Mi fermo a pochi passi dal portone, incerta. Lui serra la mia mano con fare incoraggiante.
− Paura? − mi chiede, con un brillio negli occhi che gli dona un'aria fanciullesca.
Sollevo il mento, fissando i pochi metri che mi separano dal mio futuro con aria caparbia. Sono terrorizzata, ma sono anche al settimo cielo.
− Nessuna paura, se tu sei con me − rispondo, cercando il suo sguardo.
− Sempre − mi risponde, con un tono carezzevole che mi riscalda l'anima.
− Andiamo, piccioncini, si gela qui! − scherza Cat, dietro di noi.
− Che vuol dire pic...piccio...ncini? − chiede Lucy a Bill in tono sommesso.
Scoppiamo a ridere e la tensione si scioglie. Sto per fare la cosa giusta, la prima, vera cosa giusta che faccio da non mi ricordo quando. Tutti insieme varchiamo la soglia del grattacielo, sorrido sentendo le esclamazioni di stupore dei ragazzi. Ryan sembra essere perfettamente a suo agio, come se non avesse trascorso gli ultimi anni nella miseria e fosse ancora il campione sportivo, idolo dei salotti dell'alta società.
Saliamo al cinquantesimo piano e, quando apro la porta del mio appartamento, i gridolini di gioia di Lucy riecheggiano nelle stanze eleganti. Non sono mai state così piene di vita.
Una stupefatta Babs ci raggiunge nella sala da pranzo. Fissa me e Ryan con un'espressione indecifrabile. Lui le si avvicina e la omaggia con un perfetto baciamano, che la fa diventare rossa fino all'attaccatura dei capelli grigi.
− È un vero piacere conoscerla, signora − le dice, come se parlasse ad una gran dama − Sam mi ha detto che per lei è stata come una madre ed ero ansioso di poterla incontrare. Io sono Ryan.
Lei balbetta il suo nome, spostando alternativamente lo sguardo da me a Ryan con un ampio sorriso sul viso. Mi avvicino e l'abbraccio, stringendo forte quella donna che in tutti questi anni è stata la mia forza.
− So che ti eri già organizzata per la cena del Ringraziamento, ma ho invitato degli ospiti.
− Nessun problema − replica lei, ancora imbambolata − per quanti devo apparecchiare?
− Noi cinque − le rispondo, indicando i tre ragazzi che stanno osservando con occhi sgranati ogni dettaglio del mio appartamento − il signor Sullivan e sua moglie, papà e Sharon, Dylan e sua madre − continuo contando sulle mani − e ovviamente... te.
− Io? Ma no... non sta bene che una domestica stia a tavola con i padroni...
− Sciocchezze! − replico, tirando fuori il mio tono più convincente − Non me ne importa niente, oggi è il Giorno del Ringraziamento e voglio accanto tutte le persone a cui voglio bene!
− A tuo padre non piacerà.
− Ci penso io a lui − le strizzo l'occhio, per poi avvicinarmi al telefono e chiamare mio padre in ufficio.
− Dimmi, Sam − risponde la sua voce ferma e pacata.
− Papà, che cosa ci fai ancora lì? Manda a casa la povera Jessica, vai a cambiarti e vieni a casa mia con Sharon, ceniamo da me.
− A cosa devo questo improvviso cambio di programma? − non mi sfugge il tono divertito della sua voce.
− Voglio presentarti delle persone.
− Sembra importante − lo sento sorridere apertamente − Va bene, ma io porto il vino, intesi?
− Aggiudicato − chiudo la comunicazione per poi voltarmi verso Babs e sorriderle con aria soddisfatta. Lei scuote la testa e si avvia per dare le indicazioni in cucina.

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Libera di essere tua
RomanceSam ha tutto dalla vita, ma non riesce a essere felice. L'incontro con un uomo completamente diverso da lei e con la sua insolita famiglia l'aiuterà a scoprire quello che conta davvero. Sam, unica figlia di un ricco industriale, ha tutto quello che...