🟢Daniel Ricciardo

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ci si può innamorare di una sconosciuta?

è quello che si chiede Daniel mentre la guarda ballare al centro della pista con le sue amiche.

che poi tanto sconosciuta non era.

quando tre anni prima si erano incontrati casualmente ed avevano parlato per tutta la sera sotto le stelle, lei aveva lasciato un segno indelebile nel suo cuore.

e solo per una sigaretta che avevano condiviso sul tetto di una casa ad una festa a cui entrambi erano stati invitati.

lei probabilmente nemmeno si ricorda di lui, ma lui, lui sa benissimo chi è, perché l'avrebbe riconosciuta tra mille.

ed il bello era che di lei conosceva solo il nome, perché non aveva voluto cercarla, perché sapeva che se l'avesse trovata avrebbe voluto vederla e fino a qualche mese prima non se lo poteva permettere perché la sua carriera era ancora la parte più importante della sua vita.

e quando ha accettato di andare a quella stessa festa a cui si erano incontrati tre anni prima, non aveva programmato di vederla, anche se un po' ci aveva sperato.

e la stessa cosa aveva fatto Ginevra quando aveva accettato come tre anni prima l'invito, perché lei non si aspettava di vederlo ma ci aveva sperato.

perché anche lei, dopo quella sera non era riuscita a smettere di pensare a lui, ed anche se lontani erano stati i tre anni migliori della sua vita se ripensava a quell'unica sera.

la verità era che si, erano sconosciuti, ma entrambi conoscevano l'altro più di quanto ci tenessero ad ammettere.

la serata era iniziata da ormai quasi due ore e lei ancora non l'aveva visto, quindi decise di tentare e di andare nel posto in cui si erano parlati la prima volta.

si mise a sedere e iniziò a guardare le luci di Monaco che brillavano sotto il bagliore della luna.

si beò dell'aria fresca dell'estate che le accarezzava il viso e che le scompigliava tutti i capelli.

in quel momento avrebbe voluto essere sbronza o almeno un po' brilla per evitare di riconoscere quella voce.

la sua voce.

la stessa voce che tre anni prima le aveva destabilizzato la vita.

«fumare fa male, lo sai?» mi chiede.

«lo so, la tengo accesa nella speranza di incontrare una persona»

«ed è una persona interessante?» continua con le domande, ma rimane sempre a debita distanza, come se avesse paura di avvicinarsi.

ma la tensione c'è e la sentiamo entrambi.

finalmente mi giro e lo guardo in quei suoi occhi castani che riescono sempre a catturare i miei.

«probabilmente la più interessante che io abbia conosciuto, ma non lo vedo da tre anni, almeno non direttamente» finalmente mi si avvicina e mi fa un gesto con la mano come a chiedere se può sedersi.

io mi limito ad annuire con la testa.

«sai, anche io sono tre anni che non vedo una persona, una ragazza in realtà, è bassetta capelli castani e occhi verdi, non so se la conosci, l'ho incontrata proprio qui» i suoi occhi non hanno lasciato per un momento i miei ed in questo momento vorrei solo baciarlo.

«oh signor DanDanny mi hai appena detto che sono bassa?» faccio il tono da finta scioccata, chiamandolo con il soprannome che ci eravamo dati quella sera.

«si signora GinGinny lei è davvero molto bassa»

«sai, ho sperato di vederti così tanto negli ultimi tre anni, ogni giorno speravo di vederti anche per sbaglio»

«perché non mi hai cercata?» gli chiedo spontaneamente, perché con lui non ho bisogno di filtri.

si alla fine è uno sconosciuto, ma so di conoscere lui meglio di chiunque altro e so che lui conosce me meglio di chiunque altro.

«perché se ti avessi cercata, poi avrei voluto incontrarti e sapevi per certo che se ti avessi trovata non mi sarei potuto più allontanare, così ho provato a lasciar perdere i miei sentimenti» mi rivela, anche lui senza alcun tipo di mezzo termine.

«con scarsi risultati, perché se sono qui sta sera non è di certo grazie a Conan che mi ha pregato in ginocchio di venire»

«già mio cugino è un vero rompipalle certe volte»

«Conan è tuo cugino? davvero?»

«eh si, purtroppo»

«quindi tu sapevi già chi ero?» mi chiede.

«oh no, la prima volta che ti ho incontrato proprio in questo stesso posto, non avevo idea di chi tu fossi, anzi non avevo mai nemmeno sentito nominare il tuo nome» rispondo sinceramente.

«solo che poi ho iniziato a parlare di te continuamente e ad una certa Conan si è stufato e mi ha detto chi eri, anche se non volevo saperlo» ridacchio e lui fa lo stesso.

«sono venuta a vederti in realtà, solo tre volte, quando hai gareggiato qui a Monaco, ho sempre tifato per te» gli confesso ad un certo punto, distogliendo lo sguardo dal suo.

«mio padre si è anche chiesto come mai questa mia improvvisa passione per la Formula 1, per un periodo ha anche pensato che mi avessero drogato»

«davvero?» ride di gusto, ed è la risata più bella che io abbia mai sentito.

«potevi dirgli che il pilota australiano ti faceva un certo effetto...» azzarda ed io sorrido con le gote arrossate voltandomi di scatto verso di lui.

«voglio baciarti così tanto Gin» mi confessa avvicinando le sue labbra alle mie, tant'è che i nostri respiri si mescolano.

«cosa stai aspettando?»

non se lo fa ripetere due volte e si fionda sulle mie labbra.

la mia mano si stringe nei suoi capelli nel mentre che lui mi attira sempre di più a se.

sento le farfalle nello stomaco, tutti i miei sensi si attivano quando la sua lingua danza con la mia.

si stende su di me nel mentre che le nostre bocche si assaporano a vicenda.

appena ci stacchiamo appoggia la sua fronte sulla mia e mi guarda negli occhi.

«sono tre anni che penso a come sarebbe stato baciarti» gli dico mordendomi il labbro appena riprendiamo un attimo di fiato.

«e le aspettative sono state raggiunte?» un sorriso furbo si forma sul suo viso

«oh si, direi anche superate» confesso.

«superate? davvero?» mi chiede incredulo con un ghigno sul volto ed io annuisco solamente.

mi lascia un ultimo bacio sulle labbra e poi mi dice «adesso che ti ho trovata, non ti lascio nemmeno per un istante»

FORMULA 1 - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora