Sesta parte

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TOC TOC TOC
Mi svegliai faccenda abituare lentamente gli occhi alla luce della stanza e nel frattempo quei colpi fugaci alla porta continuavano ininterrottamente.
-Arrivo! Gridai
Mi sistemai velocemente i capelli e corsi ad aprire. Era Tom.
-Hey noi stiamo andando a mangiare qualcosa, ti farebbe bene, devi essere in forze per domani.
-Hai ragione, arrivo subito
Mi infilai di corsa le scarpe e scesi nella grande e sfarzosa all. Quando ebbi il mancamento non mi sedetti sulle poltrone in pelle bianca senza rendermi conto del lusso sfrenato di queste stanze immense e piene di luce. Raggiunsi la vasta sala ristorante (non da meno delle altre) e mi misi subito a cercare il tavolo dove la band mi stava aspettando.
Notai subito che Bill mancava
-Bill dov'è?
-Sta parlando con i receptionist. Rispose Georg
-Oh è successo qualcosa?
-Per quanto ho sentito dei paparazzi si sono cercato di introdurre nell'ala ovest dell'albergo.
La cosa mi incuriosì ma allo stesso tempo spavento un po' perché noi alloggiavamo proprio nell'ala ovest dell'hotel.
-Comunque puoi stare tranquilla, davanti ogni una delle nostre camere c'è un bodyguard. Tom doveva aver visto la mia espressione preoccupata perché cercò di rassicurarmi.
Bill tornò e passammo una serata tranquilla parlando del più e del meno e facendo per lo più domande sulla mia vita.
Arrivò il momento di tornare in camera. Mentre percorrevo il corridoio una strana sensazione si faceva sempre più densa ,man mano che mi avvicinavo alla mia stanza, come se l'aria dovesse essere ossigenata. Mi convinsi che era solo l'ansia a giocarmi brutti scherzi. Mi feci coraggio e proseguii fino in fondo, la mia era l'ultima stanza alla fine del lungo ambulacro, di fronte a quella di Tom e a fianco a quella di Bill. Alla porta attendeva un bodyguard molto alto con i capelli biondo cenere e degli zigomi molto scavati. Lo no salutai con un cenno della mano e lui si spostò più a destra per permettermi di entrare.
Per prima cosa raggiunsi il bagno munendomi del mio beauty-case e dei dischetti struccanti offerti dall'hotel e mi pulii la faccia dal trucco che ormai stava andando via da solo. Mi infilai il pigiama e scivolai sotto le lisce coperte di seta con la testa tenuta su da una decina di cuscini sontuosi.
Avevo paura di non riuscire a chiudere occhio nemmeno questa notte quindi decisi di avvalermi delle mie armi del relax assoluto: le mie care e malandate cuffiette. Le infilai e selezionai la playlist che più si addiceva al mio umore. I miei occhi si stavano lentamente chiudendo quando sentii un forte rumore.
CLIIICK
Inizialmente non ci prestai molta attenzione ma la seconda volta levai le cuffiette e mi alzai dal letto cercando di non inciampare nelle lenzuola.
CLIIICK
Mi avvicinai all'enorme vetrata che conduceva al balcone dopo essermi resa conto che il rumore proveniva proprio da lì...

Lo leggo nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora