Sotto la pioggia

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<< Forza super eroe, il tuo traguardo è vicino! >>, queste furono le parole con le quali Petunia si congedó, lasciando un qualche vuoto dentro di me. Senza motivo mi sentii triste, privo di qualsiasi affetto. Forse avrei dovuto chiamarlo, sapere come stava...non mi interessava davvero più o mi convincevo che non mi interessava più? "Lui, in fondo, lo avrebbe fatto" erano le parole mi scorrevano in testa. Mi presi un secondo per riflettere. Alzai lo sguardo al cielo notturno e notai l'accumularsi delle nuvole, tra un po' sarebbe venuto giù il diluvio. Era meglio tornare a casa prima che cominciasse a piovere. Affrettai il passo. Improvvisamente da un angolo vidi uscire una donna, abbastanza trasandata è conciata male, tenendosi la pancia con le mani e camminando velocemente. Sul suo volto potevo notare la paura e il terrore, ma non sapevo a cosa potesse essere dovuto: sembrava aver pianto e poi essersi calmata nel frattempo. Mentre questa donna si allontanava dalla mia vista, sentii dei rumori, rumori di pugni. Corsi verso lo sbocco del vicolo e ciò che vidi mi fece capire quei rumori a cosa erano dovuti, provocandomi un certo disgusto per la scena che si presentò ai miei occhi: un uomo seduto a terra appoggiato a un muro, con la testa rivolta verso l'alto e il sangue dietro la sua nuca e sul muro, un altro uomo a terra che si teneva la gola con le mani palesemente ricoperte di sangue, del suo presumevo, come se gli fosse stato squartato il collo, ma la mia attenzione fu concentrata al terzo uomo, steso a terra con un ragazzo seduto sulla sua pancia che lo martoriava con i suoi pugni. Nella penombra non riuscii ad individuare bene chi fosse quel ragazzo, poi un fulmine gettó per un secondo un fascio di luce: capelli verdi, occhi in quel momento gialli...Flippy!

Tutto mi fu molto più chiaro, d'altronde solo una cintura nera e un istruttore di combattimento dell'esercito poteva fare il filo a tre uomini di quella portata. Lui era li, a sferrare pugni come un automa, i vestiti ricoperti di sangue e sul suo volto l'ingenua e infantile felicità del suo operato. Non potevo stare a guardare mentre lui torturava quel poveraccio, dovevo fare qualcosa. Istintivamente scattai verso di lui, pronto a calciarlo letteralmente via. Lui mi vide arrivare e con una capriola all'ultimo momento, scansó per un pelo il mio calcio. Dopo essersi rialzato, i suoi occhi gialli per me già erano un attacco: mi fissavano e mi penetravano come le frecce. Io ricambiavo il suo sguardo attaccante nei limiti delle mie possibilità. Il tempo, che prima minacciava tempesta, ora la mise in atto: pioggia violenta e copiosa. Sulla sua faccia vedevo le gocce di pioggia fondersi al sangue sulle sue guance e portarlo via. Mi sorrideva, con quel suo profondo e innocente sadismo. << Sei venuto a salvare ciò che resta di questa feccia? >> disse con aria di sfida rompendo il ghiaccio che era sceso tra noi e la pioggia sembrava proporsi come barriera tra le due parti. Sentivo qualcosa dentro pronta a esplodere: rabbia, odio, furia...amore? Lo guardai minacciosamente, cercavo di in qualche modo di incutergli il timore che lui incuteva in me.

<< Feccia? Per te sono tutti una feccia, chi oltre a te può essere dotato di un'anima candida e limpida? >>

<< Gli ho dato quello che si meritavano. Tu dov'eri giustizieri mascherato? Che avresti fatto? Pensavi di portarli dalla parte del bene con belle parole? No: le parole sono vane, le azioni valgono e loro hanno avuto il castigo che si sono cercati. Questa è giustizia! >>

<< E' la tua giustizia? O forse è solo un modo per divertirti e sfogare la tua frustrazione su altre persone? >>

<< Frustrazione? Sfogo? Non eri tu che una volta voleva tanto proteggermi e rendermi felice? >>

<< Si, una volta. Poi mi sono reso conto che era una battaglia persa... >>

Cercavo di parare sulla psicologia inversa. A quelle parole vidi ancora di più la furia sul suo volto, pronto a dar via libera alla sua volontà.

<< Allora perché sei venuto? >>

<< Perché non puoi andare in giro a combinare questi guai, non sei un giustiziere o cose simili. Abbi più criterio. Non ti lascerò far del male ad altre persone finchè ci sarò io. >>

Odio et amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora