🟢Oscar Piastri

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...
non avevo vinto il Grammy.

la mia quarta candidatura ed ancora nessun Grammy.

era una settimana che ero chiusa in casa, a mangiare schifezze e piangere sulle canzoni di Taylor Swift.

<<piccola>> sento il mio ragazzo entrare dalla porta principale.

gli avevo detto di non venire, di lasciarmi stare per qualche giorno, così non mi avrebbe visto nel mio stato peggiore.

<<che cosa ci fai qui? ti avevo chiesto di non venire>> dico mentre mi rimetto a piangere coprendomi il viso con le mani.

<<no dai amore, non fare così>> mi prende le mani e le avvolge con le sue.

le mie condizioni sono piuttosto, come dire, scandalose.

non mi lavo da giorni, i capelli sono legati in una patta indefinita, le mie ore di sonno sono ugualmente indefinite e quindi di conseguenza anche le mie occhiaie.

sono ricoperta dalla testa ai piedi di briciole di patatine e una torta al cioccolato che Ivonne era stata così gentile da lasciarmi fuori dalla porta.

<<perché stai così mon amour? purtroppo è già successo altre volte, non sei mai stata così male, che ti succede principessa?>> sposta due ciocche dei miei capelli dietro le orecchie e poi mi prende il viso tra le mani.

<<non lo so, non lo so, sono in condizioni pessime come fai a guardarmi in faccia, mi faccio schifo da sola>>

<<tu per me rimani sempre la donna più bella del mondo, anche in queste condizioni, adesso però ci alziamo>>

<<noo>> mi lamento mentre cerca di tirarmi su

<<e ti fai una doccia, mentre io sistemo tutto il casino, e poi ho preso degli hamburger che possiamo mangiare per cena>> mi prende praticamente di peso e mi trascina in bagno.

<<uh si avevo voglia di hamburger>>

<<lo so me lo hai scritto>> mi sorride.

nel mentre mi svesto svogliatamente.

entro nella doccia ed appena il mio corpo entra in contatto con l'acqua mi sento già molto meglio, e mi maledico mentalmente per non aver avuto l'idea di farla prima.

<<piccola>> mi chiama Oscar rientrando in bagno dopo 20 minuti.

<<si>> rispondo.

<<non arrabbiarti per quello che ti sto per chiedere, ma da quanto non ti torna il ciclo?>>

<<non lo so, perché? vedi sul calendario>> gli dico e lo fa, poi non dice più niente ed esce di nuovo dal bagno.

non capisco, ma decido di ignorare la cosa.

dopo altri dieci minuti esco dalla doccia e subito dopo mi metto l'accappatoio e l'asciugamano sui capelli.

mi posiziono davanti lo specchio e mi guardo in faccia per alcuni secondi, guardando sopratutto le occhiaie scure sotto i miei occhi.

abbasso di poco lo sguardo sul lavandino e noto una scatola, curiosa, allungo la mano e la prendo.

<<perché un test di gravidanza?>> mi volto spaventata verso Oscar, che è sulla soglia della porta.

<<ascolta non arrabbiarti ma credo tu sia incinta>> mi viene vicino e prende il test di gravidanza dalle mie mani per poggiarlo sul lavandino e far intrecciare le nostre dita.

<<che vuol dire credi?>> chiedo scioccata dalle sue parole.

<<sei assolutamente perfetta Amore, però sei tanto emotiva, più di quando hai il ciclo, hai continue nausee e continue voglie e le mestruazioni non ti tornano da due mesi>> evidenzia tutti questi aspetti guardandomi negli occhi e sorridendomi.

scuoto la testa, le lacrime iniziano di nuovo a scendere sulle mie guance mentre continuo a guardarlo negli occhi.

come è possibile che io non me ne sia resa conto nemmeno per un momento che c'è qualcosa che non va.

<<ma, cioè come è possibile, io prendo la pillola, ed ho continuato a prenderla, sti giorni poi ho bevuto e mangiato malissimo e se fossi incinta davvero? potrei aver fatto male al bambino>> vado in panico, pensando che se ha davvero ragione potrei aver fatto del male al mio bambino.

<<mi ascolti un attimo? non devi pensare troppo in là, non dobbiamo farlo adesso il test, possiamo farlo dopo cena oppure domani, o tra due giorni, quando ti senti pronta>> mi accarezza la schiena.

lo guardo per alcuni secondi in quei suoi occhi castani e poi poggio la testa sul suo petto.

<<voglio farlo, dobbiamo farlo>> gli dico e lo sento prendere un respiro profondo.

anche per lui è una cosa grossa.

però se sono incinta dobbiamo saperlo.

prendo il test e dopo aver letto passo passo le istruzioni, lo faccio.

Oscar è accanto a me da tutto il tempo.

impostiamo un timer, ma è solo una formalità, non lo gireremo subito.

infatti nel mentre mi asciuga i capelli essendo sempre il più delicato possibile.

è un lato di lui che amo alla follia.

ed una volta che ha finito spegne il phon e mi lascia un bacio sulla testa.

<<giriamo?>> chiedo e lui annuisce.

metto la mano sul bastoncino e lui sulla mia.

quando vedo quelle due linee scoppio a piangere e vedo dallo specchio che anche Oscar piange.

ma non sono lacrime di tristezza, no, siamo felici.

poggia le sue mani sulla mia pancia mentre io rido tra le lacrime e metto le mie mani sulle sue.

<<sono, siamo, mio dio...>> dico con voce spezzata un po' dalle risate e un po' dal pianto.

<<mhmh>> annuisce <<diventiamo mamma e papà>>.

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