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Mary's pov.
"Questo film è bellissimo" mi dice Kiara commossa.
Il film è quasi finito siamo arrivati alla scena dove il protagonista scopre chi è suo padre e, ovviamente, anche io sono emozionata, anche se comunque l'ho già visto più di una volta mi fa' sempre commuovere.

"Si lo è" dico bevendo un sorso d'acqua.

"Io non posso piangere per un film del genere!" Esclama Kiara tra l'irritato e lo scherzoso.

Io ridacchio leggermente "beh sarei io quella che dovrebbe piangere non tu" ribatto.

Lei mi lancia un'occhiata torva "si certo, come no" dice priva di emozioni.

Però è vero, questo film è la rincarnazione di quello che provo.
Il protagonista si sente smarrito in alcuni punti del film, con la voglia matta di scoprire non solo il mondo ma anche sé stesso cercando suo padre.

E prova in tutti i modi a riuscire nel suo intento soprattutto sapendo che non può restare sulla terra a lungo.
Ed è triste perché vuole essere un ragazzo normale, ma non lo è perché essendo cresciuto su un pianeta alieno ha sviluppato una patologia che lo costringe a non poter rimanere sulla terra con la donna che ama.

Ma almeno ha suo padre.

Io invece, oltre Kiara, chi ho di stretto?

Non ho un familiare su cui contare quelli sono un mucchio di bugiardi, compreso mio fratello, Gabriel.

Anche lui sapeva, e non mi ha detto niente per via di mia madre!

E fa un male cane, perché tutto ciò che credevi fosse vero vieni a sapere che non lo è affatto.
Come una commedia a fine spettacolo.

"Hey, mica te la sei presa?" La voce di Kiara mi risveglia dai miei pensieri e mi accorgo solo ora che il film è finito lasciando spazio ai titoli di coda e alla colonna sonora.
Io guardo la mia amica che ha un sopracciglio alzato, guardandomi preoccupata, ma io mi affretto a dire "no no, tranquilla non me la sono presa, è solo che, questo film, ecco come dire, l'ho sentito proprio dentro.
Mi ci sono rivista, tutto qui" dico spegnendo la televisione.

"Capisco, e il fatto che ci sia Gary in questo film e che interpreta il padre perduto, ti ha fatto un'effetto particolare riguardante la tua situazione, togliendo il fatto che non sei di Marte" esordisce ridendo all'ultima frase dove trasporta anche me nella risa.

"Beh mi conosci bene, e ti rispondo affermativamente.
Non smetterò mai di ringraziarlo per esserci nella mia vita" dico con aria sognante.

"Lo vedo, chissà che faresti se te lo ritrovassi davanti".

"Di sicuro mi dovreste portare all'ospedale perché muoio" entrambe scoppiamo a ridere.

"Che ne dici di leggere un po'?" Mi chiede, ed effettivamente dobbiamo ammazzare il tempo non è molto tardi.
"Sì certo, sparecchiamo e apriamo il divano, ho più di un libro da finire".

"A chi lo dici" ribatte Kiara alzando gli occhi al cielo.

Voce narrante.
La serata passò tranquilla tra le due amiche, che si addormentarono verso la mezzanotte con i libri poggiati sui loro grembi.

Il mattino seguente entrambe le ragazze si svegliarono alle sette del mattino poiché dovevano essere al lavoro entro le nove, per loro ormai era abitudine svegliarsi a quell'ora anche se comunque era una batosta alzarsi dal letto.

E nel frattempo che le due si preparassero, quel giorno un'altro fece ritorno a Londra atterrando all'areoporto in un'ora dopo.

Per Gary Oldman quel sabato cominciò come se gli avessero percosso il corpo a suon di calci.
Passare undici ore di volo era stato estenuante e dormire in areo non era di certo comodo anche se era un areo privato.

The path of truthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora