6: fuga

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Passarono settimane, mesi e seppur molto lentamente quel momento arrivò: scappammo insieme, lontano. Dopo la mezzanotte, senza farci vedere. Costruimmo una piccola barchetta con dei pezzi di legno che trovammo, come naufraghi su un'isola che non vedono l'ora di fuggire. E scappammo, nella notte, come due ladri che fuggono pieni di oggetti dalla gioielleria più costosa della città, o come prigionieri che evadono correndo come mai fatto. Non era il denaro, o i gioielli, ma la consapevolezza che stavo per fare ciò che volevo. E che da sempre volevo fare. Mi sentivo leggera, forse per la prima volta. In qualche modo non sentivo addosso il peso del mondo. Ma purtroppo durò poco. Ci sorpresero onde troppo alte per la nostra piccola e misera barca. Disperati entrambi e in preda al panico, fu quello il momento in cui dissi addio all'uomo che amavo. Lo vidi appoggiarsi lentamente sul fondo del mare. In un certo senso però l'avevo raggiunto. Eravamo morti entrambi, solo che il mio corpo era rimasto su quel rimasuglio della barchetta che c'eravamo costruiti. Come se la mia anima e il mio corpo ormai non fossero più una cosa sola. Come la farfalla che si separa dal guscio e lo lascia per sempre. Come quando vai via da un posto in cui sei stato bene e sai che non potrai tornarci mai più. Proprio come quando qualcuno ti abbandona. In quel momento era il mio corpo ad abbandonarmi, rimanendo comunque insieme a me. O forse ero io ad abbandonare lui, ma non importa. Ci separammo, ma mai veramente. Come due onde del mare che sembrano allontanarsi ma finiscono per scontrarsi a vicenda. Quindi rimanevo lì a guardare le stelle, affondando, allo stesso tempo, con il mio amato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2023 ⏰

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