Mi mancava l'aria ed il mio cuore batteva all'impazzata:avevo sentito centinaia di racconti sul killer di Woodsboro ma non mi sarei mai immaginata di trovarmelo nelle vicinanze.I telegiornali ne parlavano come se fosse un killer metodico ed organizzato,non un pazzo che uccideva adolescenti alle feste.Chi si sarebbe mai aspettato di essere ucciso in casa di Stu Macher durante una festa?
La mia mente era annebbiata dalla paura e dall'ansia,per non parlare dello stordimento che mi avevano provocato i drink che avevo bevuto qualche ora fa.Non capivo se fosse la paura o l'adrenalina a mangiarmi l'anima,in entrambi i casi i miei obbiettivi non sarebbero cambiati:avrei dovuto trovare mia sorella e metterla in salvo,assicurarmi che Randy e Tatum stessero bene e lasciate definitivamente la casa di Stu.In quel momento non era un luogo sicuro:c'era un assassino che,a quanto ero riuscita ad apprendere dalle urla disperate degli invitati,aveva già ucciso o provato ad attaccare qualcuno.
Ghostface poteva essere descritto con tanti aggettivi,ma sicuramente non era schizzinoso:Casey Backer era stata sbudellata completamente ed appesa su un albero del suo giardino con un cappio.Insomma,se il killer aveva definitivamente deciso di uccidere qualcun altro l'avrebbe fatto teatralmente:non sapevo che spettacolo mi sarei trovata davanti quando sarei entrata nell'abitazione.
"Mel dobbiamo provare a capire la situazione prima di buttarci a cuore aperto in mezzo a quel gregge di persone spaventate.Ghostface potrebbe avere dei complici che si aggirano nei meandri oscuri di casa mia"mi disse Stu,prendendomi la mano.
Aveva ragione,sicuramente una sola persona non avrebbe potuto uccidere contemporaneamente Casey ed il suo fidanzato:il killer aveva sicuramente un complice,o più di uno!
Se avessimo presa per buona quest'ipotesi allora sarebbe stato più conplicato cercare di pensare ad un piano per far evacuare la casa ed mettere in salvo i superstiti al suo interno:uno dei due assassini poteva benissimo aspettare i sopravvissuti in qualche cespuglio ed accoltellarli come se nulla fosse!Era una vera e propria tortura,non ero abituata a sentirmi cosí impotente:non ero preoccupata per la mia vita,sapevo che sarei stata in grado di difendermi abbastanza bene per mettere uno dei ghostface fuorigico.La cosa che mi preoccupava era la fragilità di Sidney,a differenza mia non si era mai preoccupata di imparare un po' di sane tattiche di difesa:non sarebbe riuscita a combattere in modo metodico ed organizzato e si sarebbe difesa in maniera casuale ed inesperta.Sperai con tutto il mio cuore che il suo ragazzo fosse con lei e stesse cercando di metterla in salvo in qualche modo,e che Tatum e Randy fossero riusciti ad unirsi a loro per cercare qualche via di fuga.Dopo tutto il dolore che mia sorella e la sua amica avevano subito in questo periodo non sarebbero riuscite a sostenere una batosta psicologica del genere.Erano come una città dopo un terremoto, sarebbe potuto bastare il minimo scossone per far crollare tutti i palazzi e le case già traballanti dalla loro edificazione.Presi un sospiro e decisi di smetterla di concentrarmi solo sulle ipotesi e le idee,non avevamo un grande catalogo di scelte:la più ovvia era chiamare la polizia e cercare di far evacuare tutta la zona.
"Hai ragione Stu,dovremmo chiamare immediatamente la polizia e cercare di far uscire dalla casa tutti gli invitati rimasti.Non sappiamo cosa ci aspetterà quando saremo lí dentro,forse ci trovermo davanti un intero massacro ed un pazzo assassino con la maschera da Ghostface che ci inseguirá tutta la notte per ucciderci."gli risposi,osservai attentamente i suoi occhi.Ero abituata a saperli leggere senza il minimo sforzo,ma questa volta non ci sarei riuscita neanche se fossi stata ore ed ore a fissarli intensamente.Sembrava lucido e calmo,come se fosse perfettamente al corrente di tutto quello che stava accadendo.Invece io ero un totale casino,centinaia di domande mi stavano frullando in testa ma le più importanti erano due:chi erano i killer e perchè lo facevano?
Al mondo le persone uccidevano per i modivi più disperati:alcuni erano indebitati e si toglievano la vita,altri avevano tradito la moglie ed erano stati vittima di una vendetta passionale,altri ancora erano soltanto dei corpi uccisi per sfogare la rabbia interna di qualche pazzo assassino.La morte fa parte della vita di tutti,c'è chi muore naturalmente e chi viene ucciso:non mi era mai capitato di aver paura di morire,avevo sempre pensato che sarei morta ad una veneranda età in una villettina in centro a Parigi.Per la prima volta in vita mia la consapevolezza di star rischiando di morire si abbattè su di me:non mi era mai passata per l'anticamera del cervello,neanche quando ero talmente tanto ubriaca da salire in macchina di sconosciuti francesi per farmi portare a casa.Solo in quel momento capii la differenza che mi aveva reso consapevole dell'effetto che la mia morte avrebbe causato:c'era qualcuno che mi aveva promesso di starmi affianco anche quando le cose sarebbero andate male,ed era proprio davanti a me.
Era ovvio che non volessi morire:avevo Stu che mi aveva finalmente riattivato il cuore che,per anni ed anni,era rimasto spento come una lampadina abbandonata nella mansarda di qualche villetta in centro.
Potevo finalmente dire di aver paura di morire,avevo sempre creduto che non l'avrei mai detto in vita mia:questa stupida città mi stava aprendo un mondo che non ero minimamente pronta ad affrontare,ma non m'importava.
Avevo un motivo per combattere e cercare di sopravvivere.
Il mio bel e caro Stu sembrava più lucido di me e stava osservando attentamente ció che accadeva all'interno della casa attraverso la finestra del salone:fortunatamente la tenda era stata spostata leggermente dal vento e ci dava una buona angolazione.
Dal suo viso potevo capire che la situazione non era rosea ma sarebbe potuta essere peggiore,sembrava più scosso di prima ma non cosí tanto da farmi preoccupare.
"Io se fossi in te non parlerei cosí in fretta,accovacciati e vieni accanto a me.Sono sicuro che ti saresti aspettata uno spettacolo peggiore"disse facendomi spazio al suo fianco ed io feci quello che mi aveva consigliato:una volta che fui accovacciata per terra decisi di avvicinare il mio volto alla finestra.
Mi sarei aspettata di vedere centinaia di persone che piangevano disperate e tentavano di scappare da Ghostface,invece erano tutte raccolte in cerchio intorno a qualcuno.Tutti quei corpi mi stavano coprendo la visuale e non riuscivo ad identificare la figura sdraiata sul freddo pavimento della villa.Quella casa sembrava uscita da un perfetto catalogo immobiliare,chi si sarebbe mai aspettato di assistere ad un omicidio al suo interno?
Il nervoso e la paura mi stavano mangiando dentro:Sidney non era tra i volti conosciuti che si reggevano in piedi ed il mio sguardo si spostava da una persona all'altra con l'intento di poterla riconoscere.Persona dopo persona,la mia convinzione che fosse il suo corpo quello sdraiato a terra si fece sempre più forte:se non fosse stata tra le persond in piedi sarebbe dovuta essere per forza la figura immobile sul pavimento.
Avevo tanta paura ed avrei potuto giurare che lacrime amare mi stavano rigando il voto:mia sorella sarebbe potuto essere stata la terza vittima di Ghostface?Non sarei riuscita a sopportare una botta del genere,era troppo importante per perderla a causa di uno stupido pazzo che uccideva per puro divertimento.Senza di lei la mia vita non sarebbe stata più la stessa,come avrei potuto dimenticare tutto quello che avevamo vissuto insieme?Ricordai le lunghe camminate estive che facevamo ogni fine settimana di luglio ed agosto,le chiacchierate infinite prima di andare a letto(anni ed anni prima che io andassi ad abitare a Parigi)per aggiornarci su tutte le novità che avevamo scoperto durante la giornata,quando cantanno Jingle bells davanti a tutta la nostra famiglia il giorno di natale e loro ci fecero tantissimi complimenti...
Sidney era pur sempre mia sorella,nonostante le cose non fossero semplici e la mia mente fosse un casino completo.Non sarei mai riuscita a superare la sua morte,avevo già visto Adrian passare all'altro mondo:come avrei potuto lasciar andare anche mia sorella?
Era stata una parte integrante della mia esistenza e mi aveva aiutato nei momenti peggiori,non riusciva a capirmi veramente ma almeno ci provava.L'aveva sempre fatto,io mi ero sempre presa a carico i suoi problemi e non mi aveva mai ringraziato peró ero sicura che se ne fosse resa conto nell'ultimo periodo.Io non c'ero più e lei si era dovuta guardare allo specchio per riconoscere tutti i suoi demoni ed i suoi problemi,si sarebbe dovuta rendere conto che era arrivato il momento di affrontarli.
Come sarei potuta stare senza di lei?Non ero pronta a vederla morire in nessuno scenario,che si trattasse di Ghostface o di qualche incidente in macchina.Era mia sorella e mi sarei preoccupata per lei finchè questo pazzo assassino non se ne sarebbe andato o fosse stato catturato.
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𝐵𝑙𝑜𝑤 𝑎 𝑘𝑖𝑠𝑠 𝑎𝑛𝑑 𝑓𝑖𝑟𝑒 𝑎 𝑔𝑢𝑛 (𝑆𝑡𝑢 𝑀𝑎𝑐ℎ𝑒𝑟)
RandomMelissa Prescott nell'ultimo periodo non aveva avuto molto a che fare con sua sorella Sidney,dato che gli utlimi due anni li aveva passati a studiare in un presitgioso college francese in erasmus. 20 ottobre 1996,il giorno che segnerà l'inizio della...