CAPITOLO DUE - CI VEDIAMO PRESTO

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Camilla's pov

Ero in camera mia, seduta sul davanzale della finestra mentre leggevo il mio libro preferito: orgoglio e pregiudizio, quando sentí la porta aprirsi e vidi l'ultima persona che avrei voluto vedere: mio "padre". Con passi quasi violenti si avvicinò a me, io iniziai a tremare come una foglia e quando mi trovai a un centimetro dalla sua faccia sentii gli occhi pizzicare. Vidi la sua mano alzarsi, d'istinto chiusi gli occhi e mi trovai con il viso dall'altro lato. Mi aveva appena mollato uno schiaffo.
Mi toccai delicatamente la guancia sinistra, diventata ormai rosso fuoco.
Quell'uomo è il mio incubo più grande. Approfittò del fatto che eravamo da soli a casa e con una spinta mi fece cadere a terra, si trovava sopra di me. Mentre mi dimenavo per togliermi da quella posizione, sentii il rigonfiamento all'interno dei suoi pantaloni, in quel momento iniziò il mio inferno.
Si approfittò di me, del mio corpo, di nuovo e nonostante io subisca questo da quando sono piccola, è sempre come la prima volta.
Non so con quale forza, gli tirai un pugno nella stomaco, lui si accasciò e io riuscì a scappare. Andai in cucina, presi il primo coltello che trovai davanti, tornai in camera e lo colpì, dritto nello stomaco.
In quel momento i miei occhi vedevano solo sangue e sul mio viso era presente un mare di lacrime.
Con le mani ancora piene di sangue, chiamai mia sorella.
CHIAMATA TRA CAMILLA E ARIANNA
Camilla: A-Arianna t-ti prego torna a casa
Arianna: Oi calmati cosa è successo, ora arrivo, sono con mamma
Camilla: Fate presto per favore
FINE CHIAMATA
Dopo poco, sentii aprire la porta e corsi subito nelle braccia di mia sorella. Restammo così per qualche secondo poi provai anche ad abbracciare mia mamma ma vedendo le mie mani piene di sangue, si scansò e corse nella stanza da cui provenivano delle forti urla. Quando vide mio padre in quelle condizioni si girò verso di me con uno sguardo infuriato e deluso allo stesso tempo, provai a darle delle spiegazioni, ma non mi diede il tempo di aprire bocca che subito chiamò il 113 mentre mia sorella mi stringeva forte piangendo.
Quando arrivò la polizia e mi caricarono nell'auto, Arianna piangeva a dirotto mentre mia mamma non cacciò neanche una lacrima, si limitava a guardarmi con occhi freddi.
"Ci vediamo presto, te lo prometto" dissi dando un bacio in fronte ad Arianna mentre ancora l'ansia mi assaliva. Lei mi guardò come a dire di non andarmene, ma ciò che avevo fatto era grave. La sentivo che tremava come una foglia e sentivo morire dentro sapendo che stava subendo tutto quel dolore a causa mia.

SPAZIO AUTRICE
Eii, come va? Cosa ne pensate di questo capitolo? È stato molto difficile per me scriverlo, spero vi piaccia.

RICORDATI DI ME~ CIRO RICCIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora