𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝟷 ⋆ 𝐹𝑢𝑛𝑒𝑟𝑒𝑎,𝐵𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎,𝐿𝑢𝑔𝑢𝑏𝑟𝑒 𝑀𝑎𝑡𝑡𝑖𝑛𝑎

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Chissà dove sarà o cosa starà facendo, pensava Francesco intento a lavorare anche se con la mente chiaramente altrove.

Era quasi ora di pranzo in una fredda e uggiosa giornata di Ottobre. Una singolare giornata non solo meteorologicamente parlando -poiché la pioggia imperversava dalla sera prima incessantemente e quest'oggi una strana ed inaspettata foschia aveva cominciato ad avvolgere la città in un manto gradualmente più fitto e denso- ma nel medesimo modo le condizioni atmosferiche avverse scatenarono un turbolento interno disagio all'animo del pensatore. Delle scosse di vibrazioni negative lo pressavano dalla stessa mattina. Come un brutto presentimento, il sesto senso nascosto che tutti quanti conserviamo ancora dentro di noi, gli aveva instillato dubbi e incertezze.

Forse è soltanto la stranezza di questo meteo a coinvolgermi in questo modo, giustificò la sua ansia.

Ansia derivata, nata e cresciuta, soprattutto negli ultimi giorni trascorsi a rimuginare sulla vita di un suo grande amico. Da tempo ormai gli stava vicino più che poteva, anche in un minimo gesto, una sciocchezza insomma, pur di sentirlo e di creare in questo modo una sorta di contatto con lui -come un sottile filo che lega due persone per evitare che si perdano nei meandri della vita- vista la situazione delicata che stava attraversando questa persona a lui tanto cara. In questi giorni l'ansia nel non sentire più il suo amico lo stava logorando lentamente dall'interno. Si nutriva bramosa di lui e cresceva, cresceva, cresceva... mutava fino ad assumere le sembianze di una sua grande e fidata compagna ora: la paranoia.

Normalmente, anche se con un ritardo di ore o persino di giorni, l'amico prima o poi rispondeva ai suoi messaggi. In monosillabi, in modo distaccato, in modo disinteressato, ma lo faceva!

Questa mancanza mandò il contorto pensatore inizialmente in confusione e si ritrovò così a giustificarlo, essendo l'unica e semplice opzione a cui aggrapparsi, ma adesso che i giorni passavano e la situazione non accennava ad avere un margine di miglioramento l'ansia aveva completamente preso il controllo scansando la confusione.

Dove sarà finito?
E se avesse perso il cellulare in giro per le strade?
E se non fosse proprio tornato a casa?
E se fosse collassato chissà dove e nessuno lo ha aiutato?
E se si fosse fatto male in una rissa o in preda ad una crisi?
E se, non dandoci ormai peso, nessuno se ne fosse accorto ma lui fosse mo-...

Non aveva mai avuto il coraggio di concludere quella frase, quella sentenza, in questi giorni rimuginanti.

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