1

2.9K 109 14
                                    

Megan

Le valigie richiuse mi fanno compagnia ormai da due settimane, conto i giorni uno ad uno sperando che il tempo inizi a scorrere più velocemente. Sento il cuore uscire dalla gabbia toracica per quanto pulsa veloce.
Domani lascerò Lipsia per altre due fantastiche settimane con i miei amici, probabilmente ho una reazione decisamente esagerata ma pensare di  poter divertirmi tutte le sere con le persone a cui tengo di più mi strappa un sorriso spontaneo dal viso.
Spensi la sigaretta sul posacenere vicino alla finestra cercando inutilmente sonno, domani il volo partirà presto e l'ultima cosa che voglio è fare tardi rischiando di perderlo, anche se un ammasso di adrenalina mi tiene compagnia, fissa sul petto, annebbiando qualsiasi altra sensazione.
Mi raggirai tra le coperte, inutile dire che non servii a nulla, puntai gli occhi dritto al soffitto iniziando a maledire le mie stesse emozioni, finché lo squillo del cellulare mi riportò alla realtà. Lo alzai leggermente leggendo il nome "Liam", con un piccolo sorriso risposi l'attimo seguente.
«Stavi dormendo?» iniziò la conversazione, dalla voce roca posso dedurre abbia parecchio sonno.
«Magari» risposi giocherellando con un filo di lana che esce dalla coperta.
«Mi sono appena svegliato e non credo riuscirò a trovare altro sonno per la nottata» spiegò, riesco a percepire stia sorridendo.
«Sono abbastanza emozionata per domani» spiegai a mia volta.
«Meg hai le valigie pronte da un mese!» ironizzò facendo ridere anche me.
«In realtà solo due settimane» lo rimproverai.
«Comunque ti ho chiamato per ricordarti che domani alle otto ti voglio sotto casa» disse con tono autoritario.
«Mhmh» mugugnai.
«Sono stato chiaro?!» ridacchiò.
«Oh...si capitano! Alle otto ai posti di battaglia!» esclamai spostandomi rivolgendo la schiena al soffitto.
«Ti prego di farmi compagnia perché ho la sensazione che sarà una lunghissima notte» disse evidenziando l'aggettivo, mentre io iniziai già a ridere dall'altra parte del telefono.
Ho conosciuto Liam da ubriaca, era la prima volta che provassi alcool e credevo di aver fatto una delle peggiori figure di merda di tutta la mia intera vita con lui ma mi tranquillizzai col tempo capendo fosse messo peggio di me, credo anche sia uno dei migliori amici che mi potesse capitare. Nei momenti peggiori riesce a far splendere il nostro rapporto rendendolo perfetto in periodi migliori.
Restammo in chiamata per il resto della notte, passando poi in FaceTime sul computer, gli mostrai tutti i vestiti che avrei portato con me insieme al resto degli accessori e lui fece lo stesso. Mangiai una scatola di pop-corn caramellati mentre ci ritrovammo a parlare del senso della vita, solo alle cinque del mattino le mie palpebre iniziarono a prendere peso chiudendosi senza il mio controllo.

Mi risvegliai a causa del tonfo alla mia destra, alzando leggermente il capo notai il mio gatto giocherellare col ciondolo della valigia, facendola cadere a terra. Impiegai solo qualche secondo per realizzare che giorno fosse, di fronte trovo ancora il computer acceso sulla HOME che mi fece riaffiorare i ricordi di quella notte. Voltai lo sguardo verso il comodino, 07:30 a.m.
Scattai in piedi trascinando una maglia e un paio di jeans per poi richiudermi in bagno, lavai rapidamente denti e corpo ritrovandomi nel finire di vestirmi sulle scale. Raggiunsi la cucina dove osservai se ci fosse qualche altra cavolata che potessi portare con me.
«Buongiorno tesoro, non mangi nulla?» disse dolcemente mia madre uscendo dalla sua stanza, notandomi con un paio di CD in mano.
«Scusa mamma, sono già in ritardo» sorrisi sarcasticamente recuperando lo zaino e la valigia dal piano superiore, in quell'istante percepii un clacson familiare a pochi metri da casa mia. Salutai la maggiore con un bacio sulla guancia che ricambiò fondandomi nella macchina dei ragazzi.
All'interno trovai Allison e Andrew nei posteriori mentre il posto di fianco al guidatore è riservato a me.
«È il tuo turno!» esclamò Liam riferendosi alla valigia, a quelle parole Andrew sbuffò iniziando ad aprire il cofano.
«Oggi hai dei jeans più larghi del solito» puntualizzò la ragazza strappandomi un sorriso.
«Buongiorno anche a te» ironizzai.
«Stanotte ti sei addormentata in chiamata» ridacchiò Liam quando Andrew si rimise al proprio posto.
«Ho notato» risposi venendo interrotta da uno sbadiglio, iniziai ad osservare le abitazioni di fronte ai miei occhi scorrere veloce e lentamente caddi tra le braccia di Morfeo.

Tom

Arrivammo davanti la nostra stanza dopo che la valigia di mio fratello perdesse pezzi e Gustav cadde dalle scale, se non fossimo una band conosciuta ci avrebbero già sbattuti fuori.
Scoppiammo a ridere per ogni movimento di Bill, sembra zoppicare con il bagaglio che pende dalle sue mani.
«Fanculo a tutti e due!» sbottò girando la chiave nella fessura, finalmente entrammo in camera, numero 201, gettai lo zaino e la chitarra in un angolo di essa per poi cadere a peso morto in quel che decisi fosse il mio letto.
«Cioè guardalo! Già il suo l'ha fatto!» mi rimproverò il biondino uscendo dal bagno mentre Bill si portò le mani ai fianchi osservando la valigia sgretolarsi sola.
«Cosa dovrei fare?!» imprecai aggrottando la fronte.
«Non so, darci una mano forse?» in quel momento Georg si intromise nella scena spalancando la porta.
«Abbiamo la colazione e la cena pagati, se vogliamo anche il pranzo dobbiamo aggiungere altri soldi al conto» spiegò gettando su un mobile un'altra copia di chiavi per me, ricevette solo tre pollici in sù come risposta e io mi girai dalla parte opposta.
«Porca puttana!» percepii la voce stridula di mio fratello che aggiunse un calcio alla sua stessa roba.
«Bill ma che cazzo fai» intervenii Gustav e così tutte le loro urla si sovrapposero creando solo caos.
«La volete finire?! Sembrate dei stupiti bambini mongoli! Quando avete finito mi richiamate» Scattai in piedi ristabilendo la situazione degenerata per poi chiudere di forza la porta alle mie spalle.
Avanzai per l'elegante tappeto rosso sotto i miei piedi fino a raggiungere l'ascensore,
al piano inferiore uscii di fretta alla ricerca di un supermercato.

Fammi essere il tuo carnefice  [ tom kaulitz ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora