L'ultima volta che ho messo piede su un circuito di Formula 1 era il mio compleanno, di ben tre anni fa.
Ci trovavamo in Ungheria, soffiavo una candelina in un tiramisù e avevo Arthur al mio fianco. Di certo non sapevo che di lì a poco il mio legame con lui e con il fratello sarebbe andato a rotoli, ma a riguardarmi indietro non cambierei niente.Ho sempre pensato che l'unico modo per vivere, per farlo davvero, sia quello di seguire le proprie emozioni e il proprio istinto, ovunque essi ci portino.
E oggi, marzo 2025, il mio incondizionato amore per la vita mi porta nel deserto del Bahrein, nuovamente su una pista.Faccio scorrere il pass vicino al tornello, superandolo un secondo dopo e mettendo piede nel paddock.
Il programma per il weekend è già definito minuto per minuto, lasciando ben poco spazio all'immaginazione, ma in fondo è meglio così.
Cammino guardandomi intorno, sorpresa dal senso di familiarità che mi trasmettono questi edifici, queste persone e queste sensazioni.
Sono stranamente in pace con me stessa e non vedo l'ora di svolgere al meglio il mio lavoro.La mattinata mi vola, impiegata nelle interviste dei tre nuovi rookie della stagione.
<Scusa, sapresti per caso indicarmi dove si trova la sala conferenze?> Domando cordialmente ad una ragazza che, a giudicare dall'accento, sembrerebbe inglese.
<Prima volta in un paddock eh> Ride ironicamente, porgendomi la mano <Io sono Taylor e un anno fa ero persa proprio come te! Seguimi pure, stiamo andando nello stesso posto> Per tutto il tragitto mi racconta del suo primo anno, di come abbia seguito ogni singola gara e di quanto abbia pianto al ritiro di Lewis.Sembra non voler mai finire di parlare, quando per la gioia delle mie orecchie arriviamo davanti a questo grande edificio la cui facciata di vetro lascia intravedere l'interno.
<Bene eccoci arrivate. Dovremmo iniziare tra una decina di minuti quindi devo assolutamente rivedere le domande, ma spero di rivederti spesso Camilla> Mi sorride gioiosamente, tenendomi aperta la porta prima di sparire in un corridoio.Non riesco a fare a meno che continuare a guardarmi intorno, la frenesia di un paddock è quasi ipnotica. Ma solo ora che mi trovo qua mi rendo conto che non ho la benché minima idea di chi saranno i Team Principal e i piloti coinvolti nella prima conferenza dell'anno.
Mi siedo al primo tavolino che trovo libero, cercando disperatamente tra le mie carte un documento che possa darmi qualche risposta.
È la sveglia del mio telefono a ricordarmi che sono in ritardo e che, mio malgrado, dovrò correre alla conferenza senza avere idea di come si svolgerà.
L'unica cosa che mi consola è che vista la mia poca esperienza, oggi non mi sarà concesso nemmeno di fare una domanda. In sostanza dovrò starmene seduta a trascrivere tutto quello che verrà detto, in silenzio, con la massima attenzione.Sorrido incrociando lo sguardo di Taylor, seduta in seconda fila, trovando poi il mio posto qualche sedia più indietro.
Mi accomodo e assisto alla conferenza dei team principal con la massima cura. Ogni parola pronunciata è stata trascritta nel mio computer, insieme a qualche annotazione personale in vista dell'articolo che sicuramente dovrò scrivere a fine giornata.<Bene ringraziamo ancora una volta i team principal e facciamo ora entrare i piloti> Annuncia lo speaker incaricato di dare un po' di ordine al tutto.
Alzo lo sguardo dal Mac puntandolo sulla porta situata dietro alla grande scrivania che accoglierà i cinque protagonisti di giornata.Il primo ad uscire è ovviamente il campione del mondo Max Verstappen.
Subito dopo di lui seguono George Russell, diventato prima guida Mercedes, e il suo nuovo compagno di squadra, Lando Norris.Distolgo lo sguardo giusto per segnare i nomi dei presenti, ma quando lo rialzo il momento che più temevo mi si presenta davanti.
Arthur e Charles sono seduti come ultimi due piloti, l'uno di fianco all'altro, sorridenti.
Sapevo che li avrei visti prima o poi, ma ero arrivata ad uno stato di auto convinzione tale dall'esser sicura che non mi avrebbe fatto alcun effetto.
Per giunta, contro ogni mia previsione, dei due quello da cui non riesco proprio a distaccare lo sguardo è il minore dei due. È più o meno sempre uguale, ma a me sembra più bello che mai.Sento i miei colleghi iniziare a fare le prime domande, ma i due monegaschi mi attirano come una calamita. Non riesco a non guardarli, ascoltarli, percepire ogni loro più piccolo movimento, pregando nel frattempo che loro non notino me.
<Sicuramente guidare per una Scuderia come la Ferrari è il sogno di tutti, poi farlo insieme a mio fratello rende il tutto ancora più speciale> Dice Arthur, voltandosi a guardare Charles sorridendo.
<Certo che sono fiero di lui> Comincia proprio quest'ultimo rispondendo ad un'altra domanda <Ma questo non mi impedirà di fare di tutto per batterlo!>.
Una risata generale si scatena nella stanza, contagiando anche me.
Scuoto la testa ancora ridendo, quando gli occhi di Charles incrociano i miei.Mi trema il cuore.
Il sorriso che prima compariva sia sul mio viso che sul suo, sparisce da entrambi d'improvviso.
La voce di Max sembra distante, mi rimbomba nelle orecchie senza veramente raggiungere il cervello. Non percepisco più niente o nessuno, solo gli occhi freddi e glaciali di Charles, puntati nei miei.
<Giusto Charles?> Ci risvegliamo come da un incubo solo quando Verstappen si rivolge direttamente al monegasco, facendogli finalmente rompere il contatto visivo con me.
Prendo un profondo respiro cercando di calmarmi, ma mi risulta impossibile.
Sento l'aria mancarmi e mi gira la testa.
Vorrei solo andarmene da questa stanza, dal circuito, dal Bahrein e da qualsiasi luogo possa farmi rivivere questa sensazione.Forse ho sbagliato ad accettare questo lavoro, forse non sono così pronta come credevo.
ARTHUR
Mi giro a guardare Charles. Ha lo sguardo fisso nel vuoto, la mano a reggergli il meno e l'espressione corrucciata di quando qualcosa lo preoccupa. Non sta nemmeno cogliendo le ironiche provocazioni di Verstappen, il che è molto strano. <Giusto Charles?> Si gira di colpo, sorridendo forzatamente e tornando a guardare davanti a se.
Cerco di seguire il suo sguardo, ma la sala è gremita di gente e non ho proprio idea di cosa potrebbe turbarlo in questo modo.La conferenza prosegue tranquillamente, rispondo alle domande come mi è stato spiegato, non dando troppi dettagli e parlando sempre bene della scuderia e della macchina. Del resto è un compito facile, è il mio primo anno qui in Ferrari e mi ritrovo già a guidare una monoposto senza rivali. L'unica difficoltà sta nel nascondere l'ottimismo che sia io che Charles abbiamo verso quest'anno. Per me potrebbe essere un battesimo col fuoco, primo anno in Formula 1, sulla Rossa, con una macchina fuori competizione.
Per lui l'anno del riscatto, del mondiale, del predestinato che agguanta infine il suo destino.<Bene e con questa abbiamo finito. Vi ringraziamo> Mi alzo seguendo gli altri quattro piloti fuori dalla stanza, lungo un corridoio e infine direttamente nel paddock.
Ci aspettano altre interviste e contenuti per i canali ufficiali Ferrari, ma come inizio non poteva andare meglio.
Anche se Charles rimane pensieroso per tutto il resto della giornata e sembra proprio non volermi dire cosa gli occupi la mente così tanto.
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Come deve andare
FanfictionMa tutto va Come deve andare O perlomeno me lo auguro Ma tutto va Come deve andare O perlomeno così dicono A Leclerc brothers fanfiction❤️