Due giorni dopo, James, ottenne il permesso di tornare a casa.
Ascoltò con impazienza le raccomandazioni di Gabe. Il cognato lo lasciò alle cure di Amber che si offrì di ospitarlo nell'appartamento, almeno fino a quando non si fosse completamente ristabilito.
Benedict, gli aveva proposto di passare la convalescenza nella loro villetta, ma la prospettiva di iniziare a vivere con la donna che amava gli sembrava irrinunciabile.
Quella mattina, finalmente indossò dei vestiti comodi al posto del vecchio pigiama. Non piegò nemmeno le sue ultime cose e le spinse in fretta dentro un borsone, contento di lasciare l'ospedale insieme alla compagna.
Appena uscì, l'aria fresca lo fece quasi barcollare.
"Ehi, forza!" lo incitò stringendogli il braccio, percependo la sua difficoltà dopo tanti giorni passati in una stanza. Lo baciò sulla guancia e aspettò che prendesse confidenza con l'esterno.
Fu lei che si incaricò di guidare fino all'appartamento.
Durante il viaggio rimase silenzioso, si perse a guardare il traffico caotico di Londra. Le auto sfrecciavano veloci tra i gruppi di turisti che si incamminavano nelle piazze più affollate. Non si ricordava quanto risultasse complicato attraversare la città nell'ora di punta.
"Non avevo mai pensato di amare il caos di quest'ora." mormorò guardando dal finestrino, tese la mano e l'appoggiò sulla gamba di Amber.
"Non distrarmi." scherzò la giovane, ma percepì una nota di stanchezza nella voce. "C'è qualcosa che ti preoccupa?" chiese senza distogliere lo sguardo dalla strada. "Stai bene?"
"Sì, fisicamente mi sento meglio, ma..." s'interruppe, ebbe un'incertezza.
"James, ci siamo ripromessi di affrontare tutti i problemi parlandone."
Lui si voltò trattenendo il respiro.
"Non vedo l'ora di stare con te, ma questo non vuol dire che ti voglio forzare. Mi sono comportato da assatanato, ieri sera, nel bagno dell'ospedale."
Lei si sorprese per quella tenerezza, ciò che era accaduto in quei mesi lo aveva cambiato, sorrise e gli rispose convinta.
"Che dici? Ti sembra di avermi spinto troppo? Ti ho fatto capire i miei sentimenti... Stupido! Ti stai facendo delle enormi paranoie."
"Non volevo sembrarti un allupato che pensa solo al sesso. Non sono il cretino che hai conosciuto tempo fa." Soffiò con un tono addolorato.
Amber scosse la testa, vide uno spazio a bordo strada e rallentò per parcheggiare.
Spense il motore, si girò sorridendo, prendendogli il volto fra le mani.
"Se non fosse stato per te, dolce avvocato, ieri sera avrei ceduto in quel bagno. Mi hai rispettato anche troppo. Guardami! Ti amo, ti voglio, perché ecciti i miei sensi come mai mi era accaduto prima! Ora il mio desiderio è fare sesso e godere con te, diventare la tua donna, essere la tua compagna."
Con un impeto furioso, lo baciò, desiderando trasmettergli l'importanza di recuperare insieme la forza dell'amore. Nonostante avesse venduto il proprio corpo, lui riuscì a superare il dolore per quegli incontri umilianti in cui si perse. Comprese la sua sofferenza, e questo li condusse a una comprensione reciproca, permettendo loro di salvarsi a vicenda
Fu merito di quel giovane, irrequieto e turbato dalla sterilità, che gli venne donata una nuova possibilità.
James ricambiò il bacio con la stessa passione.
Un colpo di clacson li interruppe.
"Meglio andare..." risero storditi e imbarazzati.
Amber riprese a guidare. Lui le teneva la mano appoggiata al fianco, gli piaceva la sicurezza che quel calore tiepido gli trasmetteva e si sentiva sereno dopo tutto il tempo passato a macerarsi nel dolore del matrimonio fallito.
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Amber
ChickLitJames Emory è un giovane avvocato di successo, ma la sua vita personale è in frantumi. Il suo matrimonio sta affondando a causa della sua sterilità, un fatto che Margot, sua moglie, non riesce ad accettare poiché desidera disperatamente un figlio...