𝑾𝑬 𝑨𝑳𝑳 𝑯𝑨𝑽𝑬 𝑴𝑶𝑵𝑺𝑻𝑬𝑹𝑺 𝑰𝑵𝑺𝑰𝑫𝑬

48 5 0
                                    

"Non si ha paura di ciò che non si conosce, ma di quel che già ha lasciato il segno"

SCARLETT POV

Non scesi a cena quella sera e nemmeno diedi un motivo a Victoria o Sophie da riportare a Parker, semplicemente mi sentivo ancora stordita dagli ultimi avvenimenti.

Mi chiedevo se anche il principe sentisse questa confusione in testa o semplicemente erano i miei ennesimi ricordi che tentavano di agguantarmi la ragione, ero stanca fisicamente e desideravo chiudere gli occhi per potermi lasciare tutto alle spalle per un paio d'ore.

L'indomani avremmo cominciato ad inoltrarci in quel mondo, che seppur mi affascinasse sentivo ci fosse una parte buia con la quale prim a o poi mi sarebbe toccato fare i conti.

Ero dell'opinione che non si può fuggire dalle paure, si annidavano dentro di noi come un fuoco impossibile da domare e quando esse comparivano ti davano almeno la fortuna di scegliere tra due strade da percorrere, nella prima bisognava tenere la guardia alta e lottare fino a che il cuore non si sarebbe inginocchiato a sua volta, oppure la seconda...lasciare che fossero loro a spingerci nell'ennesimo baratro.

La maggior parte delle volte io rientravo nell'ultima categoria, non perchè fossi codarda o non riuscissi a reggere il loro peso, dopotutto facevano parte di me quindi le conoscevo più che bene, ma col passare del tempo riuscii a capire che se le avessi accettate magari un giorno mi avrebbero lasciata in pace.

Guardai fuori dalla finestra ammirando quel manto di sogni appesi lì nel cielo, l'essere umano le aveva denominate "stelle" per me invece erano qualcosa di molto più grande.

Le stelle così come la luna erano casa, milioni di speranze create per dei cuori che narravano l'arte, quante storie e leggende nate da esse che hanno cambiato molte visioni umane.

«Contro ogni mia aspettativa il cibo era più che buono, addirittura ci hanno permesso di fare il bis delle porzioni e ne tuo fratello, ne Mike si sono fatti scappare l'occasione.» sobbalzai sul posto portandomi di riflesso la mano al petto, percepivo sotto ai polpastrelli il battito accelerato a causa dello spavento.

Le teste di Victoria e Sophie sbucarono dalla porta della mia camera, ero cosi tanto persa tra i miei pensieri da non averle sentite rientrare, feci mente locale delle informazioni appena apprese e dopo pochi istanti ridacchiai della fame smisurata di Parker.

Con un cenno della testa le invitai ad entrare, con mio stupore reggevano tra le mani un vassoio con dei cibi differenti sopra, il cuore mi si sciolse dinanzi alla premurosità che mi avevano riservato.

La bionda poggiò il tutto sulle mie gambe per poi prendere posto accanto a me, Sophie la seguì a ruota schierandosi verso destra, osservai con attenzione la pasta e i contorni sentendo lo stomaco brontolare rumorosamente.

«Sapete, credevo che le regole non permettessero di portare cibo in stanza» durante l'assenza delle due avevo sfogliato il regolamento, trovando assurdità del tipo immense.

REGOLA N.34
(Il coprifuoco)

A NESSUNO È CONSENTITO PORTARE DEL CIBO IN STANZA, BISOGNA RISPETTARE I PASTI ALLE ORE SPECIFICHE. (tale regola può essere infranta solamente in caso di "malattia").

«Si ma il principe Judas ha convinto Rent a fare un'eccezione» sgranai gli occhi soffocando con la pasta, Sophie mi diede delle leggere pacche sulla schiena mentre la bionda mi allungò dell'acqua, traccannai l'intero bicchiere percependo l'immediato sollievo alla gola.

Dovevo smetterla di mettere la mia vita in pericolo per colpa della stessa persona che spoiler, odiavo anche.

«Credo di non aver capito mondo bene, Judas ha voluto che mi si portasse da mangiare?» le due si scambiarono uno sguardo d'intesa e li capii che ci fosse ben altro dietro quel gesto d'improvvisa gentilezza.

Two fused heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora