Capitolo 1 - You're the loss of my life

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Janette

Jack: 19
Janette: 17

Oggi è uno dei giorni più belli dell'anno.

Essere di nuovo insieme alla mia migliore amica, Charlotte, soprattutto nella mia città e a casa mia, non mi sembra vero.

Purtroppo ci possiamo vedere solo pochissime volte all'anno e per poco tempo perché abitiamo molto lontane, ma ogni volta mi fa tornare il sorriso.

Ci siamo conosciute su un social tanti anni fa, quindi uscire insieme è un'impresa, ma ogni volta sembra sempre che sia la prima volta che ci incontriamo.

«Charlie, che ne dici se andiamo a fare un giro in centro?» propongo.

«Ottima idea. Avevo voglia di andare a mangiare un gelato.»

💙

«Questa gelateria è la mia preferita» dico appena ci sediamo su una panchina.

«Che gusti hai preso?» mi domanda. Siamo entrambe curiose, nonostante io lo sia molto più di lei.

«Pistacchio e cocco». La mia combo preferita, oltre a essere buonissima mi rinfresca più di qualsiasi altra, non so perché. «Tu?».

«Kinder Cereali, caramello e cocco».

«Sinceramente Kinder Cereali e caramello non mi piacciono» commento, senza alcun motivo. Amo poter esprimere i miei pensieri e ogni volta che trovo una persona che mi ascolta e non mi giudica inizio a dire tutto ciò che mi passa per la testa. Lei è la prima della lista.

«Jane, non girarti» dice, interrompendo il discorso.

«Chi c'è?» volto appena la testa, come se mi stessi semplicemente guardando intorno, ma mi maledico subito dopo per averlo fatto. La curiosità un giorno mi ucciderà.

«Ti avevo detto di non girarti» mi sgrida, lanciandomi un'occhiata che esprime tutta la sua frustrazione.

Le rispondo con un leggero sorriso colpevole. Non ci posso fare niente, è più forte di me e lei lo sa.

«Che ci fa lui qui?» chiedo preoccupata.

«Non ne ho idea, ma io propongo di far finta che non l'abbiamo visto finché non se ne andrà. Controllerò io, tu continua a guardare me» mi dà indicazioni, per cercare di tenere a bada le mie azioni, spesso fin troppo impulsive. A volte mi chiedo perché nella vita reale sia così difficile per me controllarmi e tenere a freno le emozioni. Online è più semplice, penso per mezz'ora a cosa scrivere per non fare o dire le cose sbagliate.

«Bel piano, peccato che la mia curiosità mi farà fare qualche cazzata prima che se ne vada».

«Janette, attieniti al piano per una buona volta». Charlotte è sempre molto calma, ma in queste situazioni si agita, spesso più del dovuto

La situazione comunque è seria, perché non mi chiama mai con il mio nome intero.

«Oh, cazzo. Sta venendo verso di noi. Non girarti, magari deve solo passare di qua».

Non ci crede nemmeno lei.

«Ciao». Trasalisco e un brivido mi percorre la spina dorsale. Sentire di nuovo la sua voce dopo tanti anni mi fa uno strano effetto.

Mi volto e vedo che Jack è proprio dietro di me. È alto, più di quanto immaginassi, e i capelli mori e ricci gli danno un'aria molto matura.

«Ciao» butto fuori, cercando di apparire sicura di me.

I suoi occhi verdi mi scrutano e fanno trasparire tutta l'ansia che sta provando in questo momento. Li fissa nei miei e per un attimo mi perdo a osservarli. È molto più bello di quanto pensassi.

Poi, però, mi ricordo di quanto sono stata male per colpa sua, di quanto mi sono sentita inferiore rispetto a tutte le ragazze che conoscevo, di quanto mi sono sentita insignificante, e il risentimento provato negli anni torna a galla.

«Volevo chiederti scusa. Quello che-»

«Chiedermi scusa? Credi che basti?» prendo una pausa per cercare di calmarmi, altrimenti credo che potrei mettermi a urlargli addosso qui davanti a tutti. «Hai idea di come mi hai fatta sentire? Pensi che chiedendomi scusa dimenticherò che ti sei messo con la mia ex migliore amica? Beh, in questo caso ti sbagli di grosso».

«Non penso affatto che sistemi le cose. Volevo solo farti capire quanto mi dispiace, mi sono reso conto troppo tardi che avevo sbagliato e che ti avevo ferita. Scusami, davvero» risponde, un po' titubante.

Sembra davvero pentito, ma non mi basta. Voglio che capisca che mi ha persa. Non riesco però a trattenere la rabbia, perciò risulto più aggressiva di quanto vorrei.

«Dire che mi hai ferita è poco. Mi hai fatta stare malissimo, tu non immagini quanto. Mi sono sentita inutile, pensavo che a nessuno fregasse un cazzo di me. Ma sai che c'è? Io non sono inutile, e non ho intenzione di sentirmi di nuovo così. Vaffanculo tu e le tue scuse. Me lo sono tenuta dentro per fin troppo tempo» dico di getto, senza nemmeno pensare.

Lui rimane immobile e distoglie lo sguardo appena finisco di parlare, puntandolo sulle sue scarpe. Sbaglio o ha gli occhi lucidi?

Mi guarda per un'ultima volta prima di correre via e sono sicura di aver visto una lacrima scorrere sul suo viso.

«Che cazzo è appena successo?» mi chiede Charlotte.


«Credo di aver appena fatto piangere Jack» sussurro, abbastanza sconvolta.

Sono stata un po' troppo crudele.

Spazio autrice:

Come vi è sembrato questo primo capitolo?

La storia diventerà più chiara, vedrete che prima o poi avrete tutti i pezzi. È un puzzle e come con tutti i puzzle dovete essere pazienti.

Ditemi se avete dei suggerimenti o se avete dubbi💙.

Mi trovate su Instagram (@grace.h.leed_writer) per aggiornamenti.

Love you,
La vostra Grace💙

I miss you, I'm sorryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora