𝕓𝕝𝕦𝕣𝕣𝕖𝕕 𝕖𝕪𝕖𝕤 [changlix]

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• Changbin •

Fredde le candide giornate d'inverno. Freddo il mio cuore che ormai si era spento eppure, era sempre lui che ogni giorno alla stessa ora mi conduceva in quel luogo, con la speranza di rivederlo. Non che fosse chissà quanto eclatante, speravo solo di poter incontrare di nuovo quei suoi occhi tra le poche persone che passavano di lì.
E il tempo scorreva disperato, come a non volere che io lo riveda, ma se due anime sono destinate ad incotranrsi, allora io l'avrei aspettato perché credevo nel destino.

Era ormai tarda sera, la via era buia e desolata ed io me ne stavo appoggiato alla mia moto ad osservare il cielo, quell'infinità di stelle a cui sempre pensavo quando ammiravo le tenere lentiggini che gli coprivano le guance.
Abbassai la testa e gli occhi si fissarono immediatamente sulla figura di un ragazzo dalla capigliatura bionda fin troppo familiare.

Persi un battito.

"Felix?!"

Ma il ragazzo non si girò, proseguì per la sua strada; capelli legati in un codino, giacca bianca ed in mano una sfera.
Il cuore mi batteva forte, troppo per non prenderlo in considerazione e seguirlo in quello che appariva come un tentativo, già impossibile, di raggiungere quel ragazzo, quello che il cuore percepiva come mio di ragazzo.

Lo vidi più in lontananza entrare in una cabina telefonica, posare quella sfera sul telefono, girarsi fugacemente in mia direzione per poi allontanarsi da lì.

Come potevo non accorgermi di quel suo sguardo? mi affrettati a raggiungere la cabina; vi entrai e presi in mano la sfera, osservandola: al centro c'erano due piccole statuine raffiguranti due persone mano nella mano, circondate da un paesaggio esclusivamente bianco. Scossi l'oggetto e ammirai la finta neve che galleggiava al suo interno per poi riposarsi sul fondo e, come se ci fosse stato qualcuno a dirmelo, capovolsi la sfera e sulla parte in ceramica su cui poggiava notai una scritta: 'goodbye darling', e accanto un numero di telefono.

Era tornato e voleva parlarmi, ma dirmi cosa? non ero arrabbiato per il fatto che se ne fosse andato, senza alcun preavviso o possibilità di scambiarci un ultimo, dolce bacio; io temevo solo, di non rivederlo più e sapere come stesse.
Nessun tipo di mania egoistica od ossessiva, solo un misero ragazzo comandato da un cuore sofferente nel non rivedere quel sorriso che tanto amava.

Composi il numero e attesi.

• Felix •

"Felix, ti prego, dimmi che sei tu, ti prego...ti scongiuro" sentii verso la fine come il pianto stesse prendendo il sopravvento su di lui.
Percepii i miei occhi inumidirsi, ma non potevo assolutamente cedere, non ora che dovevo parlargli per un'ultima volta.

"Felix..." presi coraggio e pronunciai quelle parole per le quali mi ero tanto esercitato giorni interi, sapendo che da qual momento in poi non sarei più riuscito a dirgliele.

Canticchiai.

"𝐈 𝐣𝐮𝐬𝐭 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐥𝐲 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐲𝐨𝐮, 𝐲𝐨𝐮'𝐫𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐨𝐧𝐥𝐲 𝐫𝐞𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐰𝐡𝐲 𝐈 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐥𝐲 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐲𝐨𝐮, 𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐈 𝐬𝐞𝐞 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐬𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐚𝐮𝐠𝐡 𝐈 𝐣𝐮𝐬𝐭 𝐜𝐚𝐧'𝐭 𝐡𝐚𝐯𝐞 𝐞𝐧𝐨𝐮𝐠𝐡 𝐚𝐧𝐝 𝐈 𝐜𝐚𝐧'𝐭 𝐥𝐢𝐯𝐞 𝐰𝐢𝐭𝐡𝐨𝐮𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐛𝐚𝐛𝐲 𝐈 𝐣𝐮𝐬𝐭-"

"𝐫𝐞𝐚𝐥𝐥𝐲 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐲𝐨𝐮" finì lui al posto mio, facendomi perdere un battito, come se fosse stata la prima volta che me lo avesse detto.
Gli avevo accennato più volte quella melodia e, conoscendolo, non mi stupì che già si fosse preso.

"che vuol dire questo, Felix?" "è il finale della nostra canzone" "è stupendo, Lix".

Coraggio.

"è anche il nostro di finale, Changbin".

Silenzio. Solo il suono di due respiri quasi affannati, soffocati da singhiozzi trattenuti a fatica.

"perché adesso? perché tramite un misero telefono? perché non dal vivo?" Altro silenzio e altre lacrime a rigarci - perché sapevo che anche lui stesse piangendo - le guance.

"Changbin...io..." quanto avrei voluto trovarmi in quel momento tra le sue braccia, al sicuro, solo io e lui a guardare come il resto del mondo ci passasse accanto lasciandoci illesi.

"dove sei ora, Yongbok" ha usato quel nome...quello che io tanto detestavo e che diceva per infastidirmi, ma che pronunciava in quel modo solo quando era veramente preoccupato...

"sono al vecchio ponte" dissi.

• 3rd person •

E fu così che a sera inoltrata, per le strade di quella piccola città silenziosa, un ragazzo corvino sfrecciava a bordo della sua moto come un lampo, come se da quella corsa dipendesse tutta la sua vita e per Seo Changbin in effetti lo era davvero.

Dall'altra parte della città, invece, un ragazzo biondo lo aspettava con i piedi lasciati penzolare nel vuoto, gli occhi rivolti verso il cielo e la speranza di sentirsi avvolgere da un qualcosa di familiare.
E più il tempo passava più Lee Felix si perdeva tra le miliardi di costellazioni, non rendendosi conto di come il suo amato gli stesse correndo in contro con la vista appannata.

"Felix!" il ragazzo nominato si girò in direzione di quella voce che desiderava sentire da ormai tempo, e non tramite un mistero apparecchio tecnologico. "Changbin" rispose, alzandosi e correndo ad abbracciarlo.

"tu sei un pazzo, un folle; t-tu volevi b-buttarti e-e dirmi addio tramite uno stupido telefono?!" il suo tono di voce cambiò da un momento all'altro: da uno preoccupato ad uno dominato dalla rabbia, ma una rabbia dovuta ad una profonda disperazione che fece stringere il biondo ancor più forte.

"scusami" proferì Felix "scusami per essermi allontanato, per il modo patetico in cui ho provato a dirti addio, per tutto quanto...scusami, perché so che avrai sicuramente pensato di essere sbagliato".

Pausa.

"è tutto così complicato per me, stare con te quando il resto del mondo non ci vuole" "e dovevi rinunciare a te, a noi, per questo mondo così privo di luce?"
"Changbin, io-" tentò di spiegare il giovane biondo, ma venne interrotto dall'altro che prese nuovamente parola.

"come avrei fatto a guardare ogni singolo giorno il tramonto senza versare lacrime su lacrime, e mai smettere, pensando a te? A te che non ci saresti più stato, non per un giorno, una settimana, ma per una vita intera! Te che avrei ammirato solo tramite una misera foto su di una lapide fredda" e disse ciò provando a guardarlo dritto negli occhi, in quei occhi color nocciola dove amava perdersi ogni volta così come l'altro amava farlo con i suoi occhi scuri.

Felix iniziò piano a ridere "ma sei un'idiota? ma cosa ridi!" quasi urlò Changbin, ma l'altro riuscì subito a calmarlo.
"io non avevo alcuna intenzione di morire, Changbin" ammise il biondo, lasciando il corvino con uno sguardo perso.

"sai che ho sempre avuto dei problemi...vedi ecco, li ho voluti risolvere, da solo, a fatica, ma uno pareva davvero irrisolvibile". Felix guardò per un secondo Changbin, capendo di poter continuare il discorso "dovevo scegliere: la mia famiglia o te...e io da codardo avevo scelto la prima, titubante"
"avevi?" chiese Changbin; Felix annuì.
"avevo pensato a tutto, al modo meno doloroso di dirti addio; ti volevo lasciare un ricordo bello di noi, con la canzone ormai completa e una palla di Natale ad ampliare la tua collezione e renderla speciale".
Il corvino continuava a fissare il suo sguardo.

"cos'è questo allora, Felix?" disse riferendosi a loro in quel momento.
Il biondo invitò l'altro ad alzare gli occhi verso il cielo "da qui si vedono le stelle, Changbin".

"mentre ero al telefono, canticchiando quelle parole, le guardavo stare una accanto all'altra, a formare costellazioni, un qualcosa di unico...come noi".

Changbin d'istinto intrecciò le loro dita.

"e alla fine ho cambiato scelta, più deciso, senza rimpianti, sapendo che questa volta fosse quella giusta. Scusa"
"non ti scusare, solo...non andartene mai più, Lee Felix"
"mai più, Seo Changbin".

Fiocchi di neve cadevano dal cielo, posandosi delicati sui capelli di due giovani in preda a forti sentimenti, che si tenevano per mano e ammiravano le stelle, scambiandosi di tanto in tanto soffici baci.

Stray Kids - one ѕнoтѕDove le storie prendono vita. Scoprilo ora