03.

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03. down on the west coast, they got a sayin'.

"Ashton, che diavolo significa tutto ciò?" fu l'unica cosa che uscii dalla mia bocca appena Michael se ne andò.

"Nulla" disse, "Dimentica tutto."

"Cosa?" sbottai, "ti metti a fare una scenata solo perchè si era messo a parlare con me e poi mi vieni a dire che non era niente e di dimenticare tutto?". Sapevo che quella che ora stava facendo una scenata ero io, ma non potevo evitarlo. "Non è così che funziona, Ashton."

"Bene, io credo che invece tu dovresti fottutamente calmarti un po'" borbottò.

"Di cosa diavolo stai parlando? Ashton, cosa è successo tra te e Michael?"

"Non è successo niente, dimentica tutto!" urlò.

Rimasi congelata al mio posto, il sangue mi ribolliva nelle vene. Come posso dimenticare tutto dopo quella scenata? Scossi la testa, abbassandomi per prendere le mie scarpe e la mia borsa dalla sabbia.

"Dove stai andando?" chiese Ashton, continuando a fissarmi.

"A casa." risposi semplicemente.

"Significa che..che abbiamo chiuso?" domandò con un filo di voce, come se avesse paura che qualcuno potesse sentirlo. Mi guardò con un'espressione triste, sperando che gli dicessi di no.

"No." risposi, e sembrò rallegrarsi. "Ho solo bisogno di tempo per..pensare."

"Vengo con te." propose.

"Sto bene da sola, Ashton, grazie mille." Mi girai verso Shanon che mi stava guardando con occhi spalanzati. "Ci vediamo domani suppongo.". Annuì lentamente, continuando a fissarmi ad occhi spalancati.

Mi girai senza salutare nessun altro, nemmeno ad Ashton, me ne andai dalla spiaggia e mi incamminai per strada. Camminai fino a casa da sola, senza mai voltarmi nemmeno per controllare se Ashton mi avesse seguita. Sapevo che non l'avrebbe fatto, anche se segretamente speravo il contrario, ma suppongo che nemmeno ci abbia pensato.

Fortunatamente arrivai a casa sana e salva, il tragitto era corto quindi non ebbi molto tempo per pensare all'accaduto; quindi appena arrivai, dopo aver ascoltato mia madre urlare quanto fossi un disastro, saltai nella doccia dove potei finalmente pensare in pace. Ashton spesso mi diceva di non pensare troppo perchè ciò mi rendeva triste per tutto il resto della giornata, ma lui ora non era qui quindi focalizzai la mia mente sul mio ragazzo e il tizio dai capelli strani.
Ashton non reagiva mai così quando altri ragazzi parlavano con me, si, ci teneva gli occhi addosso ma niente di più. Sa che lo amo, tanto, allora perchè ha reagito in quel modo? Perchè sembrava shockato quando Michael gli ha detto che era stato lui a salvarmi il culo al negozio? Cosa è successo tra i due?

Ashton sembrava che sperasse di non rivedere mai più quel ragazzo.

Un leggero bussare alla porta mi interruppe dai miei pensieri; era mia madre, controllava che non mi fossi suicidata o che non fossi uscita di nascosto dalla finestra, fu allora che notai che erano solo le undici di sera. Avevo passato un'ora in doccia, pensando a quei due.

Dopo essere uscita dalla doccia mi misi il pigiama e andai dritta a letto, provando a dimenticare gli eventi della giornata. Presi il telefono e l'accendino dalla giacca e scrissi il numero di Michael per salvarlo. Non aspettai e gli mandai un messaggio chiedendogli cosa fosse accaduto tra lui ed Ashton, volevo avere una risposta da uno di loro e per qualche ragione sentivo che Michael avrebbe collaborato. Il mio telefono vibrò e il nome di Ashton si fece chiaro sullo schermo, Lo ignorai. Mi chiamò di nuovo ma non risposi, desideravo che il mondo potesse sparire per un po'.

Rebel - [Michael Clifford]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora