13. 1'29'295

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Il cuore riprende un ritmo normale.
Le gambe non tremano più, le mani si rilassano.
Le lacrime lentamente smettono di scorrere.
Il respiro torna lento e regolare.

Mi separo dal ragazzo che mi ha letteralmente sostenuto, guardando dritto negli occhi. Sta sorridendo, posandomi la mano sul viso per levare il trucco indubbiamente colato ovunque.
Profuma ancora di miele, di rose e di mare.
Profuma di casa, di tranquillità, di felicità.

Non parla, eppure mi trasmette tutto quello di cui avevo bisogno. Ora sorrido anche io, perché sono finalmente felice.
<Grazie> Gli dico non distogliendo mai lo sguardo. Scuote la testa leggermente, rimanendo in silenzio ancora qualche secondo.
<Mi sei mancata> Dice rompendo gli indugi, così mi stringo nuovamente a lui.
Non so cosa dire, ma so che questi abbracci valgono più di mille parole.

Perché alla fine di tutto, siamo sempre io e lui.

Perché alla fine di tutto, siamo sempre io e lui

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arthur_leclerc ha risposto alla tua storia:

Quindi fammi capire, vai dai rivali e non dai noi?

"Voi" non mi avete mica invitato
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Sorrido inviando il messaggio e riponendo il telefono in borsa. <Chi è che ti fa sorridere così?> Mi chiede Taylor, avvicinandosi e prendendomi sotto braccio. In questi due giorni folli, lei è stata una delle poche costanti.
Ed oggi che è sabato, con le qualifiche e tutta la frenesia, averla al mio fianco è a dir poco fondamentale.
<Ma nessuno, un vecchio amico che non sentivo da un bel po' > Mento sapendo di mentire, anche se forse sotto sotto un po' di verità c'è.

In ogni caso io e Arthur abbiamo ricominciato a scriverci questi giorni, per quanto i suoi impegni siano così fitti che da quel fatidico momento non siamo più riusciti propriamente a vederci. Ci incontriamo ogni tanto nel paddock, ci sorridiamo a distanza e riprendiamo ognuno la propria vita, con un po' di felicità in più.

Per quanto riguarda Charles, invece, le cose sono ben diverse. Per assurdo lo incontro più spesso, ma cerco di evitarlo il più possibile. Quando i nostri sguardi si incrociano non so chi dei due lo distolga più velocemente, con un misto di imbarazzo e rancore che penso possa percepire anche un cieco.

<Sarà, ma tu non me la conti giusta> Sorrido a Taylor, tornando poi a parlare di quello che effettivamente riguarda entrambe. Tutta questa situazione con i fratelli Leclerc rischia seriamente di distrarmi dal mio principale obiettivo, scrivere un articolo sulle qualifiche, oggi, e sulla gara domani. E possibilmente, farlo molto bene.

Non so per quale motivo la RedBull abbia deciso di invitarmi nel loro garage oggi, ma avrò un posto niente male da cui osservare le quali.
Mi passano delle cuffie, da cui in realtà si sente solo la telecronaca degli inglesi, e mi fanno accomodare insieme ad altri influencer e giornalisti invitati.
Da qui possiamo osservare tutto dai numerosi schermi, ma allo stesso tempo dare un'occhiata più da vicino alla monoposto numero 1 di Verstappen e alla 3 di Ricciardo.

Nella giornata di ieri, così come nelle prime due fasi delle qualifiche, le Ferrari hanno dominato.
I fratelli Leclerc sembrano avere una macchina e un passo irraggiungibile dalle altre scuderie, ma l'ottimismo rimane molto velato tra i tifosi della rossa. Charles è il re delle pole, ma questo non gli ha concesso di vincere un mondiale negli anni passati, cosa che invece è riuscita per ben quattro volte consecutive al suo diretto rivale olandese.

Alzo lo sguardo per osservare la monoposto dell'australiano uscire per l'ultima volta dal garage, pronto a fare il giro perfetto, così come il suo compagno di scuderia.
Per ora Charles è in pole, Arthur lo segue a pochi millesimi, subito dopo Verstappen, Norris, Gasly in Aston Martin e Ricciardo, che non ha fatto un gran giro in precedenza. Russell in Mercedes è uscito in Q1 causando una bandiera rossa che ha rallentato il tutto, ma per sua fortuna non si è ferito niente se non il suo ego da prima guida.

Max è il primo a concludere il giro in 1'29'346, guadagnandosi la pole provvisoria.
Dopo di lui Gasly, che non si migliora, Norris in 1'29'560 e Ricciardo in 1'29'379.

Momentaneamente i fratelli Leclerc sarebbero terzi e quarti, dietro i due Red Bull.
Charles fa una delle sue solite magie, tagliando il traguardo in 1'29'299 e conquistandosi la pole.
Il garage al nostro fianco esulta, si vedono i primi uomini in rosso correre per la pit lane.
In pista rimane solo Arthur e i suoi parziali sono molto, molto vicini a quelli del fratello.
Leggermente sotto nel primo, leggermente sopra nel secondo settore, sta affrontando ora l'ultima curva.
Pedale a tavoletta e taglia il traguardo.
<1'29'295! It's Arthur Leclerc's pole today in Bahrain!> Mi levo le cuffie con rapidità, correndo fuori dal garage per raggiungere in fretta il parco chiuso, in cui a breve arriveranno i primi tre piloti qualificati.

Sono così felice per Arthur che non saprei spiegarlo. Mi faccio largo tra i presenti per conquistare un posto vicino alle barriere, ci sono già alcuni meccanici pronti a prendere le monoposto e allo stesso tempo congratularsi con i piloti.
Non è certo una vittoria, ma è la prima pole dell'anno e soprattutto la prima pole del piccolo Leclerc in Formula 1.

Charles scende dalla macchina per primo, si avvicina a quella pressoché identica del fratello, aspettando impazientemente che scenda a sua volta. I due si abbracciano con forza, posso percepire la risata di entrambi.
So che per quanto io possa essere felice, per quanto possa esserlo perfino Arthur, nessuno lo sarà mai come Charles. È fiero, è orgoglioso, è carico per la competizione.
È felice perché ha una macchina competitiva e ancora di più perché il suo piccolo fratellino l'ha battuto.
Glielo si legge negli occhi, così sorridenti da non spegnersi nemmeno quando incrociano i miei.

Gli faccio un cenno di complimenti con la testa, ricambia ringraziando.

Prendo un profondo respiro aspettando solo che Arthur si accorga della mia presenza. Lo vedo correre verso la mia direzione ed è come il mio corpo avesse il bisogno fisiologico di abbracciarlo.
Ma proprio quando è a pochi metri da me, ormai a portata di mano, devia di qualche passo, abbracciando una ragazza poco più in là.

<Bravo amore mio!> La sento dire, stringendolo forte a se.

Una morsa mi prende lo stomaco. Sono stata stupida, egoista ed illusa.
Annuisco ridendo ironicamente, voltando le spalle ai piloti ed allontanandomi a passo svelto.
Quando sono a sufficiente distanza mi volto a guardarlo, sorridente si toglie il casco, si sistema i capelli sudati, abbraccia nuovamente Charles.
È uno dei momenti più felici della sua vita ed io vorrei davvero tanto condividerlo con lui, eppure non riesco proprio a tornare sui miei passi.
Quindi rimango qui, a distanza, ad osservarlo e ascoltare la sua intervista.
Se esiste un Dio del motorsport, spero solo che domani lo faccia salire su quel gradino, quello più alto di tutti.

 Se esiste un Dio del motorsport, spero solo che domani lo faccia salire su quel gradino, quello più alto di tutti

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