Live.

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Arrivai di nuovo a scuola in ritardo, ma non mi sorpresi per niente, arrivare in ritardo ormai fa parte delle mia persona.
Appena entrai in classe e mi accomodai al mio solito posto, vidi che Luke non c'era, non era venuto.
Pensavo di poter parlare con lui, ma di cosa mi ero illusa? Di certo non era una persona normale, nessuna persona normale avrebbe scritto sul mio zaino, con un pennarello fosforescente e indelebile, dopo una settimana che ci conosciamo.
E per di più, non riuscivo a capire cosa voleva dire con "Flawless".

Mentre ero assorta nei miei pensieri, la professoressa si avvicinò lentamente a me, con la mia verifica in mano.

- Cosa ti è preso Candice? - mi domandò, in matematica ero sempre stata bravissima, avevo la media dell'otto dalla prima superiore.
Mise la verifica sul banco e si avviò verso la cattedra.
Io non risposi, e presi subito la verifica, vidi immediatamente il tre segnato con una penna rossa, accanto alla mia firma.
Aprì il foglio della verifica, e lessi: "FLAWLESS" scritto con una calligrafia differente dalla mia, buttai la verifica a terra e corsi fuori dalla classe, avevo bisogno di aria.

Non era il tre che mi preoccupava, non era il fatto di aver deluso la professoressa, non erano gli sguardi accusatori dei miei compagni, non erano i rimproveri che mi aspettavano a casa da mia madre, no.

Mi preoccupava il fatto di non riuscire a capire.

Cosa significava?

Come aveva fatto a cambiare la mia verifica?

Perchè non era venuto a scuola?

Perchè non mi parlava?

Cosa voleva da me?

MA SOPRATTUTTO, CHI ERA?

- Ei - mi sentì chiamare. Non volevo girarmi, non volevo sapere niente di nessuno, così continuai a camminare verso la porta.

- Che fai, mi eveti? - Questa volta mi fermai e mi girai.
Proprio lì, dietro a me, c'era Ashton, il ragazzo più bello della scuola si interessava a me. No, non ci potevo credere.

- Si. - risposi. Non mi interessava se mi avrebbe considerata antipatica, non riuscivo a cambiare umore da un secondo all'altro, se mi arrabbiavo, mi arrabbiavo per tutto il giorno.

- Arrabbiata? - Mi chiese.
Volevo raccondargli tutto, sfogarmi mi avrebbe di sicuro calmata, ma lascialai stare, non volevo dare ancora scandalo, avevo già fatto abbastanza per oggi.

- Un po' - Risposi.

- Vieni. - Mi prese la mano e mi portò nel cortile della scuola. Andai con lui, senza oppormi, un po' perchè non potevo, un pò perchè non volevo.
Non sapevo che fare e che dire, così lo lasciai parlare.

- Racconta. - mi fece un dolce sorriso.

- Lascia stare, è una storia lunga. - Risposi, abbassando lo guardo.

- Ho tutto il tempo che vuoi. - Mi disse. Era così dolce e gentile, qualcosa mi diceva che potevo fidarmi di lui, anche se non sapevo assolutamente niente di lui.

- Cosa vuole il tuo amico da me? - Chiesi. CAVOLO. PERCHÈ L'AVEVO DETTO?

Si mise a ridere. PERCHÈ RIDEVA?
- Oh, adesso capisco. -
Cosa? Cosa capiva? Perchè io davvero non avevo capito un bel niente.

Si avvicinò talmente tanto che io riuscivo a sentire il suo profumo, un misto di vaniglia, fumo e birra, era così buono. Prese una ciocca dei miei capelli, me la mise dietro l'orecchio. Avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurrò: - Flawless. -
Poi piano piano spostò la sua bocca dal mio orecchio e l'avvicinò alla mia.
Lo lasciai fare, pietrificata dalla scena, e lui mi baciò.
Era un bacio caldo, dolce, lento, un bacio bellissimo.
Non c'era nessuna ragione per cui avrei dovuto oppormi, e pure la mia testa mi diceva che non era giusto, mi diceva che non dovevo.
Lui mi attirò lentamente a lui, e quando si stacco, mi guardò per un secondo.

- Ciao Candice. - Mi salutò, e rientrò a scuola.
Non sapevo cosa dire, cosa fare, come comportarmi. Così corsi a casa, dopo aver detto alla professoressa che stavo male.

Mentre camminavo verso casa, vidi Luke, seduto ad una fermata dell'auto, con uno sguardo perso.
Mi avvicinai a lui, ero ancora convita del fatto che avrei dovuto chiedergli spiegazioni.

- Ciao. - mi salutò con un sorriso.

- Ciao. Ti posso chiedere una cosa? - Domandai.

- Dipende. - rispose lui. DA COSA? DA COSA POTEVA DIPENDERE? Era tutta la giornata che volevo parlargli e ora non potevo nemmeno chiedergli una cosa?

- Perchè hai scritto quella cosa sul mio zaino? E sulla mia verifica? Cosa significa? E perchè continuate tutti a dirmi "Flawless"? - Chiesi. Ero arrabbiata, volevo sapere, volevo capire.

- Tutti chi? - Chiese lui.

- Tutti, tutti voi, tu, Ashton. - Risposi velocemente. E solo dopo aver visto la sua faccia cambiare espressione, capì che forse non avrei dovuto pronunciare quel nome.

- Hai parlato con Ashton? - mi chiese lui, guardandomi finalmente in faccia.

- No, cioè si. - Che cosa stavo dicendo? Perchè mi sentivo in colpa? E perchè ora sembrava magicamente interessato a me?

Si alzò e venne verso di me, mi prese il braccio e mi guardò negli occhi.

- Non devi parlarci, non parlare con Ashton. Mi hai capito? - urlò. Di certo non l'avrei ascoltato, perchè avrei dovuto? Chi era? Perchè non dovevo parlarci? E perchè era così arrabbiato?

Volevo dirgli tutte queste cose, ma ero stanca, stanca dei suoi giri di parole, stanca dei suoi modi di dire le cose, stanca di tutti questi misteri.
Volevo solo andarmene a casa, mangiare un po' di Nutella e starmene sul divano a guardare la televisione.

Così mi liberai velocemente della sua mano, e andai a casa.

LUKE.

Era buio, non riuscivo a vederla,
non riuscivo a vedere niente, lei gridava.
Sentivo solo il suono della sua voce.
Cercai di aiutarla, ma era troppo lontana, e io non potevo, non potevo.
Avevo paura.
Sentì il suo sguardo su di me.
Poi, lei smise di urlare, e tutto intorno a me smise di vivere.

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Ciao a tutti, come va?
Ieri non ho scritto niente perchè ero davvero tanto stanca.

Comunque questo capitolo è tanto strano, me ne rendo conto.
Ma vi ripeto che con il passare del tempo inizierete a capire tutto. E soprattutto inizierete a capire il vero e proprio significato di "Flawless", per ora mi dispiace dirvi, che dovete aspettare.
Anche se ci pensate bene potete arrivarci da soli.

Fatemi sapere che ne pensate, se vi piace o non vi piace, a presto.

, Mel.

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