Friends.

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Avevo baciato entrambi, e in modi completamente diversi: con Luke era stato più passionale e aggressivo, mentre con Ashton più dolce.
Infondo loro erano così, Ashton dolce e premuroso, Luke passionale e aggressivo.
Non sapevo bene cosa pensare, da una parte c'era un ragazzo che mi faceva stare bene, e da un'altra c'era un ragazzo che mi faceva innervosire, un ragazzo che non riuscivo a capire, e questo ragazzo ovviamente era Luke.
Ma io non avevo affatto bisogno di avere un uomo per stare bene...beh forse si, avevo bisogno di uomo, mio padre.
E avevo bisogno anche di una migliore amica, Jenna.

Ma loro non c'erano più, erano morti, entrambi, e io avevo un disperato bisogno di parlare con qualcuno, così presi il mio telefono e digitai il numero di telefono di Claire, sapevo che mi avrebbe subito risposto, e sapevo che avrei potuto parlare benissimo con lei.
- Pronto? - Una voce maschile rispose al telefono.

- Claire? - Chiesi io, non avevo capito con chi stavo parlando e sinceramente non mi andava di spiegare a nessuno il motivo per cui avevo chiamato, sperando che chiunque era dall'altra parte del telefono capiva che cercavo Claire.

- No, ora te la passo. - Rispose, e mi accorsi solo allora che quella non era una semplice voce maschile, era la voce di Ashton.

Ashton e Claire? Cosa stava succedendo? Avevo interrotto qualcosa? Si, sicuramente si.

Decisi di riattacare, non ci stavo capendo più niente, lui mi aveva baciata e in realtà stava con Claire, perchè baciarmi allora, per quale motivo? Non aveva senso.

- Candice. - Mi chiamò mia sorella.
Era venerdì, e non eravamo ancora rientrate a scuola, non ci eravamo del tutto riprese dal giorno della morte di mio padre, e lei non era uscita dalla sua stanza per una settimana tranne che per andare al bagno.

- Dimmi. - Risposi sorpresa. Era una settimana che non sentivo la voce di mia sorella.

- C'è un ragazzo alla porta che chiede di te, dice di doverti parlare subito. - Mi disse, prima di tornare a chiudersi in camera sua.

Io mi alzai e mi avviai verso la porta mentre speravo che non fosse Ashton, dopo quello che era successo non sapevo cosa dire e cosa fare.
Davanti alla porta c'era un uomo, era alto e aveva un fisico scolpito, i suoi occhi verdi, che mi squadravano dalla testa ai piedi, furono la prima cosa che mi colpì, erano bellissimi, non avevo mai visto degli occhi così.
Rimasi lì a fissarlo per un secondo e poi decisi di smetterla, perchè mi resi conto che era abbastanza imbarazzante.

- Ciao... - Dissi io.

- Piacere Paul Wesley. - Mi disse lui, e mi porse la mano, io la strinsi e mi presentai a mia volta.

- Sono un assistente sociale, sono qui per fare dei controlli, sa dove posso trovare sua madre? - Chiese lui e l'espressione sul mio volto cambiò completamente.
Mia madre probabilmente stava dormendo, ieri era uscita dalla stanza, aveva provato a farci qualcosa da mangiare, ma poi si era messa sul divano a guardare la tv e si era dimenticata i ravioli nel forno, li aveva lasciati lì per troppo tempo, perchè quando arrivai in cucina e spensi il forno i ravioli erano completamente neri, quando tornò per spengere i ravioli erano ormai le 6:00 e iniziò a piangere nel vedere che si erano bruciati, si era rinchiusa di nuovo in camera ed era restata lì.
Così decisi di mentire a quel signore.

- Mia madre è uscita, è andata al mercato, oggi fanno gli sconti. - Dissi. Cercando di sembrare il più disinvolta possibile, non ero molto brava a mentire e chi mi conosceva se ne accorgeva subito, cambiavo espressione.

- E per caso mi può dire quando posso passare per parlare con lei? Ci sono delle questioni molto importanti di cui dobbiamo discutere. - Mi rispose, guardandomi negli occhi, sapevo che presto sarei scoppiata a ridere o a piangere, per cui mi dovevo sbrigare.

- Ripassi domani, è stato un piacere conoscerla signor Wesley, a presto. - Dissi, e quando feci per chiudere lui mi bloccò e mi mise un biglietto in mano.
- Mi chiami se c'è bisogno. - Urlò, prima che io potessi letteralmente sbattergli la porta in faccia.

Ci mancava solo l'assistente sociale, come se tutto il resto non fosse già abbastanza, avevo bisogno di uscire.
Presi una borsa, infilai la felpa e uscì, senza dire niente a nessuno, tanto non sarebbe importato.
Camminai tantissimo, arrivai al MC e presi un Milkshake al cioccolato, era presto per mangiare un panino, non mi sedetti a nessun tavolo, ma iniziai a incamminarmi verso casa.

- Candice. - Mi sentì chiamare.
Mi girai e vidi una ragazza, la ragazza che avevo accidentalmente scontrato sulle scale di scuola, come aveva detto che si chiamava? Paola? Non ricordavo, e non volevo fare una figura orrenda, ma lei si ricordava il mio nome.

- Ei ciao. - Era forse la cosa più stupida che potevo dire, ma sarebbe stato ancora più imbarazzante sbagliare nome.

- Allora? Che fai qui tutta sola? Ti sei persa il gatto? - Chiese lei. Aveva un espressione felice, spensierata e mi ritrovai ad invidiarla, anche io volevo essere felice.

- Io... - mi accorsi che non sapevo che dire, così lasciai parlare lei.

- È un po' di tempo che non ti vedo a scuola, ti va di fare un giro? - Mi chiese. Io accettai, e la ringrazai in silenzio per avermi tolto da quella situazione più che imbarazzante.

Mentre camminavamo lei continuava a parlare, e in poche ore sapevo tantissime cose di lei. Veniva dall'Australia, ma si era trasferita qui quando era molto piccola con i suoi genitori per il lavoro del padre, non aveva fratelli o sorelle e odiava essere figlia unica, amava il sole, il caldo e il gelato al cioccolato, il mio opposto.
Parlava molte lingue: tedesco, francese, spagnolo, italiano e inglese, perchè viaggiava molto e aveva tanti amici in molte parti del mondo.
Era una ragazza solare, allegra e fra tante cose, molto chiacchierona.
Io avevo parlato pochissimo, fino a quando non si tirò fuori l'argomento "Ashton e Luke ".

- Allora, l'altro giorno ti ho visto con Ashton, in cortile. Non ti stavo spiando, solo che ero lì, io vado sempre in cortile il martedì e lo sanno tutti, puoi chiedere se vuoi. - Mi disse, continuando a camminare. Aveva visto che ci baciavamo, quindi valeva la pena raccontargli tutto.

- Si beh, noi ci siamo...baciati. - Risposi io, non sapendo come rispondere.

- L'avevo notato. - Disse, iniziando a ridere.
Io iniziai a raccontare, e nel frattempo arrivammo a casa sua, era una grande villa, con un bellissimo giardino e una piscina gigante.
UNA PISCINA GIGANTE.
Iniziai a fissarla, come se fosse il più buono hamburger del mondo.

- Ashton è davvero carino, ma non è il mio tipo, lui è il tipo di tutti e il tipo di nessuno. Il tipo di tutti perchè chi è che non vuole un ragazzo così? Il tipo di nessuno perchè è il ragazzo più strano del mondo, e poi si dice che è un tipo davvero possessivo, basta vedere come tratta la sorella. - Continuò a parlare lei.

- Ha una sorella? - Chiesi io, sopresa.

- Certo, Claire è sua sorella, non lo sapevi? Lo sanno tutti. - Mi rispose. COSA? CLAIRE È SUA SORELLA? Adesso si spiega tutto. Ero stata davvero stupida, dovevo rimediare, subito.

- No, non lo sapevo, tu sai dove abita? - Chiesi io. Dovevo andare a chiedere scusa.

- Si, non molto lontano da qui, una volta sono andata ad una delle sue feste. - Disse Phoebe.

- Bene, mi accompagneresti? - Chiesi, e solo due secondi dopo, suonò ad entrambe il cellulare.
Lo presì dalla tasca dei jeans e vidi che c'era un nuovo messaggio:

" Festa a casa mia stasera, porta chi vuoi.

- Ashton. "

Quale occasione migliore?

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Salve, mi scuso perchè so che il capitolo non è molto bello, e neanche molto lungo, ma non sono stata tanto bene in questi giorni e purtroppo non ho potuto fare di meglio, ma prometto che mi farò perdonare con il prossimo, ho già in mente tante cose per questa festa.

Per adesso avete visto che è finalmente arrivato Paul Wesley e nel prossimo arriveranno tante altre persone.

Comunque vi ringrazio per le visualizzazioni e i commenti, mi fa davvero piacere leggerli e rispondere e se avete domande di qualunque genere chiedete pure.

A presto.

, Mel.

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