𝑬𝑵𝑬𝑴𝒀 𝑶𝑹 𝑪𝑶𝑵𝑫𝑬𝑴𝑵𝑨𝑻𝑰𝑶𝑵?

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"Cominciamo a vivere solo quando capiamo di avere una sola vita"


JUDAS POV

Indossare qualcosa di  estremamente comodo si era rivelata una scoperta incomparabile, non ero costretto a gironzolare a destra e manca con gli abiti di sartoria che sembravano rompersi non appena compivo un movimento azzardato, la divisa era magnifica composta da una maglietta nera a maniche lunghe e da un pantalone militare dello stesso colore, creato da un tessuto resistente, elastico ed impermeabile.

Possedeva tasche di ogni misura, e come ultima ciliegina sulla torta ad abbellire il tutto c’erano degli anfibi di pelle anch’essi neri e una cintura, allacciai ben stretti i lacci per poi osservare il mio riflesso allo specchio, sembravo ancora più muscoloso grazie all’aderenza della maglia.

Un frenetico bussare fece uscire dalla stanza anche un Zenit assonnato con le sembianze di un bradipo, notai che su di lui la divisa a sua volta spiccava proprio come me.

«Chi diavolo è alle sei e un quarto del mattino?» aprì la porta ritrovandosi il Capitano Rent di fronte, con l’aria mattutina se possibile incuteva più timore del solito.

«Ci dica Cox qual buon vento la porta da queste parti?» il mio migliore amico si fece da parte lasciandolo entrare, quest’ultimo non appena udì il suo nome lasciare la mia bocca si fermò dall’avanzare.

Quanta ridicolezza dinanzi al potere di un titolo, chiunque si soffermava sul fatto che fossi un principe senza comprendere che non avevo niente di speciale, ero umano come loro eccetto per il dono che mi scorreva tra le vene, lo stesso che mettendolo su una bilancia risultava più una condanna che altro.

«Suo padre mi ha detto di riferire al signor Murray che si attende da quest’ultimo delle recensioni sui progressi del principe ogni fine settimana» strinsi forte la mascella e nascosi i pugni serrati dietro la schiena, non era il momento di dimostrare quanto lavoro ci fosse effettivamente da fare sulla mia persona oltre che sul mio potere.

Girai il volto verso Zenit che a sua volta aveva affinato lo sguardo notando il nervoso che pullulava da ogni mio poro, mi limitai ad illuderlo concedendogli un sorrisetto furtivo che come sperai ebbe l’effetto di un calmante.

«Capitano sia gentile e riferisca da parte mia al Re che se proprio ci tiene a sapere lo sviluppo della situazione, abbia lo spirito genitoriale che ahimè da tempo ha perso e venga qui a chiedermelo di persona.» conclusi il discorso con tanto di sorriso smagliante e illusorio, ammirando con un briciolo di soddisfazione le facce impallidite dei due.

«Non vorrei andare contro la sua volontà Principe ma-» la sua impacciataggine mi rendeva gioioso, e se da una parte disprezzavo l’incutere timore in casi come questo quasi mi crogiolavo nel poterlo fare.

«Allora sono più che certo che riferirà senza alcuna obiezione aggiunta» troncai ogni possibilità che avesse nel rifiutare l’incarico da messaggero, e con un rapido cenno del capo salutò sia me che il mio migliore amico, dileguandosi poi in un batter d’occhio nello stesso modo in cui era venuto a rovinarmi l’umore.

Zenit chiuse la porta e successivamente mi scoccò un’occhiata ammonitrice, sapevo che non gradiva granchè questi miei modi di relazionarmi ma ormai era tardi per estrarli dal mio essere, ero un principe si…ma ciò non era sinonimo di “Continua gentilezza e finzione” avrei trattato chiunque come meritava, nessuno escluso e Rent non voleva altro se non entrare nelle mie grazie per uno scopo del tutto egoista.

«Non aprirò bocca sulla questione poichè seppur tentassi di comprendere cosa ti passa per la testa, finirei in un manicomio per tutta la vita ma ciò non mi ferma comunque dal dirti che non è causa di dolore ogni cosa che ti circonda, quindi sii più flessibile in primis con te stesso e poi con gli altri» odiavo quando qualcuno tentava di rimettermi in riga seppur fossi a conoscenza di avere completamente torto marcio, e m’infastidiva ancor di più se a farlo fosse Zenit ma non perchè non ne aveva il diritto o cose del genere, ma semplicemente lui più di tutti era consapevole di cosa realmente passasse dietro ai miei occhi, o meglio di cosa capitasse alle volte dentro di me e quanto dolore percepivo addosso ogni istante della mia vita.

Two fused heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora