle mani e ne fa un sorso.
«buon per lui, non so nemmeno chi sia» scocciata riprendo il mio drink.
«andiamo non puoi non sapere che è il nuovo gioiellino della Ferrari» adesso a rubarmi la mia bibita è Daniel Ricciardo che si accomoda sulla sedia accanto alla mia guardando nella stessa direzione in cui guardiamo noi.
«primo, la smettete di rubare il mio VodkaLemon, grazie, secondo non mi interessa, voglio solo tornare a casa. non è che uno di voi due mi accompagna per caso?» supplico entrambi con lo sguardo ma nessuno dei due mi sta ascoltando.
«sai i vostri figli sarebbero davvero dei boni, insomma, con dei geni così» dice Daniel mentre indica lui e poi me.
«va bene, voi non siete d'aiuto, vado in bagno e poi cerco qualcuno che mi accompagni a casa» scendi dalla sedia e lascio un bacio sulla guancia ad entrambi.
mentre cerco la porta del bagno, trovo uno stanzino.
dato la mia curiosità ci entrò dentro e quando trovo solo un mobiletto e qualche scopa ci rimango male.
sto per uscire quando un ragazzo entra con me nello sgabuzzino.
«mi hai seguita?» chiedo sconvolta guardandolo in faccia.
«probabilmente» si gratta la nuca imbarazzato.
capelli castani un po' spettinati, occhi chiari, il velo di barba che gli ricopre il viso, un sorriso bellissimo e i primi due bottoni della camicia slacciati che lasciando intravedere il petto.
«siamo stretti qui» dico evidenziando l'ovvio
«lo so» si avvicina ancora di più a me, facendo sì che adesso i nostri visi siano a pochi centimetri di distanza.
«che vuoi Leclerc?»
«mi devi ancora un bacio» mi sfiora il mento e le nostre labbra sono a un millimetro di distanza.
«ti ho già detto quella sera Leclerc che di baci non ne avrai, almeno non finché non mi ridai il bracciale che mi hai rubato» allontano le nostre labbra, tirando indietro la testa, sbattendola tuttavia contro il muro.
già non era la prima volta che avevo il piacere di fare la conoscenza di Charles Leclerc.
erano esattamente tre settimane che pensavo a quegli occhi chiari e a quelle labbra al sapore di vaniglia.
tre settimane da quando ci siamo baciati in discoteca.
ma non un bacio qualunque.
un bacio che doveva solo aiutarmi a levarmi un tipo molesto di torno che si è trasformato in uno scontro di lingue ed un attacco di corpi che è durato per 25 minuti prima che Lando Norris ci interrompesse, altrimenti non so se ci saremmo fermati solo ad bacio.
«Wolff sappi che non me ne andrò da qui, e nemmeno tu, finché non avrò ottenuto un tuo bacio» le sue dita finiscono velocemente sotto il mio mento, obbligandomi a guardarlo dritto negli occhi.
occhi a cui ho pensato costantemente nelle ultime tre settimane.
quel bacio con Charles sarà la mia condanna, ne sono sicura.
«è una minaccia?» chiedo reggendo il suo sguardo
«una sottospecie» si avvicina ancora di più facendo sii che le punte dei nostri nasi siano attaccate.
«cosa aspetti a baciarmi Leclerc?»
e come un affamato si fionda sulla mia bocca facendo incollare le nostre labbra.
le mie mani vanno automaticamente sul suo petto mente lui ha un braccio intorno alla mia vita ed una mano sul mio viso, trattenendomi a se.
«dio sono tre settimane che aspetto questo momento» dice con voce rauca sulle mie labbra facendomi sorridere.
«vale lo stesso per me» le parole mi escono in un sussurro, ma lui le sente benissimo e torna a baciare le mie labbra, in un modo che mi manda fuori di testa.
la sua lingua e la mia ballano insieme una danza che conoscono solo loro, non lasciandosi andare nemmeno per un attimo.
porta una mano sotto la mia coscia tirandomi su quando «oh cazzo» dice una voce che conosco fin troppo bene.
«dio ma voi due sempre a limonare siete?» chiede Lando con una faccia a dir poco scioccata.
«dio Norris, è la seconda volta che ci interrompi, chiudi questa cazzo di porta e vattene» gli intima il moro che mi tira ancora più stretta a sé.
«ok ok scusate, solo, siate più discreti la prossima volta» alza le mani il pilota della McLaren richiudendosi la porta alle spalle.
«quel ragazzo ha un talento nell'interromperci» dice Charles facendomi ridere.
«già, però ha ragione, poteva essere mio padre e sinceramente non voglio che ti faccia buttare fuori pista da Lewis» le mie mani sono dietro il suo collo, mantenendo così la giusta distanza per guardarlo negli occhi.
apro la porta dello stanzino quando lui mi ferma dicendomi «domani sera ti porto a cena, quindi non prendere impegni» e mi fa l'occhiolino.
«allora ci vediamo domani sera» agisco d'impulso e gli do un ultimo bacio a stampo sulle labbra.
«sai, mi farai impazzire» dico sorridendo.
«tu l'hai già fatto» mi risponde.
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FORMULA 1 - one shot
Fanfictionserie di one shot sui piloti di formula uno. livelli di spicy: 🟢=basso 🟠=medio 🔴=alto se avete richieste scrivetemi🫶🏻