La notte successiva Hélene sfruttò nuovamente il sistema di propulsione area, così lo aveva chiamato Etienne, e senza troppe difficoltà raggiunse la cima della guglia più alta della cattedrale di Genseldur. Da lassù si godeva di una vista meravigliosa e i suoi occhi potevano raggiungere ogni zona della città. Ma non era andata lì per divertirsi. Sam le aveva detto che i sicari dei Tadarés erano arrivati in città e che avevano cominciato a fare domande in giro. Le aveva anche dato dei ritratti fatti con inchiostro magico per permetterle di riconoscerli. Li tirò fuori dalla tasca e li aprì. Un tizio giovane e piuttosto carino con gli orecchini, uno smilzo dal viso stretto con i baffetti e poi un omone tutto muscoli alto quasi due metri. Se li avesse incontrati sarebbe stata in grado di riconoscerli, ma non aveva intenzione di ucciderli. Innanzitutto non sarebbe servito a proteggere Etienne e, cosa più importante, avrebbe voluto dire trovarsi tutti i sicari dei Tadarés alle calcagna. E la prospettiva non la allettava.
Ripiegò i fogli e li mise nuovamente in tasca. In ogni caso aveva già pronta un'altra strategia per risolvere in fretta la questione: una delle fonti di Sam gli aveva riferito che Senaire, l'uomo che aveva commissionato l'assassinio, era giunto in città. Con ogni probabilità era impaziente di vedere morto Etienne, e questa sua brama sarebbe stata la sua condanna a morte. Nessuno poteva scampare alla Contessa di Genseldur. Ma non c'era fretta, aveva ancora tre ore e aveva deciso di tenere il sopralluogo come ultima cosa: per adesso voleva solo divertirsi.
Aprì le braccia e con eleganza saltò giù dalla torre. Immediatamente il suo corpo prese velocità, ma le bastò il solito movimento delle braccia per rallentare. Ripeté il gesto più volte e con eleganza, come se stesse sbattendo delle ali invisibili, fino a che non planò sul tetto di un edificio vicino. Da lì corse fino all'estremità opposta e con un balzo si lanciò nel vuoto. Sfruttò nuovamente la propulsione aerea e raggiunse il tetto di fronte, dove per poco non andò a sbattere contro il camino.
Si guardò intorno. Meno male, nessuno l'aveva vista. Sarebbe stato alquanto disdicevole se si fosse sparsa la voce che la nobile Contessa di Genseldur era saltata contro un muro.
Se non altro quel piccolo contrattempo le ricordò di fare più attenzione. Non poteva ancora dirsi un'esperta con quell'equipaggiamento e doveva esercitarsi se voleva raggiungere la perfezione.
Recuperò la concentrazione e corse verso un tetto non troppo lontano. Questa volta bastò una sola spinta con il sistema di propulsione aerea e fu dall'altra parte. Continuò a correre e saltare da un tetto all'altro e, più volte lo ripeteva, più i suoi movimenti diventavano fluidi e precisi. Dopo un po' si concesse anche qualche leziosità in più: una volta saltò da un tetto a un altro facendo una capriola all'indietro; un'altra si lasciò cadere nel vuoto invece di saltare, per poi darsi una doppia spinta che la riportò all'altezza del tetto successivo.
Quell'equipaggiamento era davvero meraviglioso, peccato solo che avesse quel nome assurdo.
Spiccò un salto, azionò il sistema di propulsione aerea con il movimento delle braccia e in un'elegante piroetta fu dall'altra parte della strada.
Doveva trovargli un altro nome, un nome meno tecnico...
Saltò su un balcone, con un balzo felino fu sul parapetto e subito dopo si lanciò in avanti. Afferrò un tubo di ferro che spuntava dall'edificio, con un agile movimento ci ruotò intorno in modo da averlo al livello del bacino e poi eseguì una nuova giravolta. Con lo slancio che riuscì a guadagnare saltò in avanti, si diede la spinta con le braccia e in un baleno fu sul tetto di fronte.
Ma certo! Poteva chiamarlo...
Uno scricchiolio la mise in allerta. Guardò sotto i sé. La griglia di legno su cui si trovava era troppo leggera, non poteva reggere il suo peso. La copertura si infranse e in un attimo il vuoto si aprì sotto di lei. All'ultimo riuscì a muovere le braccia e il sistema di propulsione aerea rallentò sensibilmente la caduta, ciononostante il colpo che ricevette le tolse il respiro.
STAI LEGGENDO
AoG - 1 - La Contessa di Genseldur [da revisionare]
FantasyHélene Castillon è la migliore assassina della città, della nazione e probabilmente del mondo intero. Ama le armi tanto quanto i vestiti eleganti, le scarpe, la biancheria intima costosa e i cosmetici, si ritiene una sicaria nob...