🟢Carlos Sainz

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il dubbio che avevo da settimane aveva trovato risposta, e stava proprio in quel bastoncino di plastica girato sul lavandino.

Carlos sarebbe dovuto tornare 10 minuti di fa, quando avevo appena fatto il test, ma aveva avuto dei contrattempi ed era partito 5 minuti più tardi.

quando sento la porta di casa sbloccarsi il mio cuore inizia a battere senza fermarsi.

una lacrima, probabilmente trattenuta dall'inizio dio questa storia, mi riga la guancia.

«Ceci sono a casa, ti ho portato dei dolcetti al cioccolato e nutella, ne ho mangiati un paio tornando a casa, anche se non dovrei» dice e so che sta sorridendo, ha sempre una voce diversa quando sorride.

«sono in bagno» la voce è leggermente spezzata ma spero comunque che sia risultata normale.

«che succede?» si precipita in bagno con ancora il giubbotto addosso.

spalanca leggermente gli occhi quando vede il test sul lavandino.

«è quello che penso che sia?» chiede, ma è già a conoscenza della risposta.

annuisco solamente.

«quando l'hai fatto?» non mi guarda, non mi tocca, si limita solo a fissare il test.

«dieci minuti fa»

«ok» dice semplicemente.

dopo svariati minuti di silenzio lo esorto a parlare, con voce spezzata e un'altra lacrima che mi riga la guancia «ti prego dí qualcosa Carlos»

la vita con Carlos non era stata sempre facile, all'inizio abbiamo dovuto mantenere la relazione segreta perché avevamo paura di quello che potevano pensare le nostre famiglie, che sono amiche da tanto tempo.

poi c'è stata la questione Formula 1, ch e non ci ha sempre permesso di vivere bene, ed anzi, certe volte abbiamo dovuto fare dei sacrifici importanti, entrambi.

ormai erano 6 anni che il nostro amore era sbocciato e non era mai finito, ci eravamo sempre completato a vicenda e tra alti e bassi eravamo riusciti a superare tutto.

ogni volta eravamo più forti di prima.

avevamo parlato di bambini, di un futuro, ma mai concretamente perché con lui che corre ancora ed io che mandavi avanti la mia linea di cosmetici, un bambino sarebbe stato solo d'intralcio perché non saremmo potuti essere presenti per lui o lei.

«è che sono... sorpreso, non me lo aspettavo cioè pensavo che andasse tutto bene» la sua voce trema leggermente

«Carlos io non-»

«cosa? Cecilia non siamo pronti a diventare genitori, siamo troppo impegnati e poi...» si blocca prima di dire la fine della frase.

«cosa Carlos? non lo vuoi?»

«non ho detto questo»

«l'hai pensato però!» la mia voce si alza involontariamente.

«Cecilia io non posso avere un figlio adesso, ok? non posso, perché non sarei presente» dice agitando le mani.

«e se quel test è positivo cosa farai? mh?» non voglio sapere la risposta, non voglio.

«potresti anche non essere incinta»

«si ma se lo fossi?» chiedo.

«se fossi incinta Carlos, cosa faresti? te ne andresti?»

«mi credi capace di una cosa del genere?» mi domanda scioccato, come se non credesse alle mie parole.

il silenzio cade nella stanza e rimaniamo a fissarci, fin quando non decido di parlare

«no non lo credo! ma non é colpa mia se sono incinta» grido in preda al panico.

«lo so!» urla lui

«e non sto dando la colpa a te cazzo é solo che..» abbassa gli occhi, evitando il contatto visivo che aveva mantenuto fin dall'inizio.

«é solo che ho paura Ceci, ho una fottuta paura di non essere all'altezza di questo bambino, di non essere all'altezza come padre, di non essere all'altezza per te»

«Carlos tu sarai sempre all'altezza, ed io so che sarai un padre meraviglioso, perché so che amerai il nostro bambino più di qualsiasi altra cosa» mi avvicino a lui e gli prendo il viso tra le mani.

«sarai perfetto io lo so, io lo so Carlos, non precluderti questo desiderio, so che lo vuoi anche tu ti prego io-» vengo interrotta da un suo bacio che mi si posa sulle labbra.

«d'accordo» mi dice a fior di labbra con un sussurro

«cosa?» chiedo insicura non capendo nulla della situazione dato che mi ha presa alla sprovvista.

«giriamo il test» dice sicuro, con un piccolo sorriso.

«adesso?» mi trema la voce perché non me lo aspettavo.

«si»

«non sono pronta» giro il per il bagno impanicata.

«shh» mi blocca dal mio stato di ansia e mi porta davanti al test mettendosi dietro di me ed appoggiando il palmo delle sue mani sul dorso delle mie.

«lo facciamo insieme, va bene?»

«ok» dico prendendo un respiro profondo.

«3...2...1...» prendiamo il test e lo giriamo rivelando le due lineette rosse.

è positivo.

«sono incinta» sussurro ma so che lui mi ha sentita.

«diventiamo genitori Ceci, diventiamo genitori» esulta con gli occhi lucidi, mentre io sto già piangendo dalla gioia.

diventiamo genitori.

io e lui, mamma e papà.

mi prende in braccio e mi fa girare per tutta casa mentre piango e ridendo come una matta.

«aspettami qui» mi dice facendomi mettere seduta sul divano e correndo nell'altra stanza.

appena torna mi si avvicina cauto.

«avevo preparato una sorpresa, una canzone e tantissime cose di quel genere per ciò, sono tre settimane che mi portò dietro questa scatolina e fanculo non esiste momento migliore di questo per...» si ferma e si inginocchia davanti a me.

apre una scatolina che rivela un anello.

un bellissimo anello argento con uno zaffiro incastonato al centro.

«mi ero preparato un discorso ma in questo momento dopo questa notizia non riesco a ricordare niente, perciò scusami» ridacchia insicuro, grattandosi la nuca, come fa ogni volta che è in ansia.

nel mentre il mio cuore batte come se potesse uscire dal petto da un momento all'altro.

«Cecilia, amore mio, mi faresti l'onore di sposarmi e di diventare la signora Sainz?»

«ommiodio Carlos, si sì si, certo che si» urlo, ancora, in preda all'eccitazione.

«ti amo da morire Cecilia» gli salto in braccio e piango.

«ti amo Carlos» le nostre labbra si uniscono e roteiamo per tutta casa, io avvinghiata a lui.

all'inizio di questa giornata non riuscivo a pensare, credevo che sarebbe finita nel peggiore dei modi.

e invece... è il giorno migliore della mia vita.

FORMULA 1 - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora