5. Il tempo di agire

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Quando, quella notte, la Contessa sbucò da uno dei suoi passaggi segreti, in spalla portava un lungo fagotto. Nonostante il peso aggiuntivo, si muoveva con eleganza e senza produrre alcun suono, quasi danzando sui tetti grazie alle Ali di Vento.

Gli anni di addestramento con Morpheus l'avevano trasformata, avevano reso il suo corpo tonico e flessibile, ma anche la sua mente era cambiata. Aveva imparato a rispettare la vita, a non abusare delle sue abilità di assassina e a contenere il più possibile il sangue che versava. Non a caso si vantava di essere un'assassina nobile, oltre che infallibile.

L'omicidio di Senaire sarebbe rientrato in quei limiti che lei stessa si era prefissata: si trattava di un uomo che aveva fondato la sua ricchezza sulla produzione e il commercio ­– per non dire contrabbando – di armi, e che non aveva esitato a chiedere la testa di chi si era rifiutato di lavorare per lui, quindi non si sentiva in colpa per quello che stava per fare.

Una volta raggiunto il tetto da cui intendeva colpire, si guardò intorno per accertarsi che non ci fossero guardie che potessero vederla. In giro c'erano diversi uomini in uniforme, ma nessuno sembrava sospettare un attacco del genere, e del resto non se ne stupiva. Meglio così, per una volta avrebbe potuto agire indisturbata.

Si tolse di spalla il fagotto e prese il fucile magico di Etienne. Si sdraiò in modo da poter appoggiare il bipiede e cercò nel mirino la sagoma del magnate delle armi. Grazie al supporto riusciva a tenere piuttosto bene la linea di tiro, e le lunghe ore passate ad allenarsi le davano una discreta sicurezza di riuscire a fare centro al primo colpo. Anche perché difficilmente avrebbe avuto una seconda possibilità.

Prese un bel respiro.

Senaire dormiva placidamente nel suo letto: era un bersaglio facile, non avrebbe sbagliato.

Deglutì.

Perché era così tesa? Lei era la Contessa di Genseldur, la migliore assassina della città, della nazione e probabilmente del mondo intero, far fuori un uomo addormentato doveva essere un gioco da ragazzi!

Controllò per l'ennesima volta il vento. Aveva imparato che anche una leggera brezza poteva modificare in maniera rilevante la traiettoria della pallottola, ma per fortuna l'aria sembrava completamente ferma. Le condizioni erano ideali, non avrebbe sbagliato.

Continuò a respirare.

Perché non si decideva a sparare?! Era un colpo facilissimo e lei non aveva tempo da perdere. Doveva sbrigarsi!

Chiuse gli occhi cercando di raccogliere la massima concentrazione. Non avrebbe fallito.

Si assicurò che il corpo di Senaire fosse bene al centro del mirino... e sparò. Lo scoppio all'interno della cartuccia, la lingua di fuoco che usciva dalla bocca della canna e il fracasso del vetro in frantumi avvennero quasi in contemporanea e in una frazione di secondo il proiettile si conficcò nel materasso, sfondando almeno due doghe.

Il magnate delle armi si svegliò di soprassalto e balzò giù dal letto. Cosa diavolo era successo?!

Maledizione! Maledizione! Maledizione! Come aveva fatto a sbagliare mira?! Magari il vetro... No! Non era il momento di pensarci! Adesso doveva caricare un altro colpo e uccidere Senaire prima che lasciasse la stanza! Doveva fare in fretta!

Tirò fuori il bossolo vuoto e inserì la nuova cartuccia, fece scattare la canna in modo che non si aprisse con lo sparo e prese nuovamente la mira.

Doveva fare in fretta, Senaire stava per raggiungere la porta!

Prese la mira e d'impeto premette sul grilletto. Di nuovo le sue orecchie vennero maltrattate dallo scoppio mentre una lingua di fuoco si sollevava dalla bocca della canna. La pallottola sfrecciò rapidissima nell'aria e in un istante il cranio del magnate delle armi esplose spruzzando sangue in ogni direzione.

AoG - 1 - La Contessa di Genseldur [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora