capitolo 2

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Il mio cuore si spezzò.

Accanto al lavandino, c'era un ragazzo con la schiena appoggiata al muro e con le mani tremanti decorate da anelli, infilate tra le ciocche dei capelli neri e mossi.
Aveva il respiro accelerato e stava guardando per terra mentre paino piano scivolava con la schiena sul muro fino a ritrovarsi seduto sul pavimento cominciando a dondolarsi ea cantare cercando di riempire i polmoni di aria.

Sta annegando.

Senza pensarci due volte, mi chiudeva la porta alle spalle, e mi avvicinai lentamente, mentre lui continuava a tremare. La testa cominciava a farmi male per l'incidente, ma cercai di ignorarla.

"Hey" gli dissi cercando di attirare la sua attenzione, ma non diede nessun segnale di avermi sentito. Mi accovaccia davanti a lui, e gli posai lentamente le mani sugli avambracci, e lui si spostò di scattare la testa, senza però allentare la stretta sulle ciocche nere.

Non appena incrociai i suoi occhi rimasi senza fiato ea li fissai per non so quanto tempo, i suoi occhi erano... Diversi.

 Un occhio era di un blu molto intenso, mai visto prima e l'altro era ai bordi verde scuro che andava schiarirsi, fino a sfumarsi con il cerchietto d'oro che c'era attorno alla pupilla nera.

 Non so con quale forza ma riuscii a distogliere lo sguardo, sbattendo le palpebre per riprendermi e incamerando aria dentro i polmoni. Lui aveva ancora il respiro accelerato e gli occhi non smettevano di fare scappare fuori lacrime che scivolavano dal suo volto bagnato.

Lascia che i miei palmi scivolassero dagli avambracci fino ai polsi ed infine sulle mani infilate tra i capelli che mi accorsi essere mossi e morbidissimi. Gli presi le mani tra le mie, facendogli allentare la presa ed allontanandole dalla cute, per farle poi ricadere sulle ginocchia che poco prima sostenevano i suoi gomiti.

Lentamente gli misi le mani sulle guance e con il pollice cancellai le scie delle lacrime, forse nell'illusione di scacciare un po' del suo dolore.

"Stai tranquillo, va tutto bene" gli dissi con voce dolce, continuando con le mie carezze, e con gli occhi sempre incollati ai suoi, finché non vidi che cominciava a calmarsi.

"Inspira... " Ed inspirai seguita subito dopo da lui, e trattenni il fiato per pochi secondi

"Espira..." Dissi mentre buttavo fuori l'aria e lui mi imitava.

Probabilmente quei respiri profondi aiutarono anche me, dato che la testa pulsò un po' di meno, perciò lo ripetei un po' di volte, finché i suoi respiri non tremarono più e la mia testa non girò un po' di meno.

Lui si accasciò al muro e mi guardò con sguardo sollevato, così gli sorrisi dolcemente, e staccai le mani dal suo viso, dove erano rimasti fino a quel momento, infine mi alzai per prendergli un bicchiere d'acqua.
Feci a mala pena tempo ad alzarmi per metà che la sua mano fu subito sul mio polso e quando mi girai vidi il suo sguardo terrorizzato, così mi riaccovacciai e gli rimisi la mano di cui stringeva il posto sulla sua guancia umida e lo guardai con sguardo dolce.

"Tranquillo, vado a prenderti un po' d'acqua" gli dissi lanciando uno sguardo al distributore di bicchieri vicino al lavandino. Lui fece un sospiro di sollievo e mi lasciò il polso.
Io mi alzai e riempii un bicchiere, poi mi inginocchiai davanti a lui e glielo passai, lui lo prese e se lo portò alle labbra per bene un piccolo sorso, poi chiuse gli occhi e sospirò con il naso, mentre appoggiava la testa al muori su cui era appoggiato. Prese un ultimo sorso e poi lo allungò sopra il lavandino appoggiandolo.

Puntò lo sguardo su di me, e mi studio, finché non si fermò sulla mia testa e fece uno sguardo confuso. Allungò la mano e mi sfiorò la tempia, che mi bruciò all'istante e mi fece ricordare dell'incidente. Stringi gli occhi un due fessure, mentre facevo una smorfia di dolore. Vedendo la mia reazione mi prese la mano e si alzò in piedi, e io lo feci a mia volta cercando di mantenere un'espressione neutra, nonostante la pressione nella mia testa aumentò e mi fece rimbombare tutto ancora più forte.

il karma è un bastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora