Dopo tutto questo tempo?

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La Casa Editrice si trova in Via Santa Chiara 10, a circa 15 minuti di distanza da casa di Simone - ritardi dei mezzi GTT permettendo -.

Simone si sveglia quel mattino completamente su di giri e con l'adrenalina a mille.
Ci impiega circa un'ora per vestirsi e per prepararsi.
È terrorizzato all'idea di trovarsi male con i propri colleghi o di non piacere loro.
È certo che il suo datore di lavoro - che stravede per lui - abbia parlato molto bene della sua persona, ma si trova comunque in una nuova città, completamente solo, ed è normale che questa nuova situazione lo agiti.

Per un metodico come lui le novità, per quanto lo possano incuriosire, allo stesso tempo, rappresentano un'incognita e a lui le incognite non sono mai piaciute.

Ciò di cui Simone per ora è a conoscenza è che, per la prima volta, si occuperà di editare un libro di M. Platone.
Questo è tutto ciò che sa sul suo primo giorno e che gli è stato anticipato.

Da accanito lettore dei suoi romanzi lo reputa quasi un onore quello di poter mettere mano sui suoi lavori.

Ad ogni modo, ciò che proprio mette in ansia Simone, ancor più del primo giorno di lavoro, è che potrà, finalmente, dare un volto a quello scrittore che lo affascina così tanto.
M. Platone, difatti, ha la pretesa di avere con il proprio editor un contatto diretto e che non si limiti al semplice scambio telematico, come avviene tendenzialmente con la gran parte degli scrittori.

E, tra le parole di quell'autore misterioso, a volte, Simone è come se si fosse sentito a casa.

È strano da spiegare, ma in quelle storie d'amore si è sentito quasi come se lui fosse uno dei due protagonisti e si è immedesimato, a tal punto, da emozionarsi.
Simone era sempre stato, fin dal liceo, un ragazzo molto emotivo.
Ma piangere mentre leggeva gli era capitato davvero poche volte.
Eppure, le parole di M. Platone erano così intrise di sofferenza, di nostalgia e di malinconia da averlo commosso.

In pochi, inoltre, sapevano che Simone amasse disegnare perché condivideva i suoi disegni solamente su Twitter e su quel social non aveva mai mostrato il suo volto.
Dopo il trasloco, Simone si era impegnato ad appendere tutte le sue opere - con una cura senza eguali - al muro.
Aveva ancora alcuni scatoloni da svuotare, ma i suoi disegni erano stati tra le prime cose che aveva disposto nella sua casa.
Tra le sue opere aveva anche appeso, sopra il letto, il disegno dell'ultima copertina in bianco e nero del romanzo di M. Platone, nella quale venivano rappresentati due ragazzi ricci, che gli ricordavano tantissimo lui e Manuel, e che si abbracciavano con le mani tra i capelli.

L'amore descritto da M. Platone, in alcuni momenti, gli aveva addirittura ricordato l'amore passionale che lui stesso aveva vissuto con Manuel.
Seppur con una differenza sostanziale: il lieto fine per loro non esisteva e, purtroppo, mai ci sarebbe stato.

Ma sognare non costa nulla e nessuno gli vieta di immedesimarsi nei romanzi che legge e di illudersi che, un giorno, anche lui vivrà un amore così totalizzante.
Un amore che riuscirà a resistere alle intemperie e che, nonostante le difficoltà, avrà sempre la meglio.

Dopo aver bevuto il suo solito caffè, rigorosamente con due bustine di zucchero, e dopo aver lavato la tazzina - sia mai lasciare qualcosa nel lavandino -, Simone è pronto per affrontare la giornata con la giusta carica.

Poco prima di uscire di casa prende il suo smartphone e legge al volo un messaggio di Dante, suo padre, che gli intima di aggiornarlo appena rientrerà da lavoro e che gli sottolinea, come spesso accade, quanto sia fiero di lui.

Con il suo trasferimento a Milano il rapporto con Dante è migliorato sempre di più.
Si sentono quasi ogni sera e suo padre gli ripete in ogni momento, anche a costo di sembrare eccessivo, quanto sia orgoglioso dell'uomo che è diventato e del futuro che si sta costruendo.

M. PlatoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora