𝑩𝑬𝑹𝑴𝑬𝑵𝑰𝑨

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SCARLETT POV

Il suono stridulo e odioso dell'aggeggio umano chiamato sveglia, mi sottrae dalle braccia di Morfeo causandomi un atroce mal di testa.

«Spero tanto che esploda» lanciai un cuscino ad occhi chiusi nella sua direzione ascoltando il meraviglioso rumore dei pezzi che caddero in frantumi sul pavimento.

Finalmente la pace dei sensi.

Con tutta calma aprii gli occhi scontrandomi con l'orribile realtà che a breve avrei dovuto affrontare.

Il trasferimento in una base militare per ragazzi con poteri soprannaturali come me.

O meglio nota come "Bermenia"

A parer mio sembrava possedere il nome di un mondo fatato.

Vi starete sicuramente chiedendo a cosa mi stessi riferendo con quel: "Come me" è il vostro giorno fortunato, sono più che onorata di poter fare chiarezza.

All'età di sette anni sul mio corpo apparve un marchio circolare con all'interno il disegno di un pentagramma, nel mondo umano queste cose non devono né possono esistere...eppure mio fratello ed io ci siamo ritrovati a farne parte proprio come un ago in un pagliaio.

I nostri genitori fecero delle ricerche arrivando alla conclusione che più temevano, quella di doverci consegnare nelle mani esperte dei Generali di una base protetta.

A differenza mia Parker possiede una spirale racchiusa da un triangolo.

«Ehi Xina alzati che tra poco si parte» con la disperazione ormai alle stelle decisi di alzarmi in modo da rendermi quantomeno presentabile.

Chi lo avrebbe mai detto che al compiere dei diciotto anni mi sarei catapultata nella tana dei lupi in compagnia di mio fratello maggiore.

«Sono sveglia maledizione!!» sbuffai raccattando l'uniforme pulita dalla sedia per poi fiondarmi sotto la doccia.

In soli dieci minuti uscii dalla stanza più che pronta e dal momento che i capelli non ne vollero sapere di starsene fermi in un'acconciatura decente, li intrecciai al lato dando vita ad una meravigliosa treccia.

«Pensavo di dover chiamare "Chi l'ha visto" per avere tue notizie» scimmiottai la sua frase sapendo alla perfezione quanto la cosa lo infastidisse.

«La solita simpaticona a quanto pare» mi avvicinai scoccandogli un bacio sulla guancia e come ogni volta il suo cuore si sciolse tipo neve al sole.

«Questo significa comprarmi» ridacchiai avvolta nel suo abbraccio facendo mente locale degli ultimi avvenimenti, alle volte ho temuto che se non ci fosse stato lui di me non sarebbe rimasto poi molto.

«No, questo vuol dire essere affettuosi, dovresti ringraziarmi dal momento che tutto ciò da parte mia è un evento unico e raro» annuì felice strizzandomi l'occhio.

«Peccato peró che con me la tua indole di "Donna dal cuore di ghiaccio" non funzioni» era vero, lui possedeva il mio cuore per intero come io il suo.

Feci finta di niente addentando un biscotto proteico dei suoi, mi beccai un'occhiataccia per niente gentile che puntualmente come ogni volta, ignorai.

Parker odiava chiunque toccasse il suo cibo, letteralmente provava un amore verso di esso sconfinato, seppur la sua corporatura potesse fare invidia al mondo mangiava come i bambini, ogni due ore.

«Non toccare i miei biscotti» per ripicca cominciai a mangiarlo lentamente davanti ai suoi occhi emettendo versi di delizia.

Spazientito e inorridito mi infiló tutto il biscotto in bocca rischiando di farmi affogare.

Two fused heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora