Gabriel, seppur con qualche riserva, acconsentì che Amber portasse la piccola Lise a fargli visita. James, alla sera, la spinse a tornare a casa per prendersi cura della figlia.
Prima di lasciarsi si scambiarono un bacio e lui riuscì a mascherare il suo nervosismo.
Dopo giorni intensi, rimase da solo.
Per rilassarsi, decise di fare pochi passi per la stanza. Si preoccupò per l'incontro, non gli era mai successo di rapportarsi con dei bambini. In più il funerale di Wallace incombeva.
Si fermò alla finestra per osservare il parco sottostante e notò una coppia di genitori che spingeva una carrozzina, realizzò che il reparto di maternità si trovasse al piano di sotto. Quale sarebbe stata la sua reazione se lei avesse desiderato un figlio loro? Non le domandò nulla, né si accertò se fosse consapevole del significato della sua sterilità.
Si ripromise di parlarle, certo si sentiva già madre di Lise, ma con il tempo questo avrebbe potuto non essere sufficiente. Toccò la medicazione sul fianco, le era grato per la dedizione e l'amore che gli dimostrava, e giurò di non abusarne mai.
"Che ci fai ancora alzato?" la voce preoccupata del cognato lo distolse dai pensieri, arrivò per le solite cure serali. "Fila nel letto, ragazzo!"
Sorrise per la sua premura. Si girò e se lo trovò davanti.
"Sei peggio di Benedict." ridacchiò, allontanando il suo braccio. "Posso fare da solo, sto bene."
Lui storse la bocca, ma alla fine lo lasciò.
"Che ci facevi lì? Non mi farai pentire per domani, vero? Hai l'aria di uno con le paturnie in testa."
Gabe lo aiutò a distendersi, lo osservava con attenzione scuotendo il capo fulvo.
"Controllo la medicazione." sbottò prendendo le garze per la solita operazione serale.
"Pensi che ci siano delle cure per la mia sterilità?" chiese all'improvviso.
Lo squadrò, con il disinfettante tra le mani.
"Eccolo il motivo del tuo malumore! Me lo immaginavo! A che stai pensando?"
James sospirò, portando le braccia dietro alla nuca, mentre si impegnava a disinfettargli la ferita.
"Volevo parlarne con Ben, ma mi ha consigliato di chiedere a te, ha detto che hai le competenze come medico. Mi sono chiesto, e se Amber un giorno volesse un figlio?""Il mio consiglio e che dovete discuterne insieme, ma lei non fa di questo un problema. E comunque, esistono terapie possibili." Strinse troppo la fasciatura e lui fece una smorfia.
"Hai assunto degli antidepressivi durante l'adolescenza e ciò potrebbe essere la causa. Ma dovresti sottoporti a degli esami." Rise mostrandogli una siringa. "Quelli dove si trovano questi oggetti con gli aghi."
"Perché adesso non li usi quasi tutti i giorni?" rispose con un ghigno ironico.
"Vero, è un periodo che tremi meno quando li vedi." Ridacchiò allargando le braccia al cielo. "Nel momento in cui starai meglio faremo dei prelievi e dei test."
"Li farò, l'amo e non voglio che rinunci alla maternità se la vorrà."
"Sei deciso allora? Ma mettila al corrente della tua idea."
Gabe lo aiutò a vestirsi, sistemò il carrello degli strumenti. Titubava, si aspettava altre domande da parte sua. Alla fine, si sedette sul bordo del letto e gli disse con calma.
"C'è dell'altro di cui vuoi parlare?"
Cincischiò il lenzuolo, trattenendo il respiro prima di confidarsi.
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Amber
ChickLitJames Emory è un giovane avvocato di successo, ma la sua vita personale è in frantumi. Il suo matrimonio sta affondando a causa della sua sterilità, un fatto che Margot, sua moglie, non riesce ad accettare poiché desidera disperatamente un figlio...