5-Cavaliere dalla cresta dorata

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Siamo un'altra volta nella mia camera, stesi sull'enorme letto a baldacchino con lunghe e pregiate coperte rosse con ricami color oro, che spiccavano in tutta la stanza, con il loro splendore.

Eravamo in silenzio, ma non uno di quelli imbarazzanti, era più che altro un silenzio voluto, piacevole;

Nessuno osava dire una parola, la pace regnava nell'aria, finché non udimmo un bussare alla porta.

Tre colpi secchi niente più, la persona dietro la porta aspettava solo la nostra risposta, che non tardò ad arrivare.

Mi alzai e andai ad aprire, lasciando il biondo sul letto, perso nei suoi pensieri, come sempre.

Qualche volta vorrei viaggiare nei suoi pensieri, quelli più oscuri come quelli più felici, ci sarà tanto da guardare in quella folta testa bionda.

<buona cena principe, le abbiamo preparato il pollo , come aveva chiesto,e per le verdure abbiamo deciso di preparare del purè di patate, visto che non ha specificato, buona serata> disse la cameriera lasciando il carrello all'entrata della stanza.

<Ma certo non si preoccupi! Buona serata anche a lei> salutandola chiusi la porta, portando il carrello vicino al grande tavolo.

<Bakugo, vieni è arrivata la cena > lo chiamai iniziando a sistemare i piatti sulla tovaglia bianca come la neve.

Alzai gli occhi e lo vidi ancora disteso sul letto a fissare il vuoto, aveva uno sguardo perso che non mi piaceva per niente; decisi di avvicinarmi, cercando di toglierlo dal suo mondo.

<Bakugo...> cercai di chiamarlo ma non ottenni neanche un solo sguardo.

Decisi di scuoterlo un po' <Bakugo...la cena è pronta> gli chiesi questa volta,ottenendo uno sguardo indecifrabile.

Mi stava preoccupando.

Si alzò dal letto e sistemo le lunghe coperte, avvicinandosi al grande tavolo, sedendosi sull'elegante sedia.

<ti piace il purè di patate?>fu la mia domanda un po' sciocca <non abbiamo specificato quindi hanno deciso di fare un po' di testa loro> continuai, sistemando il tovagliolo sulle mie gambe, gesto che fu seguito subito dopo da Bakugo.

<si tranquillo, lo faceva sempre mia mamma> mi rispose, con un sorriso nostalgico.

<ne sono felice! Buon appetito!>cercai di fare il mio solito tono virile,con uno dei miei soliti sorrisi.

<Buon appetito> disse il biondo assaggiando anche lui il piatto caldo.

......

A metà pasto decisi di parlare un po', magari chiedendogli un po' sulla sua vita personale.

<Bakugo vuoi fare una cosa ?> gli chiesi ,pulendomi la bocca il candido tovagliolo.

Alzò lo sguardo e annui interessato, con gli occhi illuminati dalla curiosità.

<Parliamo di noi, cioè io ti parlo della mia vita e tu della tua, ci stai?> chiesi sorridendogli come per rassicurarlo.

Quando pronunciai quelle parole vidi i suoi occhi perdere la luminosità, che prima regnava indisturbata, di cui ogni volta me ne perdo, il rosso dei suoi occhi divenne più cupo; però non si rifiutò, si pulì le carnose labbra e si mise in una posizione più comoda cercando di non perdersi neanche un dettaglio.

Pensavo di averlo messo in difficoltà, quindi decisi di non esagerare per non metterlo sotto pressione.

<allora sono nato il 16 ottobre, con una calda Alba che mi illuminava il viso, con questo mi sono guadagnato il soprannome di Sunshine ehehe> mi fermai e ripresi subito dopo.

<sono figlio unico, come hai notato dal ritratto nel corridoio; sono cresciuto con la targhetta "tu sei il principe quindi puoi fare quello che vuoi" oppure "non puoi giocare con noi perché sennò ti sporchiamo la corona"> feci la voce da bambino vedendo un simpatico sorriso da parte del biondo, che mi rallegrò un sacco.

<beh insulti dei bambini di 5 anni, che io non ci ho dato caso perché i miei hanno una mente abbastanza aperta per avermi insegnato a ignorarlo , quindi non ho molti amici, però quelli che ho sono i più fedeli te li farò conoscere!> dissi entusiasta di quello che avevo appena detto.

< noo, non può farmi questo! La prego mio principe non mi sottoponga a questa tortura!> disse scherzosamente unendo le mani come segno di preghiera.

Al che me la risi di gusto, questo suo lato mi piaceva! Eppure un sacco!

Dopo che mi ripresi continuai il mio discorso.

<Adesso ti dico una regola fondamentale...> sospirai <quando ci sono delle feste tu sei obbligato, richiesto o non, mi devi portare fuori, perché non sopporto quella tortura!> dissi facendo lo stesso gesto del biondo pregandolo.

<ma certo, ti preparerò una festa solo per noi due principe, ti salverò da quella dolorosa tortura> mi disse Katsuki accennando un sorriso, con le gote un po' arrosate.

<Grazie mio cavaliere dalla cresta dorata> gli risposi scherzando, velando il mio volto con leggero rossore.

<Lo sai che non mi dispiace questo nome?> rispose convinto, pensandoci su.

<Ne sono grato> risi ancora mettendomi composto sulla comoda sedia.

<adesso è il tuo turno! Voglio sentire la storia del cavaliere dalla cresta dorata!> esclamai aprendo bene le orecchie.

<Allora sono nato il 20 aprile, a differenza tua sono nato a mezzanotte con i raggi della luna piena, ottenendo il soprannome di "rompi palle da prima della nascita", che fortuna, no?> ridacchiammo insieme.

<Sono figlio unico e anche io sono cresciuto senza amici, tralasciando il figlio dei vicini che era uno scassa mento, lo chiamavo broccolo o Deku, perché non sapeva neanche giocare a palla> disse un po' urtato al ricordo.

Non dissi niente e aspettai che continuasse il discorso.

<Senza giri di parole, perché so che prima me lo volevi chiedere...> sospirò guardando in un altra direzione.

In quel momento mi sentivo come preso in causa, con un senso di frustrazione.

<Purtroppo non sono cresciuto in una famiglia "sana", mio padre era un ubriacone mentre la buona anima di mia madre, era una donna gentile e con la testa dura> a quelle parole mi preoccupai ancora di più per la madre defunta, avendo paura di come sarebbe continuata la storia.

<Un giorno mio padre arrivò a casa più ubriaco del solito, con la differenza che era arrabbiato e non spensierato...io ero in cucina che aiutavo mia madre, vedendola allontanarsi mi avviai di nascosto per vedere dove andasse; appena mi sporsi dalla porta della cucina li vidi litigare> disse con la voce tremante, io non sapevo che dire.

<Cazzo...a-avevo solo 6 anni...lui disse che voleva uccidermi perché ero un e-errore...si avvicinò con un pugnale e-e mia madre si mise davanti...m-mi sussurrò un "ti voglio bene" e poi vidi la luce sparire dai suoi occhi...>continuò iniziando a tremare, decisi di alzarmi e abbracciarlo.

<tranquillo,sfogati> gli sussurrai incitandolo a continuare, lo vidi asciugarsi le poche lacrime scese.

<io non ci vidi più dalla rabbia, quindi corsi in cucina e quando arrivò...lo uccisi> disse facendo trasformare la tristezza in compassione.

<Per gli ultimi 11 anni ho vissuto con un signore che passò di li sentendo l'urlo di mio padre; mi curò mi diede da mangiare, si comportò come un padre; un'altra cosa che mi insegnò fu quella di combattere quindi decisi di fare il cavaliere> finì facendo scendere un'ultima lacrima solitaria.

Lo abbracciai più forte,scioccato da quel racconto che doveva essere qualcosa di tranquillo per spezzare la tensione.


<ci sono io cavaliere dalla cresta d'orata>




ANGOLO GIADA

Sono tornata!

Capitolo lungo ricco di tante emozioni!

Spero vi sia piaciuto!

L'AMORE È UNA BRUTTA BESTIA ~KIRIBAKU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora