• Jeongin •
Com'è bello il tuo volto di prima mattina, così chiaro e sereno. Come vorrei accarezzare quella tua tenue guancia, sfiorarla forse con le mie labbra e svegliarti delicatamente. Come vorrei toccarti la fronte, spostarti quelle due ciocche ribelli dagli occhi, senza infastidirti.
Fuori il sole splende in cielo, un cielo limpido, di un azzurro intenso, proprio come quelle iridi che mi dissi di bramare tanto quella volta al mare.
La finestra è aperta: lo senti anche tu questo venticello primaverile? ha invaso la stanza, portando con sé qualche fiore di ciliegio che adagio adagio si è posato sul davanzale.Ricordi, Channie, quel giorno? era sempre primavera, la prima che trascorsi in quel liceo.
Quanto era triste starsene in solitudine su una misera panchina. Un grande ciliegio riparava dal sole un giovane ragazzo immerso tra le pagine di un libro.
Non ricordai più nemmeno il suo titolo per quanto il mio cuore prese a battere: che graziosa pioggia di petali che cominciò a scendere.
E poi, improvvisamente, la figura di un altro ragazzo. Un'infinità di ricci definiva la capigliatura aurea, mentre due occhi castani scrutavano l'altro volto.
"che pioggia stravagante questa" mi dissi.
Non risposi.
Sorrisi, spontaneo il mio e altrettanto coinvolgente il tuo, abbozzato da due fossette.
"comunque piacere, Chan" "Jeongin".Ora un raggio di sole si sta facendo strada da quella finestra, dritta dritta sul tuo volto.
Quanto vorrei correre a tirare la tenda bianca, coprirti da tale luce ed assicurarti di poter continuare a dormire.
Quanto sarebbe inutile tentare, perché tanto non ti sveglierai lo stesso o almeno, non con me accanto.Era estate, la gente avrebbe detto 'due buoni amici' che si divertono arrivate ormai le vacanze. Io non ti avrei mai definito 'amico', eri speciale e basta.
Ci conoscevamo da qualche mese ormai.Ricordi quei giorni? eri più raggiante del sole: la tua famiglia sarebbe venuta a farti visita dall'Australia ed io ero felice con te, peccato che poi mi feci soffrire tantissimo, anche se tu questo non lo hai mai saputo.
"e lui chi è?" sentii chiederti; era la voce di una donna. "piacere, Jeongin" mi presentai "è come un fratello per me" aggiunsi tu.
A quelle parole sentii un vuoto.Un fratello? mai avrei pensato a te neanche in questo modo. Ne rimasi...deluso? c'era da aspettarselo; in fin dei conti, era tutto nella mia testa.
Sorrisi. Un sorriso falso e forzato. Non potevi capire. Non dovevi.Mi allontanai da te, ci provai veramente, ma tu te ne accorsi ed io dovetti smettere.
"c'è qualcosa che non va?" "niente affatto".
Che gran bugiardo che ero; più mi stavi accanto e più il cuore mi scuoteva l'intero corpo.
"è per Hannah, vero?" dicesti d'un tratto. Non capivo, tu invece capisti qualcosa. "ti piace, non è così?" Sgranai gli occhi. "oh, allora è così".
Per quanto continuassi a negarlo, tu eri sempre più convito di ciò.
Che sciocco che eri, Channie.In quel breve periodo di permanenza dei tuoi familiari, organizzasti uscite su uscite; sempre più frequenti anche gli inviti a casa tua.
Ogni volta che eri tu ad accogliermi, le mie guance involontariamente diventavano color porpora, peccato che tu non ne seppi mai il reale motivo; pensavi sempre che fosse per tua sorella.
Mi davi consigli infallibili; ogni volta che mi vedevi nei suoi dintorni, strizzavi un occhio e sussurravi quelle che apparentemente dovevano essermi frasi incoraggianti.Ricordi quella volta in cui finii fidanzato con Hannah? era tutta una falsa. Tua sorella è sveglia, Channie. L'aveva capito.
Ci stavamo aiutando a vicenda. Le piaceva un ragazzo; era simpatico, lo conoscevo. Lui era un mio amico. Anche Hannah lo era.
Quando tu ci vedevi passeggiare il tardo pomeriggio insieme, non c'era nulla di romantico; pianificavamo la prossima mossa.Mi sembravi così triste quella volta in cui venisti a conoscenza della nostra rottura. Ci tenevi sul serio? eppure i miei occhi a volte lo vedevano quanto ne eri infastidito; pensavo però fossero altre mie stupide convinzioni.
Il vento, intanto, non smette di soffiare. Un fiore questa volta si è posato accanto al tuo volto. Si è adagiato, delicato, proprio come un fiocco di neve. Se solo potessi vedere il quadro meraviglioso che ho davanti agli occhi...ne rimarresti stupefatto.
Ricordi quel giorno d'inverno? eravamo in quella solita caffetteria presi da ripetizioni d'inglese. Tu spiegavi ed io ascoltavo.Ero veramente scarso in quella materia. Iniziasti a pormi delle domande, le solite di un test scolastico. Ad una certa, però, cambiasti tono; le domande si fecero più personali. "c'è qualcuno che ti piace al momento?"non risposi.
perché questa domanda, Channie?
"nessuno?" insistevi. "qualcuno c'è".Ricordo che a fine ripetizioni, ricevetti una chiamata. Ti vidi incuriosito, ma non ti dissi nulla a riguardo. Mi allontanai e risposi. Nemmeno due minuti e la conversazione finì; tornai al nostro tavolo.
Tu non c'eri.Mi precipitai immediatamente all'esterno del locale. Ti vidi in lontananza, seduto su una panca.
Un bruciore, interno. Vista offuscata; non ne realizzavo il motivo. Ti raggiunsi.
"perché te ne sei andato" dissi col fiatone. "avevamo finito" "non si saluta più?" "ti ho visto impegnato" "era solo una chiamata; è durata poco" "mh".
Silenzio. Troppo silenzio.
Sentii una lacrima scendere. E poi un'altra. E poi un'altra ancora.
cosa è successo, Channie?
Il cielo era diventato nuvoloso; di lì a poco iniziò a nevicare."addio Chan" mi alzai dalla panca; sguardo a terra. Sentii un sussurro: "non andartene".
Tanti piccoli fiocchi di neve cominciarono a scendere, iniziando ad imbiancare il paesaggio e anche noi.
"forse è meglio" dissi, "è per via di quella persona?"
sì Channie, per via tua
"capisco, allora vai" dicesti poi.
Altre lacrime mi rigarono le guance. Un singhiozzo. Guardavo in basso, ma percepii i tuoi occhi su di me e poi nulla, solo dei ricordi frastagliati.In quel freddo giorno invernale mi rubasti il primo bacio. Che labbra delicate, a volte mi pare ancora di sentirle sulle mie "non odiarmi, Innie".
non avrei mai potuto farlo.Nemmeno adesso di odio. Non ti detesto.
Mantengo ancora fresco il ricordo di quel giorno. Era passato poco più di un anno, saremmo presto volati verso l'Australia. Eri euforico.
Mai ci saremmo immaginati così il nostro finale. Non capii più nulla, solo deboli parole che mi imploravano di vivere.
Sentii poi un ragazzo in fin di vita piangere accanto ad un altro corpo, finché anche i suoi singhiozzi si affievolirono. Percepii che avevi perso i sensi.
Da allora sono quasi 5 mesi, Channie e ogni giorno veglio paziente, aspettando di rivedere un colore familiare, che non sia il bianco delle pareti.
cos'è questo trambusto improvviso? Un dottore. Un'infermiera, un'altra ancora. Il tutto accompagnato da un suono.
Quel suono.
"zero battiti" dice l'uomo togliendosi gli occhiali mentre una delle due infermiere ritorna con in mano un telo bianco."Jeongin" sento alle mie spalle.
"Mi sei mancato, Chan".
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Stray Kids - one ѕнoтѕ
Short StoryRaccolta di One Shots storie tra le 900 - 1.200 parole sʜɪᴘ: - ᴍɪɴsᴜɴɢ - ᴄʜᴀɴɢʟɪx - sᴇᴜɴɢʙɪɴ - ʜʏᴜɴʟɪx - ʜʏᴜɴᴍɪɴ (sᴇᴜɴᴊɪɴ) - ᴄʜᴀɴɪɴ (ᴊᴇᴏɴᴄʜᴀɴ) 🥈- hyunmin (15.10.2023) 🥉- seungbin (07.01.2024) 🥇- chanin (20.02.2024) / jeonchan (19.03.2024)