Più non si incateneranno
i miei occhi nei tuoi occhi,
più non si addolcirà
vicino a te il mio dolore.Ma dove andrò
porterò il tuo sguardo
e dove camminerai
porterai il mio dolore.
(Pablo Neruda).La melanconica eleganza della pioggia altro non era che un mero clichè trito e ritrito nel copione che redigeva il funerale.
I vestiti ingoiavano l'acqua, trench scuri a incartare coscienze flaccide mentre il cordoglio si stringeva attorno alla persona sbagliata, con un ronzio di vespe ad attraversare le vene, scivolando oltre il confine enfio delle labbra e nutrendo battiti collettivi.
La perdita non si era ancora coagulata in una crosta da strappare che al tempo di farsi accecare gli occhi dalle lacrime corrispose il montaggio mnemonico.
Non doveva succedere! Non a lui!
Sì, invece.
Niente sarà più lo stesso!Lo sposalizio proseguiva trapuntato in un dolore quasi onnisciente, una grottesca litania ignara di star superando i limiti nell'essere semplicemente patetica, un momento di promesse e illusioni coltivate che, incuranti, perpetravano l'inganno.
L'intero raggio visivo di Amy era ricolmo di quella caricatura storpiata, unita nella convinzione di quella facciata carnosa accompagnata dal cigolare delle mani premute sulla bocca per preservare l'imperare del silenzio.
- Dove vai? - Una domanda che sporge fuori dal coro sciupato, un volto fra tanti nel completo piceo che minimizzava dettagli riconoscitivi.
- A salutare Margot. - La sua risposta, nuda e semplice.
- Ma sta per iniziare la Commemorazione. Dobbiamo esserci tutti. - E' l'insistenza disancorata da ogni altra ragione che non sia quella.
- Il mondo non cadrà se riserbo qualche minuto alla mia migliore amica. -Non vigeva una comprensione reciproca, un barlume di empatia nel viso emaciato dall'amaro addio che con occhi puntellati dal fastidio la fissò mentre le volgeva la schiena.
Erano tutti rinchiusi in un segreto e onirico filare, inabile per natura di scrutare attraverso la condensa del proprio fiato, come se tutto ciò fosse stato disposto per essere accostato e basta, ai piedi della sordità.
Per lui si doveva perdere tempo per il solo fatto che il suo non era un nome da mormorare di soppiatto o da proferire a denti stretti per soffocare le risate, per questo il proseguire di Amy, sul brecciolino luccicante d'acqua fresca, fu tradotto come un'aberrazione nei confronti del neo defunto.
Era un bravo ragazzo, un bravo figlio!
Era un fottuto arrogante.
Un amico per tutti!
Feccia della peggior specie.
Incapace di fare del male a una mosca!
Uno stupratore che ha spinto al suicidio una ragazza!La tomba di Margot errava nella singolarità di un riquadro cesellato differentemente da quella scelta Irvin, sepolto in terra, ma non per questo il vaso messo a disposizione esibiva una presentazione meno ampollosa.
Amy vi adagiò i gambi dei crisantemi bianchi - i preferiti della defunta - uno per volta, dopo aver buttato via i vecchi e ripulito l'interno del vaso stando ben attenta che ciascuna corolla non risultasse eccessivamente schiacciata.
Nel palmo vigile che carezzò l'eterno letto di pietra, la foto immortalava la puerile innocenza di una creatura speciale nata in un giardino altrettanto unico, trapiantata in un mattatoio scellerato.
Lo dimostrava la difficoltà con cui aveva sempre sbocconcellato le parole, lo sciabolare impacciato di gesti resi minimali in un reticolato di sicurezza che non osava evolversi in un incedere regale, nell'angoscia che ne torceva le unghie, l'ansia avviluppata allo scattare della testa per sfuggire all'incorporea morsa di ricordi proibiti persino a quella confidenza che la esortava a reputare Amy stessa come una delle poche persone di cui fidarsi.
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Dentro l'Anima.
General FictionDentro l'Anima è un titolo che non rivendica alcuna pretesa, dentro cui sono nate storie come"Hands", "Fracture" e "Love Hotel": è semplicemente una raccolta di shot e storie natein periodi diversi che hanno a lungo patito la mia indecisione. Un pr...