Indossai una maglia marrone e presi lo zaino, pronta per recarmi nuovamente a scuola.
Mi guardai dietro prima di chiudermi la porta alle spalle.
La stanza era sommersa da vestiti, scatole di scarpe, peluche e libri.
Da quel giorno avevo riservato sempre meno attenzione alle condizioni di quella stanza.Nell’ultimo periodo ero rimasta chiusa in casa spesse volte, non ero più la stessa di un tempo.
Non avevo più le stesse energie, non ero felice né tanto meno mentalmente stabile.Strano come l’intero svolgimento di una vita, molto monotona, possa mutare così velocemente.
Mi ero promessa di non lasciarmi sfuggire la situazione di mano e di tenere duro.
Lo studio mi concentrava, mi ricordava di dover fare un passo indietro da tutto in modo da lavorare su me stessa con calma, e in un ambito diverso da quello che venne intaccato quella notte.Avevo sempre amato i peluche, sin da quando ero piccola pensavo che qualsiasi oggetto, anche il più apparentemente insignificante, avesse un’anima, qualcosa di cui prendersi cura.
Sono sempre stata attenta a non trattare male nessun oggetto, a curarmi di loro e dargli amore e attenzione.
Ma da un po’ di tempo avevo la testa per aria e non facevo altro che lasciare tutto ovunque mi capitasse.Cercavo continue distrazioni, e al momento lo studio sembrava essere quella più efficiente.
Spensi la luce dell’appartamento e chiusi la porta.
Mi guardai allo specchio dell’ascensore. Avevo il volto pallido, sembravo quasi una paziente malata di qualche strano reparto ospedaliero.Psichiatria penserete, si, lo penso anch’io non preoccupatevi.
Avevo i capelli leggermente fuori posto, cercai comunque di mantenere la mia igiene nel migliore dei modi in questi giorni ma fra una corsa e l’altra qualcosa oggi era sfuggita.
Me li stavo aggiustando quando le porte dell’ascensore si aprirono.
Davanti a me c’era Tina, una ragazza più grande di me che dava ripetizioni alla figlia della mia vicina.“Clarissa! Ciao amore!”
Mi corse incontro stringendomi fra le sue morbide e imponenti braccia.“È sempre un piacere vederti.”
Dissi, ricambiando caldamente il suo abbraccio.
“Come stai? Scusami se ieri non ti ho scritto e non ho più controllato la chat ma dopo l’uscita col gruppo sono stata un po’ impegnata, discussioni familiari.”“Non devi preoccuparti!! Non smetto mica di volerti bene eh”
Disse dandomi un bacio sulle mani, stringendole caldamente nella sua possente stretta.Tina è una ragazza molto robusta e alta, sovrappeso di almeno una quarantina di chili.
Ha dei problemi di salute, di cui poco si cura, e neanche in famiglia se la passano molto bene.
Le sue situazioni economiche sono disastrose, tant’è che prova a destreggiarsi da una parte all’altra per portare degli spiccioli a casa ed evitare che il padre la maltratti.È sempre stata morbosamente attaccata a me e al nostro rapporto, sviluppatosi un po’ per caso in realtà.
Ha bisogno di amore e attenzioni e io ho sempre provato a non fargliele mancare. Frustrante però, per me, dover ascoltare le sue smancerie sul mio conto.Non trovavo per niente piacevole quella sensazione, anzi, mi metteva tremendamente a disagio ma in ogni caso l’accettavo senza far storie, non avrei voluto ferirla o creare tensione fra noi.
Era una delle mie poche amiche.“Più tardi sono fuori, ti aggiungi a noi?”
“Vedremo” Dissi, riflettendo sulla sua proposta.
Avrei accettato, se non fossi a conoscenza di chi, realmente, erano i membri del suo gruppo.
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Resisti: Esisti
ChickLitDECIDI SE RESISTERE, ESISTERE O CESSARE DI ESSERE. Un libro nato per le anime spezzate alla ricerca della loro cura. Scritto per mostrare il lato più oscuro della vita e la difficoltà di dover resistere, aggrappandosi ad ogni piccola speranza, per...