Sesto capitolo

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Era una mattina freddissima, ero uscito con Melanie per portare un po' fuori Lily, ma rientrammo subito per evitare di morire congelati o in alternativa seppelliti dalla neve che stava cominciato a cadere. Di lì a poco sarebbe arrivato Frank, anche per pranzo.

Mi feci una doccia veloce e scesi ad aspettarlo. Mi sedetti su uno dei divani che c'erano davanti a quell'inutile televisione e attesi.

"Gerard vieni!" Era Melanie che urlava, mentre veniva da me.

"Che è successo?" domandai agitato.

"Frank!" Non appena le sentii pronunciare quel nome scattai in piedi e lei mi prese una mano.

Mi portò fuori di corsa ma si fermò di scatto. Nevicava ancora, sentivo i piccoli fiocchi che si posavano freddi fra i miei capelli e sui miei vestiti.

"Melanie" dissi disperato. "Che è successo?"

"Non appena Frank è arrivato è scappato verso il bosco, l'hanno trovato mezzo nudo sulla neve e..." Parlava velocemente e io ero confuso.

"Dove è adesso?" chiesi sbrigativo.

"È lì dove l'hanno trovato, gli hanno dato una coperta, ma ha mandato via tutti e dice che vuole parlare solo con te."

"Portami da lui."

Camminammo per qualche minuto e alla fine Melanie si fermò. "Io vado" mi sussurrò.

"Gerard!" Era Frank, lo sentii che correva sulla neve e alla fine mi gettò le braccia al collo. Scoppiò a piangere come quella volta che mi aveva raccontato la sua storia e lo sentivo che tremava abbracciato a me.

"Ehi, shh." Cercavo di calmarlo come meglio potevo, ma lui non riusciva a smettere e non si staccava da me. Se avessi potuto lo avrei preso in braccio e lo avrei riportato indietro, ma non sapevo la strada.

Sperai che Melanie non si fosse allontanata di tanto e come se l'avessi chiamata arrivò da dietro e mi mise una mano su una spalla. "Viene, portalo dentro."

Presi Frank in braccio e lui mi lasciò fare poi, con Melanie che mi teneva una mano sulla spalla per guidarmi, tronammo dentro. Lo portai in camera mia e, non senza qualche problemino, lo infilai dentro le coperte, io mi distesi accanto a lui. Dopo poco sentii il suo respiro che si faceva pesante, così mi addormentai anche io.

"Gee, Gee." Mi svegliai. Frank mi chiamava, mi rivoltai nel letto.

"Ehi" lo salutai, "come stai?"

Non rispose, si avvicinò a me e posò la sua testa sul mio petto. Gli cinsi le spalle con il mio braccio. Non aveva praticamente nulla addosso, era ancora come quando lo avevano trovato in mezzo alla neve. Mi sporsi un secondo dal letto e presi una t-shirt che sapevo di aver lasciato sul comodino il giorno prima. Gliela porsi e sentii che se la metteva.

"Frank", volevo delle spiegazioni, "voglio sapere cosa è successo stamattina. Cosa credevi di fare disteso senza niente addosso in mezzo alla neve?"

"Mi prometti che non ti arrabbierai?"

"E perché mi dovrei arrabbiare?" domandai.

"Va bene" sospirò. "Stamani, prima di venire qui, mi hanno detto una cosa." Ricominciò a piangere.

"Ehi Frankie, dai, non piangere."

"Okay," disse lui tirando su col naso. "Mi hanno detto che mi trasferiscono."

"In che senso?" Avevo capito benissimo, ma finché non l'avesse detto non ci avrei creduto.

"Gerard, non ci vedremo più."

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