♔ 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 2

541 43 34
                                    

"Le nostre dita si cercarono, incapaci di ritrovarsi e inconsapevoli del loro destino

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Le nostre dita si cercarono, incapaci di ritrovarsi e inconsapevoli del loro destino.

Credo di aver trovato l'altra metà della mia anima.
L'unica cosa che ti chiedo è di non lasciare mai la mia mano"

꧁⸻꧂

Jeon Jungkook se ne stava fermo in quella posizione da più di un'ora, mentre suo marito era seduto a cavalcioni sul suo cavallo reale nero, immobile, proprio accanto a lui.
Gli occhi erano rivolti in un punto indefinito davanti a loro e Jungkook a malapena, riusciva a stare fermo. La luce del sole lo accecava ed era impossibile non sbattere gli occhi o allontanarsi da quella posizione fastidiosa.
L'uomo di fronte a loro lanciava, di tanto in tanto, occhiate annoiate non appena si muoveva solo di un centimetro.
Ma Jungkook, aveva soltanto voglia di sparire ed essere in qualsiasi altro posto piuttosto che starsene in quel piccolo sentiero, accanto all'uomo che non la smetteva di pavoneggiarsi davanti a tutti.

Quel giorno, l'artista Kim Namjoon era arrivato al palazzo con tutti i suoi attrezzi e -secondo quanto accordato precedentemente con la Regina Kim- i due principi avevano acconsentito alla realizzazione del ritratto.
Quindi, dopo parecchie ore ad aspettare che il marito finisse di prepararsi, Jungkook si era ritrovato in un piccolo sentiero alberato accanto al palazzo, pronto a mettere fine a quel dipinto che sembrava non voler terminare mai.

L'artista, se ne stava lì, troppo concentrato per poter proferire parola. I due giovani, invece, se ne stavano zitti, senza muoversi da troppo tempo con le gambe che iniziavano a formicolare.
Jungkook sbuffò non appena il venticello gli fece ricadere una ciocca di capelli sulla fronte che si appiccicò immediatamente alla pelle umida per via del violento sole che filtrava attraverso gli alberi.
Tentò di alzare la mano e solo in quel momento si ricordò delle dita intrecciate a quelle del marito. Non osava nemmeno guardare nella loro direzione, il palmo sudato era troppo caldo contro il suo e quella sensazione non lo rendeva affatto sereno, anzi, era parecchio agitato per quel contatto così intimo.
Si mordicchiò l'interno della guancia e dopo diversi minuti si concesse di posare gli occhi sulle loro mani. Unite.
La pelle pallida era un perfetto contrasto con quella color miele di Taehyung. Era come se, fossero fatte per restare unite e avevano un colore più bello, molto più gradevole alla vista.

Jungkook scosse poco la testa e il suo sguardo s'incrociò con quello del marito. Gli era difficile poter guardarlo attentamente, Taehyung era avvolto dalla luce del sole, che lo rendeva molto più bello del solito. Le labbra carnose erano tirate all'insù e gli occhi semichiusi per la troppa luce erano così belli che per poco rimase senza fiato. Taehyung era l'uomo più bello del mondo ed era quasi fortunato ad avere un marito così. Era per questo che i principi degli altri Regni lo invidiavano così tanto.
Jungkook ammirava quella sua aria di superficialità che dimostrava a tutti e ammirava il modo in cui non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da lui.

𝒯𝒽𝑒 𝒱𝒶𝒾𝓃 𝒫𝓇𝒾𝓃𝒸𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora